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ToggleDalla trasferta al tragitto casa-lavoro, nella Travel Policy le biciclette entrano a pieno titolo. Ma servono regole chiare, formazione e una visione integrata nel PSCL.
Sempre più Travel Manager scelgono di aggiornare la Travel Policy aziendale in linea con i principi della mobilità sostenibile, integrando mezzi alternativi come la bicicletta nei piani di spostamento dei dipendenti. Un cambiamento che nasce non solo dall’esigenza di ridurre i costi o le emissioni, ma dal desiderio di promuovere benessere, sicurezza e responsabilità ambientale anche nei viaggi di lavoro e negli spostamenti quotidiani casa-ufficio. La Travel Policy, un tempo centrata quasi esclusivamente su voli, hotel e trasferimenti in auto aziendale, oggi diventa uno strumento dinamico di cultura aziendale, capace di orientare le scelte di mobilità dei collaboratori in modo coerente con il PSCL – Piano Spostamenti Casa-Lavoro. Ecco perché il binomio Travel Policy e biciclette è un asseto fondamentale per una strategia concreta e a basso impatto.
Perché includere la bicicletta nella Travel Policy
Inserire la bicicletta tra i mezzi consigliati nella Travel Policy significa riconoscerla come strumento di lavoro e di salute. Molte aziende sono bike friendly perché comprendono che l’uso delle due ruote non è più un gesto individuale, ma un vero e proprio atto di responsabilità collettiva. Pedalare per andare a lavoro in bici o per un breve spostamento di lavoro riduce l’impatto ambientale e migliora la qualità della vita dei dipendenti, contribuendo a diminuire il traffico, le emissioni e lo stress. Una Travel Policy aggiornata in questa direzione diventa anche un segno di attenzione verso i lavoratori: molte imprese, infatti, scelgono di sostenere l’uso della bici con benefit aziendali, parcheggi protetti, spogliatoi attrezzati o piccoli rimborsi chilometrici. Tutto ciò crea un circolo virtuoso tra sostenibilità, efficienza e benessere. Non basta però invitare i dipendenti a pedalare: la bicicletta è un veicolo a tutti gli effetti e deve rispettare le disposizioni del Codice della Strada. Per questo è fondamentale che il Travel Manager diffonda informazioni chiare e aggiornate sulle norme di comportamento e sugli obblighi di sicurezza.
Viaggiare sicuri, anche su due ruote, grazie alla manutenzione
Come per ogni altro mezzo, anche per la bicicletta la sicurezza comincia dalla manutenzione. Il ciclista deve assicurarsi che freni e luci siano perfettamente funzionanti, che gli pneumatici siano gonfiati a dovere e che i dispositivi di segnalazione — come il campanello e i catarifrangenti — siano ben visibili. Un mezzo in buone condizioni non solo evita incidenti, ma trasmette anche un messaggio di professionalità e attenzione.
Allo stesso modo, la prudenza è una forma di rispetto: indossare un giubbotto catarifrangente fuori dai centri abitati o scegliere di procedere in fila indiana quando si viaggia in gruppo sono accorgimenti semplici ma essenziali. Anche nelle aree urbane, dove la convivenza con auto, bus e monopattini è spesso complicata, mantenere una sola fila e segnalare sempre le manovre è un gesto di civiltà e di sicurezza reciproca.
Va ricordato, inoltre, che la bici va condotta a mano ogni volta che si rischia di intralciare i pedoni, per esempio attraversando le strisce o in assenza di semaforo. Sono piccoli gesti, ma fanno la differenza nella percezione del ciclista come utente responsabile della strada. La mobilità sostenibile passa anche da qui: dalla capacità di integrare regole e buon senso.
Comportamenti da evitare (anche in bici)
Spesso si tende a pensare che chi pedala sia “fuori dalle regole”, libero da obblighi o vincoli di comportamento. In realtà, è proprio l’opposto: chi guida una bicicletta è un utente della strada e deve rispettare le stesse norme di prudenza di un automobilista. Guidare sotto l’effetto di alcol o sostanze, distrarsi con il cellulare, ascoltare musica con le cuffie o viaggiare contromano senza autorizzazione sono comportamenti che mettono in pericolo non solo il ciclista, ma anche pedoni e altri veicoli. L’uso della bici è sinonimo di libertà solo se accompagnato da consapevolezza.
Nei centri urbani più moderni, alcune amministrazioni hanno introdotto corsie ciclabili bidirezionali, ma è fondamentale verificare sempre la segnaletica e le ordinanze locali. In molti casi la circolazione in contromano è ammessa solo nelle “Zone 30” o all’interno delle aree a traffico limitato, dove la velocità ridotta consente una convivenza più sicura tra diversi mezzi.
La bicicletta come parte del PSCL
Riconoscere la bicicletta nella Travel Policy non è solo una scelta simbolica, ma una leva concreta per aggiornare il Piano Spostamenti Casa-Lavoro (PSCL), oggi obbligatorio per molte imprese pubbliche e private. Integrare la mobilità ciclabile nel PSCL consente di monitorare i flussi degli spostamenti, calcolare la riduzione delle emissioni di CO₂ e accedere a forme di incentivo o premialità legate alle politiche di sostenibilità.
Ma c’è di più: promuovere la bicicletta come mezzo di trasporto aziendale o casa-lavoro rafforza la reputazione dell’impresa e allinea la sua immagine ai valori di responsabilità sociale e ambientale. È un investimento nella cultura d’impresa e nel capitale umano. Una Travel Policy aggiornata in questa direzione diventa quindi non solo un documento operativo, ma una dichiarazione di intenti.
Aggiornare la tua Policy con un supporto professionale
Molte aziende si trovano oggi nella fase di revisione del proprio PSCL o della Travel Policy, ma non sempre dispongono delle competenze interne per integrare correttamente le nuove pratiche di mobilità sostenibile. La bicicletta, per esempio, richiede di considerare aspetti assicurativi, logistici, normativi e persino fiscali, che devono essere armonizzati con i principi di sicurezza sul lavoro e con le direttive ministeriali.
Affidarsi a una consulenza specializzata permette di evitare errori, aggiornare le policy in modo coerente e creare percorsi personalizzati di formazione e sensibilizzazione per i dipendenti. Una revisione ben progettata non è solo un obbligo formale, ma un’occasione per costruire una mobilità aziendale più efficiente, sicura e sostenibile, in grado di valorizzare ogni scelta individuale.
Se vuoi aggiornare la tua Travel Policy o integrare la bicicletta nel tuo PSCL, contattaci per consulenza di Travel for business in Mobility Management. Possiamo aiutarti a farlo con metodo, dati e visione. Perché la mobilità sostenibile non si improvvisa: si pianifica, si misura e si racconta.
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