Ritorno al viaggio d’affari? Sì ma solo a certe condizioni

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Quali sono le condizioni per tornare a viaggiare per affari? È il quesito che si è posto SAP Concur nella ricerca “Global Business Traveller and Travel Manager Survey 2021”. Una indagine che indica le azioni già adottate dalle aziende e quelle ancora da compiere per garantire una ripresa redditizia e responsabile del business travel, in grado anche di soddisfare le esigenze dei dipendenti e poter così trattenere i migliori talenti.

Il ritorno produttivo ai viaggi d’affari dovrà tenere conto di particolari richieste e nuove esigenze del personale viaggiante. Vediamo quali e gli aspetti salienti della ricerca.

Il 95% è disposto a viaggiare per lavoro per il prossimo anno e oltre la metà (il 52%) si dichiara molto desiderosa. Al contempo, il 78% dei viaggiatori d’affari italiani teme che la ridotta possibilità di viaggiare nei prossimi 12 mesi possa danneggiarli personalmente e professionalmente.

Le principali preoccupazioni includono difficoltà nello sviluppo e nel mantenimento di relazioni commerciali (45%), minori guadagni (39%) e mancato avanzamento di carriera (27%). Sono inoltre preoccupati del fatto che la riduzione dei viaggi d’affari abbia portato la loro azienda a firmare un numero minore di nuovi accordi (39%), a rinnovare meno contratti (35%) e a rimanere indietro rispetto alla concorrenza (31%).

La richiesta della flessibilità

L’81% dei viaggiatori d’affari italiani (percentuale più alta tra tutti i mercati intervistati, che si riduce al 68% a livello globale) dichiara apertamente di voler tornare a viaggiare per lavoro ma alle proprie condizioni: in particolare, desidera avere maggiore controllo sull’itinerario con la flessibilità come fattore determinante per più di 2 viaggiatori su 3 (il 69%).

Più di un terzo reputa poi essenziale la scelta delle proprie sistemazioni preferite (37%), così come la possibilità di prenotare i propri viaggi direttamente attraverso i siti web dei fornitori, come compagnie aeree o hotel (36%). A parte gli obiettivi aziendali, il desiderio di poter rimettersi in viaggio è motivato anche dalla possibilità di vedere posti nuovi (61%), prendersi una pausa dalla vita quotidiana (53%) e stabilire legami personali con clienti e colleghi (52%).

Inoltre, i business traveller italiani sono particolarmente interessati a soggiornare in hotel più grandi (38%), a evitare scali aeroportuali (34%), a prediligere le trasferte nazionali (34%) e quelle a breve distanza (34%).

La necessità di maggiore flessibilità ha tra le sue cause la pandemia, ma tra i lavoratori resta comunque alta l’aspettativa che il datore di lavoro si impegni a tutelare la loro salute sicurezza durante i viaggi d’affare. Al riguardo, si ritengono responsabili in prima persona: più di 2 viaggiatori d’affari italiani su 5 (41%) si assumono responsabilità maggiore riguardo alla loro salute e sicurezza durante una trasferta e circa 3 su 4 (72%) desiderano allentare le restrizioni delle policy sui viaggi o tornare alle policy pre-COVID-19.

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