Come realizzare un Piano Spostamento Casa Lavoro

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ll Decreto Rilancio aveva definito che le imprese con singole unità locali con più di 100 dipendenti ubicate in un Capoluogo di Regione, in un Capoluogo di Provincia, in un Comune di una Città Metropolitana o comunque in un Comune sopra i 50.000 abitanti sono tenute ad adottare entro il 31 dicembre di ogni anno il Piano Spostamenti Casa-Lavoro dei propri dipendenti e di inviarlo al Comune.

Se è la prima volta che devi realizzare il Piano Spostamento Casa Lavoro (PSCL) per la tua azienda, il Decreto Attuativo ha previsto che hai tempo fino a metà novembre 2021. Infatti in fase di prima applicazione, i PSCL delle aziende (e dei Comuni) devono essere realizzati e inviati entro 180 giorni dall’entrata in vigore del decreto.

Un progetto PSCL richiede tuttavia una programmazione e una attuazione non semplice, ma puoi iniziare con alcuni step che ti suggeriamo in questa breve guida.

Cosa è importante sapere prima di iniziare a scrivere e realizzare un PSCL

Innanzitutto devi sapere che il PSCL sarà un documento aziendale che permetterà alla tua organizzazione di orientare, misurare e controllare gli spostamenti casa-lavoro delle persone che lavorano stabilmente nella tua azienda. Questo vuol dire che non è rivolto solo ai tuoi dipendenti, ma anche ad esempio ai consulenti che operano stabilmente, ai collaboratori di altre azienda che operano presso i tuoi uffici (ad esempio il personale addetto alle imprese di pulizie) ecc.

Il PSCL ha come obiettivo quello di valutare forme di mobilità sostenibile alternative all’uso individuale dell’auto o mezzo privato a motore, e di comprendere le esigenze di mobilità e dello stato dell’offerta di trasporto pubblico locale e altre soluzioni nel tuo territorio.

Attraverso una buona progettazione sarai in grado di valutare gli impatti ambientali, le soluzioni che intenderai introdurre e soprattutto i benefici in termini di tempi di spostamento, costi di viaggio/trasporto, comfort, riduzione delle emissioni nocive. Tutto questo a beneficio dei tuoi collaboratori, dell’ambiente e di tutta la collettività.

Il decreto attuativo del 15 maggio 2021 è molto chiaro su questo punto. “Il decreto è finalizzato a consentire la riduzione strutturale e permanente dell’impatto ambientale derivante dal traffico veicolare privato nelle aree urbane e metropolitane, promuovendo la realizzazione di interventi di organizzazione e gestione della domanda di mobilità delle persone che consentano la riduzione dell’uso del veicolo privato individuale a motore negli spostamenti sistematici casa-lavoro e favoriscano il decongestionamento del traffico veicolare“.

Ma chi scrive il Piano Spostamento Casa Lavoro per un’azienda? Ci sono alcuni aspetti importanti che dovrai tenere in considerazione in questa breve guida.

Tutti possono fare il Mobility Manager aziendale?

Il Mobility Manager è una vera e propria professione e richiede dei requisiti importanti per essere svolto in azienda. Innanzitutto è una figura specializzata, ai sensi dell’articolo 5 del decreto, e svolge il “compito di governo della domanda di mobilità e nella promozione della mobilità sostenibile” .

Uno dei requisiti importanti per svolgere il ruolo di Mobility Manager è quello di dimostrare di avere una “elevata e riconosciuta competenza professionale e/o comprovata esperienza nel settore della mobilità sostenibile, dei trasporti e della tutela dell’ambiente”. Tale requisito si può ottenere con l’esperienza e con un percorso di studi che porterà alla qualificazione che attesti la qualità dei tuoi servizi erogati. Ad esempio: seguire un percorso formativo fino alla maturazione dei crediti per l’iscrizione al Registro dei Mobility Travel Manager della Associazione Italiana Travel e Mobility Manager.

Meglio una nomina interna o esterna del mobility manager?

Se nella tua azienda non esiste un professionista dipendente che può assumere questo ruolo, puoi anche rivolgerti a dei consulenti esterni che sono in possesso di questi requisiti professionali e delle competenze necessarie. Questo vale solo per le aziende private e non per gli enti pubblici.

Tuttavia, considera che le aziende virtuose hanno preferito in passato investire in questa figura professionale supportando la risorsa interna più adeguata con la formazione e con piani di aggiornamento. Altre, invece, hanno fatto nomine un po’ frettolose con conseguenze discutibili. Ne abbiamo parlato qui (I Mobility Manager e le nomine sbagliate!)

Non tutti sanno che il Mobility Manager aziendale non svolgerà questo compito solo una volta all’anno nel momento in cui deve redigere o aggiornare il PSCL, ma è una attività continuativa di progettazione, di monitoraggio, di analisi, di confronto con la pubblica amministrazione, con il mobility manager di area, con i piani Welfare, lo Smart Working, con il territorio, con gli altri mobility manager del territorio o distretti industriali, ecc. ecc.. ecc..

