Come realizzare un piano di monitoraggio del PSCL? Ecco alcuni asset suggeriti da attori del settore

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Molte realtà aziendali hanno realizzato il Piano Spostamento Casa-Lavoro. Questo documento è un indirizzo sul quale le aziende si appoggiano per facilitare e migliorare lo spostamento delle persone da casa alla sede di lavoro, ma anche per indurre a stili di vita e abitudini migliori di quelle tenute finora sia per il nostro benessere che per la tutela dell’ambiente. Ma il PSCL offre un possibile scenario di strategie attuabili; tuttavia solamente con il monitoraggio è possibile verificare quali delle azioni previste siano possibili e quindi messe in campo dall’azienda. Ma come affrontare le fasi di monitoraggio e di aggiornamento?

Il piano di monitoraggio di un PSCL è dunque assai importante, ma allo stesso tempo un lavoro poco chiaro. D’altronde il Piano degli Spostamenti Casa-Lavoro è un work in progress: di anno in anno si valutano le misure messe in atto e la loro effettiva efficacia. L’indirizzo del Decreto e delle Linee Guida si limitano ad indicare la necessità di calcolare i KPI sulle emissioni e sui benefici che ricadono sulla collettività. In occasione di una tavola rotonda alla Convention Nazionale 2022, moderata da Invano Gallino, vice presidente di AITMM e co-founder di Travel for business sono emersi alcuni asset da seguire per procedere con consapevolezza nella fase del monitoraggio. Importanti indicazioni sono emerse sia da Mobility Manager Aziendali che da Mobility Manager di Area

Il ruolo dei Mobility Manager di Area nel monitoraggio

Elena Pedon, Mobility Manager di Area della Città Metropolitana di Torino che comprende ben 312 comuni e metà del territorio montano e pedemontano, ha spiegato come l’amministrazione pubblica della quale fa parte ha deciso di introdurre un ulteriore piano. Il Piano dell’Accessibilità e dell’Intermodalità che mira alla riorganizzazione dei trasporti e pone al centro l’obiettivo di raggiungere in maniera sostenibile e poi commerciali, lavorativi e scolastici. Come città metropolitana, Torino cerca di sopportare i Mobility Manager del territorio investendo in formazione e fornendo modelli di questionari per redigere PSCL e selezionare le azioni da mettere in campo. Inoltre, continua la Pedon, vengono organizzate riunioni periodiche a livello di area per coordinare aziende che sorgono nello stesso territorio, magari trovando un accordo su una navetta aziendale da condividere, mobility manager aziendali e aziende del trasporto pubblico, magari per concordare su una tabella di orari maggiormente in linea con le esigenze dei pendolari o degli studenti. Tra le altre azioni emerse ci sono iniziative a favore di car pooling o forme sperimentali di car sharing. Si tratta di un lavoro che richiede continuo aggiornamento e continuo coordinamento delle reti. Periodicamente raccogliamo i dati dei Mobility Manager e dei poli scolastici per soddisfare adeguatamente la richiesta del territorio, altrimenti non avremo mai un quadro esaustivo sulle abitudini di spostamento delle persone e strumenti per monitorarne i cambiamenti.

Simona Rossano, Mobility Manager di Leonardo Global Solutions, ha portato la testimonianza di una realtà aziendale che abbraccia territori ben diversi ai quali fornire risposte su misura. Basti pensare che nel 2021 sono stati realizzati 39 PSCL. L’attenzione verso i dipendenti e la sensibilità verso tematiche sostenibili si fa evidente, tant’è che alcuni PSCL realizzati da Leonardo Global Solutions in alcuni casi non sono previsti dall’obbligo di legge. Le strategie proposte variano notevolmente tra aree metropolitane e realtà cittadine più piccole. L’obiettivo è costruire dialoghi sia con i Mobility Manager di Area che con altre realtà produttive del territorio, in modo da comprendere e affrontare eventuali necessità comuni. I dati raccolti dai Mobility Manager tra i dipendenti aziendali, soprattutto se incrociati con quelli di una rete di colleghi, sono importanti informazioni che il Comune potrebbe ad esempio valutare per incrementare eventuali nuove fermate di TPL. 

Francesca Bontempi, Mobility Manager di Sace, ha raccontato come l’azienda abbia letto nella nuova normativa un’opportunità per mettere in atto le proprie strategie sostenibili. Da una sola persona si è passati ad un team di quattro persone, lanciando anche iniziative legate alla mobilità pulita in collaborazione con l’ufficio comunicazione. Noleggio a lungo termine di auto elettriche, convenzioni con bike in sharing, ecc. Discriminante nella scelta dei fornitori è stata la reportistica e la rendicontazione degli esiti delle convenzioni che gli operatori avrebbero fornito. 

