Travel Experience: on line il magazine. Per valutare con occhi diversi la gestione delle esperienze nel business travel.

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L’esperienza di chi viaggia per affari è – come in tantissimi altri campi – ridisegnata e potenziata dalla tecnologia. Che però, in ambito business, proprio a causa di quella che è diventata abitudine nell’extra-professionale, definisce aspettative che sono spesso lontane dal corso ordinario di gestione travel aziendale (cit. Simona Zenoni).

In questo nuovo numero di Travel for business Magazine offriamo un confronto aperto, ma anche un momento di riflessione per valutare con occhi diversi la gestione delle esperienze nel business travel.

Abbiamo esplorato il senso dell’experience dei viaggi di lavoro e immaginato anche nuove metriche per il settore, per comprendere e magari stimolare l’adozione di nuove soluzioni. O per ridefinire nuovi modelli di gestione che tengano conto non solo dei servizi e dei costi, ma delle persone e delle loro emozioni.

Ma può l’emozione alterare il senso dell’esperienza? Sì, se consideriamo che le emozioni ci permettono di relazionarci con gli altri, di metterci in discussione, di apprendere… di vivere.

E non è un caso che la parola “emozione” derivi dal latino “emotus”, participio passato di emovere, (ex = fuori + movere = muovere) che vuol dire letteralmente portare fuori, smuovere, scuotere. Pertanto, l’emozione è la nostra vibrazione di quando siamo in fase di apprendimento, di quanto e come stiamo migliorando la nostra esperienza personale, e anche professionale.

Se parliamo di viaggio, l’Esperienza e allo stesso tempo Emozione. Perché i viaggi racchiudono in sé i significati più ampi e diversi come la crescita, il benessere, la valorizzazione, l’equilibrio, le aspettative di vita. 

Tutto si muove con il viaggio, tutto si muove con l’esperienza.

“Il viaggio non finisce mai in una sola volta, non c’è un inizio e una fine, la stessa città la puoi vivere in modi differenti, in base anche come ti senti in quel momento, in situazioni differenti, con emozioni diverse”, ci ha raccontato Lorenza Spolaore nell’intervista curata da Rinaldo Stefanutto.

“Voglio non sprecare neanche un minuto del mio tempo, se non per mia scelta”, ci ha detto Paolo Pugni, viaggiatore “frenetico”.

Ma se la tecnologia e le sue numerose applicazioni possono aiutare a gestire le tantissime informazioni – mettendole a disposizione in modo più ordinato e velocemente fruibile – la consapevolezza che l’esperienza di un viaggio rimane e rimarrà sempre un fatto personale è qualcosa che guida le nostre emozioni e la voglia di scoperta.

Elementi unici, che riescono a generare valore per l’individuo, per il viaggiatore d’affari…e di conseguenza per l’impresa.

Per i Travel Manager, rispondere alle nuove esigenze significa essere disposti a ripensare anche il concetto di sicurezza, per viaggiatori che mostrano di essere più consapevoli anche nella percezione del rischio e desiderosi di ricevere informazioni precise e puntuali per eseguire la trasferta. Con Mark Lowe abbiamo parlato di una nuova proposta di legge che regolamenta il rapporto con le società di servizi di sicurezza.

Angela Sebastianelli ha affrontato il tema dei viaggiatori business iperconnessi e digitali, e della AI e Rivoluzione Digitale che costituiscono due realtà con le quali confrontarsi anche nel mondo dei viaggi aziendali: utilizzando la tecnologia per prevedere i costi futuri e aumentare le percentuali di risparmio.

Ma cosa può fare concretamente un Travel Manager per aumentare l’esperienza dei suoi viaggiatori d’affari? William Gandolfi nella sua intervista ci ha raccontato che il viaggiatore d’affari contento è prima di tutto colui che Non vive la trasferta come un obbligo, ma la percepisce al contrario come un’occasione, anche di esprimere sé stesso, dal punto di vista professionale e personale. La sua strategia è l’ascolto, perché un viaggio tailor made deve essere anche semplice.

E se fosse tutta una questione di Travel Policy? Diego Bettio ci parla dell’altra faccia delle procedure dei viaggi aziendali, quelle che non tengono conto dei fattori “umani” e che oggi avrebbero bisogno di un rinnovamento per stare al passo con i tempi.

Qual è l’esperienza che si cerca in albergo? Sara Digiesi illustra come i viaggiatori business chiedano agli hotel esperienze digitali, ma anche socializzazione e buon cibo.

Laura Echino, per la rubrica del Travel Procurement, ci porta con sé in un suo viaggio per scoprire come l’esperienza fatta in prima persona possa modificare certe idee e abitudini professionali.

Ma a che punto siamo davvero con l’esperienza olistica di un viaggio d’affari? L’esperto internazionale, Andrew Sharp, esplora lo stato dell’arte della mobilità integrata e condivisa a livello internazionale…e i tanti “se” ancora in sospeso.

Infine, per la nostra rubrica “Letture in Viaggio”, abbiamo avuto il piacere di intervistare Domenico Palladino autore di “Digital Marketing Extra Alberghiero”, edito da Hoepli. Un libro utile anche per i travel manager perché illustra come si muove il mercato extra alberghiero e come e quanto può essere idoneo anche per i viaggiatori aziendali.

Un nuovo numero, ricco e articolato. Che non esaurisce certo un tema così ampio, ma che vuole offrire una fotografia dello stato dell’arte.

Buona lettura…e Buona Travel Experience

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