Fare il Mobility Manager richiede competenze, professionalità, grandi doti di analisi e soprattutto comunicative. La valutazione dell’affidare in esclusiva questo compito ad un consulente esterno piuttosto che svolgerlo all’interno richiede riflessioni importanti, non solo basate sui costi. Una soluzione ideale potrebbe essere quella di far supportare il mobility manager in alcuni passaggi cruciali della progettazione.

Quali fasi considerare per la redazione del Piano Spostamento Casa Lavoro (PSCL)

Prima di iniziare qualsiasi progetto di mobilità sostenibile utile per la redazione del tuo PSCL ci sono alcuni step importanti che dovrai considerare.

Primo step: l’analisi della accessibilità

Il primo step è quello di una valutazione della accessibilità della tua azienda. In questa fase dovrai comprendere alcuni aspetti come ad esempio: il numero di ingressi alla tua sede, se ci sono accessi pedonali, se la tua sede aziendale dispone di parcheggi interni o esterni, se esistono fermate di mezzi pubblici adiacenti, posteggi per biciclette, se ci sono degli spazi da adibire alle ricariche elettriche, i turni di lavoro, gli orari di ingresso e uscita dei collaboratori aziendali, le eventuali fermate di metro, tram, treno e le distanze. Se ci sono vincoli particolari o qualsiasi elemento che possa far comprendere come i dipendenti riescono e potrebbero raggiungere la sede aziendale ( o le loro difficoltà)

Spesso questa fase viene sottovalutata nella progettazione di un PSCL. E i mobility manager alle prime armi dimenticano che una buona analisi della accessibilità consentirà di fare adeguatamente valutazioni opportune già nella successiva fase di indagine.

Secondo step: la struttura dell’indagine interna della mobilità aziendale

Il secondo step è la vera e propria fase di indagine attraverso un questionario personalizzato. Diffidate di chi vi propone questionari standard, magari basati su semplici tool già pre-impostati! Ogni fase di indagine deve essere personalizzata per l’azienda, in base all’analisi dell’accessibilità, alla sua storia, alla cultura aziendale, ai possibili obiettivi e alle particolarità del suo personale e della sua attività industriale o servizi.

Un questionario ben impostato è la base di partenza per una ottima progettazione. Se si sbaglia l’impostazione di questa indagine sarà molto difficile proseguire nelle fasi successive: mancheranno i dati necessari, mancheranno le informazioni utili per valutare progetti, mancheranno aspetti rilevanti per la progettazione.

Terzo step: la comunicazione del questionario

Il terzo step di un progetto che porta alla redazione di uno PSCL è quello del lancio dell’indagine. Pochi ve ne parleranno come elemento importante, ma la nostra esperienza sul campo ci consente di dire che realizzare una buona comunicazione in questa fase è fondamentale. Perché? È molto semplice: più si riuscirà a coinvolgere in questa fase i propri dipendenti/collaboratori, più si avrà un numero alto di risposte. In questa fase si raggiunge un ottimo risultato quando le risposte saranno superiori a 70% del totale. Se hai bisogno di sapere quali sono i modelli di comunicazione o gli strumenti più adatti puoi avere il supporto dal nostro team.

Quarto step: l’analisi dei dati della mobilità aziendale

Il quarto step è quello riferito all’analisi dei dati e dei rispondenti. Un po’ di doti di analisi saranno per questa fase necessarie, perché ti daranno la misura dell’accessibilità vista dai tuoi dipendenti, le abitudini di mobilità e soprattutto la propensione al cambiamento modale. Per fare un’analisi ben fatta si impiegano diversi giorni di lavoro (qualcuno di più per chi è alla prime armi), poiché non si tratta di prendere il dato così come viene erogato dal sistema di indagine ma sarà necessario incrociare le informazioni, metterle a confronto, fare dei banchmark, delle mappe di corrispondenza, delle schede grafiche, delle analisi per luoghi di partenza e di percorso e così via.

Già in questo step il mobility manager (o il consulente esterno designato) seguiranno un percorso che li guiderà alle fasi successive.

Quinto step: progettazione del piano di mobilità

In questa fase sarà utile valutare gli ambiti di miglioramento e le correlazioni con le propensioni e i progetti “pilota” che si vorranno strutturare. Si tratta della vera e propria progettazione del piano di mobilità sostenibile aziendale. Anche questo step è spesso trascurato dalle aziende o da molti consulenti improvvisati. È una fase cruciale poiché necessita di un confronto continuo con tutte le direzioni aziendali. Il Mobility Manager dovrà prendere delle decisioni progettuali che diventeranno il piano per la futura mobilità aziendale. E questo vuol dire supportare le sue teorie o idee attraverso dati, informazioni, valutazioni economiche ed investimenti o piani di incentivi. Ma non solo, attraverso la progettazione si delineeranno anche i fornitori utili che potranno servire o essere implementati.

Come dicevamo, questo step è spesso sottovalutato perché molte aziende, approcciate dai fornitori di servizio (tecnologie, mobilità ecc..) tendono a partire dalla soluzione operativa e non dalla progettazione e dalla definizione degli obiettivi che porterà in seguito alla scelta della soluzione più idonea sul mercato… e non viceversa!