Una scheda a disposizione dei Mobility manager 

Andrea Pasotto, Mobility Manager di Area dell’Agenzia di Roma Mobilità, ha contribuito alla creazione di una scheda da compilare che vuole razionalizzare e raccogliere i dati in maniera strutturata per poter comprendere l’indirizzo delle aziende e monitorare le trasformazioni nel corso degli anni. L’obiettivo della scheda è che le aziende inviino all’Amministrazione Pubblica informazioni necessarie per poter progettare o riprogrammare il trasporto pubblico rispetto alle esigenze di mobilità espresse dai lavoratori, i quali altro non sono che i cittadini stessi. Altro obiettivo della scheda è di omogeneizzare le informazioni, la loro struttura e la loro modalità di trasmissione. Questa scheda proposta schematizza le esigenze informative per poter gestire al meglio il flusso dati che viene dal mondo del mobility management, tra dati logistici, infrastrutturali e di budget. Attraverso questi documenti validati dall’azienda è possibile costruire un quadro complessivo dello stato dell’arte della mobilità sul territorio. Il lavoro di squadra tra Mobility Manager aziendali, scolastici e di Area è essenziale. Il processo decisionale non può prescindere dai dati aziendali. Un obiettivo dell’amministrazione è individuare obiettivi monetizzabili che possano aiutare le aziende che si attivano per realizzare interventi di mobilità sostenibile misurabili. Il tema deve essere ancora sviluppato, ma l’indirizzo è chiaro: premiare le aziende che portano avanti successi di mobilità pulita. 

Iterwork: la piattaforma per calcolare i KPI durante la fase di monitoraggio

Tra i cinque assi portanti della Mobilità Sostenibile c’è l’incentivazione della ciclomobilità. EMoby è un’azienda nell’ambito della mobilità sostenibile, con particolare riferimento alla micromobilità station based. Roberto Minerdo di EMoby ha sottolineato come proprio la modalità di erogazione consente un’efficace raccolta e ridistribuzione di dati a disposizione del Mobility manager aziendale. Abbiamo già visto quanto sia fondamentale avere disposizione informazioni abbondanti e periodiche per realizzare un’operazione di monitoraggio e valutare i progressi nel tempo. Minerdo in occasione della tavola rotonda ha introdotto in anteprima Iterwork: una piattaforma 100% Made in Italy, che consente di gestire il PSCL in maniera completamente digitale. Oltre all’introduzione dei dati e la compilazione delle schede, il software è stato ideato per calcolare agevolmente i KPI e poter raccogliere agevolmente tutti i dati provenienti dall’applicazione in base alle strategie previste, in maniera anonima. Ovviamente la piattaforma Iterwork può dialogare con app che già esistono, come quella di un carpooling o di un bike sharing. Attraverso la piattaforma è possibile riconoscere quando le strategie non raggiungano gli obiettivi previsti. 

La procedura 2 nel PSCL: come misurare l’impatto ambientali?

Gerard Albertengo di Jojob è sceso nel dettaglio, spiegando come poter misurare i risultati raggiunti o raggiungibili. Ci sono due momenti per valutare l’impatto ambientale che si andrà a generare: uno è la previsione, l’altra è il monitoraggio. Le formule della procedura 2 offrono il fianco a diversi dubbi. Ad esempio, le linee guida parlano di Ut come il “numero dei dipendenti sottratti all’uso dell’autovettura grazie all’effetto del carpooling”. Quindi chi dobbiamo considerare? Coloro che di conseguenza rinunciano all’auto oppure coloro che hanno dichiarato una propensione a prescindere? Non è chiaro. Sono anche altre le ambiguità lasciate aperte dalle linee guida. Per concludere Albertengo ha indicato come le linee guida lasciano la possibilità di ricorrere ad altri modelli di calcolo, elaborati dalla vastissima esperienza dell’app di carpooling Jojob, come la riduzione delle percorrenze giornaliere dei dipendenti. 

Che cosa abbiamo imparato e ci portiamo a casa da questo incontro?

  • Che il monitoraggio del PSCL è fondamentale per comprendere se quanto è stato previsto e messo in atto è efficace, compreso e funziona.
  • Che dobbiamo in fase di redazione del Piano definire gli indicatori senza fermarci a quelli dettati dalle linee guida, ma utilizzare quanto la digitalizzazione e le app dei servizi di Mobilità sono in grado di restituire come dati. Molto più attinenti e concreti.
  • Che la comunicazione, l’informazione e la formazione vengono prima di qualsiasi azione, pena il rischio di insuccesso a prescindere dalla validità della misura adottata.
  • Che i risultati non arrivano a costo zero, alla base deve esserci un forte impegno da parte di tutti e un grande lavoro di persuasione e di incentivazione, non per forza di natura economica. Vengono premiati dai risultati più la costanza che i grandi sforzi iniziali poi abbandonati.
  • Che l’ascolto dei bisogni degli utenti e la condivisione del progetto in azienda sono elementi preliminari che se non esercitati correttamente, il monitoraggio fa emergere le difficoltà e i possibili errori commessi, consentendo al Mobility Manager le dovute e tempestive correzioni.

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