Smart roads in Italia: a che punto siamo?

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Già previste da un Decreto 2018, le smart roads in Italia stanno diventando realtà. Sono diversi i progetti in piedi per un’infrastruttura innovativa. 

Le “smart roads” sono le strade del futuro sostenute da un’innovativa infrastruttura che include sensori, sistemi di comunicazione veicolo-strada e connettività wireless. Le tecnologie avanzate servono ad ottimizzare la sicurezza, l’efficienza e la gestione del traffico in tempo reale. L’illuminazione adattiva e sistemi di monitoraggio ambientale sono funzionalità che consentono all’infrastruttura di adattarsi alle condizioni stradali e meteorologiche. L’obiettivo è migliorare la fluidità del traffico, aumentare la sicurezza e supportare lo sviluppo di veicoli autonomi su tutto il territorio nazionale. Infatti il concetto di smart road è parte integrante di diversi progetti in Italia. 

Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti italiano e l’ANAS stanno guidando lo sviluppo delle smart roads con l’obiettivo di rendere la rete stradale italiana più digitale. Ecco perché sono previsti investimenti significativi nel settore, con il chiaro intento di realizzare migliaia di chilometri di smart roads nei prossimi anni. L’impegno va di pari passo con gli sforzi profusi per promuovere la sicurezza stradale e ridurre del 50% le vittime degli incidenti entro il 2030. A tal proposito si prevede l’uso di sensori per monitorare le strade e campagne di educazione e prevenzione per la sicurezza. Già nel 2018 il Decreto Ministeriale Infrastrutture e Trasporti n.70 prevedeva strade e infrastrutture intelligenti che interagissero con i veicoli, oltre ad investire nella sperimentazione di soluzioni smart e guida automatica. Per tale ragione le sperimentazioni hanno preso diverse strade. 

Cosa sono le smart roads?

Come già anticipato, le smart roads sono infrastrutture stradali che incorporano tecnologie avanzate per migliorare vari aspetti della guida e della gestione del traffico. Di conseguenza queste strade intelligenti riducono l’impatto sull’ambiente. Le smart roads sono equipaggiate con sensori e sistemi di comunicazione tra il veicolo e l’infrastruttura che forniscono dati in tempo reale sulle condizioni del traffico, sulle condizioni meteorologiche, su eventuali incidenti, ma anche su pericoli imminenti lungo il tragitto. La connettività wireless e l’Internet delle cose facilitano lo scambio dei dati tra vari dispositivi lungo la strada, migliorando l’interazione, l’integrazione e la raccolta di big data per un efficientamento della rete stradale e del flusso di mezzi. Inoltre le smart roads sono progettate per supportare i futuri veicoli a guida autonoma e ridurre gli ingorghi e i tempi di viaggio. Con questo scopo esistono anche software e applicazioni per la gestione del traffico che analizzano i dati dei sensori per ottimizzare i flussi di traffico. In questo universo rientrano anche i semafori intelligenti.

Le smart roads possono inoltre includere sistemi di illuminazione intelligenti che si adattano alle condizioni ambientali, oltre a supportare la mobilità elettrica tramite stazioni di ricarica integrate. Grazie a tutte queste tecnologie e innovazioni, le strade diventeranno ambienti più sicuri, reattivi e sostenibili.

Sperimentazioni di smart roads in Italia

Ad aver recepito l’opportunità dei tempi è stata Cav – Concessioni Autostradali Venete. che sta già sperimentando tecnologie avanzate come la cyber security e la metodica quantistica. L’unica concessionaria autostradale interamente pubblica in Italia sta spingendo molto il pedale sull’evoluzione nel settore, organizzando anche una tre giorni di workshop alla fiera veronese LetExpo focalizzata sull’evoluzione della mobilità sostenibile. Hanno preso parte all’evento esperti provenienti sia dal settore pubblico che da quello privato con l’ambizione di definire standard e linee guida comuni per il settore della mobilità intelligente in Italia. 

Ad esempio Elisa De Berti, Vicepresidente e Assessore alle Infrastrutture e trasporti della Regione del Veneto, ha sottolineato l’esigenza di sviluppare una normativa per governare la digitalizzazione delle infrastrutture, mentre Elisabetta Pellegrini del Mit ha enfatizzato la necessità di coordinare gli sforzi tra i vari operatori per un progresso su scala nazionale. Aldo Isi, Ad di Anas, ha evidenziato l’importanza della cooperazione tra i produttori di auto e le infrastrutture per raggiungere l’obiettivo di ridurre del 50% le vittime sulla strada entro il 2030.

Monica Manto e Maria Rosaria Anna Campitelli, rispettivamente Presidente e Ad di Cav, hanno messo in luce il loro impegno nel modernizzare l’infrastruttura autostradale e nella riqualificazione della rete di trasmissione dati, enfatizzando l’importanza di una rete dati autonoma e avanzata per accogliere veicoli a guida autonoma e garantire la sicurezza e sostenibilità delle infrastrutture. 

In linea con il Decreto Ministeriale 70 sulle smart roads, Autostrade per l’Italia collabora con il Politecnico di Milano per effettuare test di guida autonoma, ricevendo supporto dall’Osservatorio tecnico del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. I primi test su strada sono iniziati a luglio sulla A26, lungo un tratto di 20 chilometri senza gallerie, ai quali sono aggiunti 30 chilometri in ottobre con un passaggio nella galleria Valsesia. Grazie alle sperimentazioni Movyon, il centro di eccellenza di Aspi per ricerca e innovazione, tenta di definire nuove tecnologie e azioni per aumentare la capacità dei veicoli di interagire con l’infrastruttura stradale. La progressiva concentrazione degli sforzi di Movyon nei pressi della galleria Valsesia è legata alla necessità di garantire un livello costante di guida autonoma anche in assenza di segnale satellitare. 

In sintesi, le smart road potrebbero portare cambiamenti significativi in Italia, influenzando positivamente la sicurezza, la gestione del traffico e supportando la transizione verso una mobilità più sostenibile e connessa. 

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