Secondo il DESI Digital Economy and Society Index siamo 25esimi, posizionandoci negli ultimi posti della classifica tra i Paesi in Europa. Anche se l’indicatore ci dice che stiamo facendo piccoli miglioramenti nella giusta direzione, siamo sicuramente molto indietro rispetto a Paesi simili al nostro per dimensioni, popolazione e caratteristiche socio -economiche.
L’osservatorio del Politecnico di Milano in collaborazione con AglD cerca di comprendere attraverso specifici studi e analisi il livello di digitalizzazione dell’Italia, quali le aree di miglioramento, quali le aree e le procedure adottate dalle PPAA e le imprese in particolare quali acquisti di strumenti e tecnologie digitali introducono al fine di far collaborare e interagire le PPAA stesse con le imprese e i cittadini. Cercando di comprendere quali benefici e miglioramenti i cittadini stessi traggono e quali criticità ancora si registrano.
Al di là delle classifiche che non premiano l’Italia, ognuno di noi può facilmente comprendere quali siano le differenti infrastrutture digitali tra le aziende private e la Pubblica Amministrazione e a che differente velocità viaggiano, le prime rispetto alle altre.
Non si tratta molte volte di volontà e di investimenti sicuramente differenti tra i due comparti, pubblico e privato, ma anche di risorse umane poco inclini al cambiamento e al rimettere in gioco capacità, competenze e ruolo individuali.
Il cambio generazionale nelle aziende, bloccato con l’avanzamento dell’età pensionabile dei lavoratori e dei manager sicuramente influisce, con la capacità di sviluppare nelle aziende soprattutto pubbliche, infrastrutture digitali poco comprese e poco affini a chi ha trascorso la propria carriera lavorativa tra faldoni impolverati, picchiando timbri sulla scrivania con protocolli e procedure cartacee.
Negli ultimi anni tuttavia, le nuove norme legate alla fatturazione elettronica e l’archivio digitale e l’utilizzo delle carte di credito corporate o virtuali, hanno spinto almeno nell’ambito del business travel all’automazione e alla digitalizzazione di diversi processi e attività contribuendo alla dematerializzazione dei giustificativi cartacei velocizzando tempi di lavorazione e pagamento.
Molte aziende stanno implementando all’interno del proprio infrastruttura digitale questi strumenti, validi alleati non solo del travel manager soprattutto degli uffici amministrativi e del personale.
L’investimento in questi strumenti si ripaga da solo in breve tempo, riducendo i costi di gestione delle note spese e delle trasferte di oltre il 50% riducendo al minimo gli errori recupera denaro e risorse a beneficio dell’azienda. Inoltre restituendo dati indispensabili per la corretta gestione e il governo della spesa del travel, questi strumenti si rivelano indispensabili per monitorare in tempo reale i costi e le abitudini d’acquisto.
Nella corsa al digitale possiamo tranquillamente dire che da sempre il mondo dei viaggi è stato un elemento trainante, non solo in Italia. Lo sviluppo dell’e-commerce, dei metasource e dei comparatori hanno visto in questo mercato i primi numeri importanti. Numeri in continua crescita ed evoluzione che proponendo nuove soluzioni e servizi a un numero sempre maggiore di utenti sono utilizzati anche dai più reticenti.
Non saprei dire se il prossimo anno vedrà l’Italia migliorare la propria posizione in classifica in tema di digitalizzazione ma certamente è ormai un processo avviato e inarrestabile.