Sesto step: definizione dei KPI

Come prevede la legge, il piano spostamento casa lavoro (PSCL) deve essere redatto ogni anno al fine di valutare i miglioramenti e gli scostamenti rispetto agli obiettivi dati. Anche su questo tema ne abbiamo viste di ogni. Piani che nel corso degli anni rimanevano immutati, e che cambiavano solo nella forma grafica o con inserimenti di contenuti che non avevano niente a che vedere con il piano spostamenti casa lavoro. Integrazioni quasi in modalità “markettara” e senza un vero spirito di convincimento alla realizzazione di un piano utile per la mobilità sostenibile.

Se non vuoi fare come loro, allora partiamo dalla comprensione dei KPI.

Se ogni anno dovrai comprendere se la tua progettazione ha dato dei risultati o valutare quali sono gli scostamenti anno su anno per identificare i miglioramenti ottenuti dovrai stabilire in modo molto chiaro gli indicatori su cui ti confronterai. Anche questo, come avrai già immaginato, non è uno step banale. Non basta moltiplicare un dato per un altro, o tanto meno prendere i dati generici che trovi in rete.

I KPI sono creati per l’azienda e in base a tutto il percorso precedentemente descritto. Potrai ad esempio basare il tuo KPI sullo smart working, incrociando i dati con quello delle risorse umane, stilare la % di emissioni nocive risparmiate per i lavoratori che lavorano con le formule agile, valutare l’analisi sugli obiettivi per quali giorni sono stati definiti “utili” anche in linea con le direttive del mobility manager di area e così via. Potrai stabilire dei KPI sull’utilizzo di un servizio piuttosto che un altro (il più semplice) oppure fare delle valutazioni sul valore emissioni nocive per mezzo utilizzato. Il KPI sarà quindi la base per capire se il mobility manager sta raggiungendo gli obiettivi di mobilità sostenibile definiti e valutare la progettazione per gli anni futuri.

Settimo Step: il confronto con il territorio

Prendere a volte le decisioni da soli non è sempre facile. Allora perché non allearsi con altri mobility manager della tua zona? L’esperienza risulterà fantastica e si potranno sviluppare progettualità di area che porteranno anche benefici in termini di economica di scala.

Su questo tema noi possiamo raccontarti la bellissima esperienza avuta con una associazione territoriale di Confindustria che ci ha scelto per aiutarli a sviluppare un progetto utile a supportare e coordinare le aziende del territorio e ad essa associate, per la realizzazione e implementazione dei progetti di mobilità sostenibile e per la nomina del Mobility Manager aziendale in conformità del DM Rilancio 2020.

In questo progetto abbiamo trasferito conoscenze e fatto consolidare le competenze dei Mobility Manager aziendali necessarie per essere in grado, in autonomia, di implementare i progetti di mobilità sostenibile nelle rispettive aziende.

Le aziende hanno saputo come redigere in prima applicazione i Piani di Spostamento Casa/Lavoro e capire come implementare le strategie utili per migliorare la mobilità del territorio rispetto all’ambiente, la sicurezza e il benessere delle persone con una visione allargata di area.

Un progetto efficace perché i progetti di Mobilità sostenibile aziendali sono parte di un ecosistema più ampio che coinvolge non solo l’azienda ma tutto il contesto sociale nel quale essa è inserita. I Piani di Spostamento Casa/Lavoro (PSCL) si inseriscono un contesto di distretto, di area più ampia, dove le infrastrutture di carattere pubblico (trasporto pubblico, piste ciclabili, servizi di mobilità sostenibile) sono fondamentali per il continuo miglioramento della mobilità, la diminuzione del traffico e delle emissioni inquinanti.

La scrittura del Piano Spostamento Casa Lavoro (PSCL)

Se hai seguito bene tutte le fasi precedenti, la scrittura del PSCL sarà più semplice. Potrai seguire un breve sommario per la redazione così descritta:

  1. Una panoramica dell’accessibilità della tua azienda
  2. I risultati delle analisi e degli obiettivi dati
  3. La progettazione stabilita
  4. Gli strumenti di controllo
  5. Gli strumenti di comunicazione

Esistono delle linee guida per la redazione completa. Ma considera anche utile il confronto con il tuo mobility manager di area per valutare elementi del territorio o valutazioni di gruppo.

Conclusioni

Ogni azienda ha una sua storia, un’immagine diversa che vuole rispettare e trasferire all’esterno. Diventa quindi importante comprendere come rispettare queste prerogative, quali canali e strumenti utilizzare, come negoziare con le parti terze e all’interno dell’organizzazione, come comunicare obiettivi e direttive aziendali per ogni realtà, certo, con contenuti diversi ma con un unico metodo.

Un progetto PSCL, come abbiamo visto, potrebbe rivelarsi più complesso di quanto si era immaginato.

Se vuoi scoprire di più sui servizi di Consulenza di Travel for business dedicati alla mobilità sostenibile aziendale e alle trasferte di lavoro, scrivi a consulenza@travelforbusiness.it

oppure scopri di più qui https://www.travelforbusiness.it/consulenza-mobility-management/

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