Business Travel a 20 miliardi di euro. Il Travel Manager sempre più importante se preparato.

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Gli italiani viaggiano sempre più all’estero, incrementano i loro pernottamenti (4%) e la durata media dei viaggi con trasferte più lunghe (+4,7%).

È quanto emerge dalla ricerca realizzata  da Nuovo Osservatorio sui Viaggi d’Affari (Nova), che nel dicembre 2018 ha concluso la sua terza edizione. Promosso da importanti player della business travel lo studio è stato realizzato dal professor Guizzardi con il supporto del Dipartimento di scienze statistiche e del Centro di studi avanzati sul turismo (Cast) dell’Università di Bologna.

Quali sono le motivazioni più importanti che fanno viaggiare per lavoro?

Secondo lo studio i viaggi per incontrare clienti e fornitori  hanno registrato un +4,7%, mentre il settore fieristico si attesta a un +1,6% e rappresenta, invece, una discontinuità con il recente passato.

I valori di spesa complessivi aumentano del 2,8% e valgono nel 2018 oltre 20 miliardi di euro. Le previsioni per il 2019 vedono incrementi tra 3,0 e 4,5 punti percentuali, ma sulle proiezioni gravano ampi margini di incertezza. Lo studio li indica come “legati all’evoluzione dell’economia nazionale, all’acuirsi del sovranismo europeo e del protezionismo mondiale“.

Le destinazioni internazionali preferite dai manager italiano restano gli Stati Uniti, il Giappone e la Germania e in generale l’ espansione del segmento internazionale si attesta a un +2,2% con un trend nell’ultimo decennio di un +15%.

Ma mentre la spesa aumenta soprattutto sul mercato nazionale (+4,2%) la spesa per i viaggi internazionali subisce la svalutazione del dollaro, che ha permesso un risparmio di 330 milioni di euro alle aziende italiane.

L’importanza del Travel Manager

Nel contesto generale, che vede la spesa aumentare e una sempre maggiore centralità del viaggiatore d’affari nelle diverse fasi di organizzazione delle trasferte di lavoro, è indubbio che il Travel Manager rappresenti una  figura di importanza strategica il cui ruolo fondamentale non è solo quello di tenere sotto controllo i processi e la spesa ma anche di saper offrire quel valore aggiunto alle aziende che impiegano risorse per espandersi in nuovi mercati o in nuovi business.

Per Guizzardi nel travel management italiano “è tollerata una minore qualificazione“.

Noi di Travel for business, attraverso la TFB Resforma Academy, lavoriamo da tempo e con grande soddisfazione per la formazione professionale del Travel Manager, e sono diverse le testimonianze che dimostrano che un Travel Manager preparato sugli aspetti manageriali e non solo operativi porta vantaggi sostanziali a tutta l’organizzazione.

Un pensiero che si unisce a quello di AITMM, Associazione Italiana Travel e Mobility Manager, che si impegna per il riconoscimento di questa importante Professione, fornendo soluzioni e opportunità di networking continue che aiutano ad un corretto inquadramento del CorporateTravel manager e del Mobility manager in aziendale.

« Il problema della “emancipazione” del ruolo di travel manager non può essere risolto senza andare oltre al taglio dei costi come obiettivo gestionale» ha commentato Guizzardi.

Ancora una volta si dimostra che la necessità di educare il mercato, fornire soluzioni formative adeguate e professionali che permettono la realizzazione di una professionalità specifica, con la conseguente progressione di carriera, rappresenti un valore non solo individuale ma valida per tutta l’industry del business travel e per quella economica del nostro Paese.

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