Mobilità sostenibile è una parola che sentiamo pronunciare sempre più spesso e che assai di frequente è al centro di normative, obblighi e mission aziendali. A livello urbano è dal 2017 che è in vigore l’obbligo per le città oltre i 100.000 abitanti di adottare i Piani Urbani di Mobilità Sostenibile (Pums), introdotti con una legge del 2000. Leghiamo questa espressione ad un futuro migliore, fatto di benessere e soprattutto meno inquinamento. Infatti la mobilità sostenibile rappresenta quell’insieme di infrastrutture, mezzi e strategie a basso impatto ambientale. Non si tratta solamente di abbattere la CO2, ma anche di ridimensionare l’inquinamento acustico, lo smog, la confessione del traffico e l’incidentalità in città, in una sola parola: esternalità negative. Il termine fa riferimento ai problemi che indirettamente una persona che guida un veicolo procura agli altri e all’ambiente, provocando costi sociali in termini di salute, disagi e imposte. E allora quali sono oggi le azioni più green legate ai trasporti e quali sono le principali forme di mobilità sostenibile? Facciamo insieme il punto per comprendere su quali ambiti puntare per migliorare, nel nostro piccolo, a ridurre il proprio impatto ambientale o quello della nostra azienda.
Sommario
ToggleLe soluzioni di trasporto sostenibile
La mobilità sostenibile si basa sulla regolamentazione di scelte individuali oppure tramite un intervento pubblico del legislatore.
Trasporto pubblico
Ovviamente incentivare il ricorso ai mezzi pubblici è la prima soluzione che salta in mente. La forma di trasporto organizzato e collettivo vanta un minore impatto ambientale rispetto all’utilizzo dei mezzi di trasporto privato. Si tratta della prima forma di intervento in fatto di mobilità sostenibile sia a livello locale, con autobus, metropolitane, filobus e tram, che a livello internazionale con collegamenti aerei ferroviari e marittimi. Soprattutto a livello urbano, incrementare il servizio significa assicurare un migliore funzionamento relativo alla frequenza delle corse e alla puntualità dei mezzi. Inoltre favorire una penetrazione più capillare dell’infrastruttura sul territorio costituisce un punto chiave nelle politiche di incremento del ricorso al trasporto pubblico da parte dei cittadini.
Corsie preferenziali
Le corsie preferenziali sono quelle corsie su strade a scorrimento veloce destinate esclusivamente a mezzi di trasporto pubblico o mezzi di emergenza. Per ricollegarci al punto precedente, la presenza di queste corsie assicura ad autobus e filobus di evitare il traffico rispettando gli orari previsti delle corse. Pertanto la presenza di corsie preferenziali offre un ulteriore vantaggio a chi utilizza un mezzo pubblico al posto del veicolo privato.
Piste ciclabili
Le piste ciclabili vengono spesso avvertite come poco sicure. Inoltre non sempre consentono di raggiungere ogni angolo della città e soprattutto il posto di lavoro. Se il territorio è particolarmente pianeggiante o con bassi dislivelli, la presenza di corsie ciclabili potrebbe incentivare le persone a preferire la bicicletta all’auto o allo scooter per piccoli spostamenti urbani, unendo al benessere fisico quello per l’ambiente.
Pedaggio urbano e parcheggi a pagamento
Il pedaggio urbano, o “road pricing“, consiste nel pagamento di un biglietto per accedere alla aree urbane che tutti i mezzi privati devono pagare per accedere, spesso in centro città. Questa misura riduce la congestione del traffico e lo smog, oltre ad essere un disincentivo ad usare il proprio veicolo e invece un ulteriore incentivo per i cittadini ad usare i mezzi pubblici. Le medesime finalità hanno l’istituzione di parcheggi a pagamento. Anche in questo caso siamo infatti di fronte ad un’azione che punta a decongestionare il traffico nel centro urbano. Nelle zone periferiche i parcheggi a pagamento possono invece generare malcontento.
Sharing Mobility
Il car sharing è una forma di mobilità collettiva che consiste nel noleggio di un veicolo privato per poche ore o pochi giorni. Soprattutto nei centri urbani comincia ad essere molto diffuso e praticato con automobili a basso impatto ambientale. Oltre alle auto, i servizi di sharing includono anche biciclette e monopattini elettrici, inoltre esistono sia sistemi station based che di free floating. Soprattutto in questo secondo caso è necessaria anche un’educazione da parte dei cittadini nel parcheggiare i mezzi in città. Il procedimento è molto semplice e la possibilità di avere un’auto a disposizione a portata di app spinge le persone a rinunciare ad acquistare automobili se non strettamente necessarie.
Car pooling
Un’altra forma di mobilità collettiva è il car pooling. Si tratta della condivisione di un mezzo privato da parte di diverse persone, che siano colleghi o conoscenti, i quali percorrono lo stesso tragitto casa-lavoro nei medesimi orari. Scegliere di condividere l’auto con altre persone, non solo riduce il traffico e l’inquinamento atmosferico, ma assicura una riduzione della spesa legata alla benzina. Diverse aziende hanno istituito dei piani di incentivazione legati al car pooling.
Blocco del traffico
Se il blocco del tragico è un intervento pubblico occasionale per limitare parzialmente o totalmente la circolazione di veicoli nelle aree urbane per ridurre l’impatto ambientale, le ZTL, cioè le zone a traffico limitato, consistono in un blocco permanente del traffico nelle aree più congestionate della città. Tale misura di amministrazione pubblica può essere generale o applicata ai veicoli più inquinanti. La ZTL ha come scopo finale di incentivare le persone ad usare i mezzi pubblici piuttosto che la propria macchina o sostituire il mezzo privato con uno a basso impatto ambientale. Tuttavia le zone a traffico limitato, secondo Ecoage, potrebbero limitare la libertà di movimento dei cittadini a basso reddito residenti nelle aree ZTL.
L’intermodalità accessibile per una mobilità sostenibile è la sfida del futuro. Sarà necessario che le amministrazioni pubbliche, centrali e locali, favoriscano l’integrazione e l’interconnessione dei diversi sistemi e servizi di trasporto, sia pubblico che privato, attraverso la condivisione di dati, l’apertura a terzi, sistemi di prenotazione e pagamento. Infatti il futuro saranno le smart city, nelle quali spostarsi in maniera agevole, comoda e sicura tra parcheggi, reti di ricarica e modelli di new mobility.