L’india dal punto di vista del viaggiatore d’affari.

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Sebastiano Ramello da sempre gira il mondo e da oltre 12 anni è consulente internazionale nel settore vino, dove si è occupato di aprire e consolidare mercati internazionali per le aziende vinicole italiane.

Ogni anno trascorre i mesi di novembre e dicembre tra Cina e Hong Kong. Noi lo abbiamo raggiunto al suo arrivo in India dove in questo momento si trova per affari.

Abbiamo parlato molto di India sul nostro portale, attraverso le storie di altri viaggiatori d’affari come te. Puoi raccontarci qualche novità?

Una mucca sacra che si ciba di plastica e rifiuti

“L’India, purtroppo, sempre più sta perdendo il fascino di un tempo, quello che per loro è diventato un leggero benessere non ha che centuplicato l’inquinamento. Considera che oggi l’India è considerato lo stato più inquinato al mondo e le sue città sono diventate davvero invivibili a causa dello smog, della polvere e dell’inquinamento acustico.

In ogni angolo trovi plastica e immondizia come una discarica a cielo aperto, che piano piano sta anche ricoprendo le magnifiche spiagge tropicali e i templi millenari, fiumi e mare utilizzati come bacino per smaltire rifiuti di ogni tipo, di una popolazione che ormai ha raggiunto quasi un miliardo e mezzo di abitanti e che si dice che presto supererà la Cina”.

Come è cambiata questa situazione?

“Ricordo quando ho vissuto in questo paese tra il 2006/2007, allora si parlava di CINA/INDIA, di due grandi potenze in via di sviluppo. Be’ sì, la CINA ha fatto passi da gigante, modernizzandosi e diventando capitale ormai della tecnologia, mentre l’India ha fatto fatica a crescere in modo organico e a mettersi al passo con gli altri paesi. A parer mio posso dire che è retrocessa. Ad esempio, qui ancora avvengono black-out improvvisi che tolgono la luce a interi quartieri e città, i treni sono sempre quelli di 50 anni fa, sembrano più un carico di bestiame che a un treno pubblico, e quello che più infastidisce è l’odore di urina ed escrementi ad ogni angolo.

Anche la scelta degli hotel diventa difficile. Ci sono hotel che pubblicizzano stanze di lusso che poi in realtà dal vivo si avvicinano di più a luoghi indecenti. La mobilità non è mobilità! Anche i treni “super fast” viaggiano sì o no ai 50 km/h.”

Ma allora qual’ era il vero fascino dell’India?

“Erano i sorrisi, i sorrisi della gente per strada, delle famiglie e negozianti che ti invitavano per un tè, che amavano chiacchierare e scoprire cosa ci fosse al di fuori del loro paese; purtroppo tutto questo oggi non esiste più o meglio l’anima umana e felice dell’India si è ridimensionata: sorridono sempre meno, e le persone imbronciate, sempre più tristi, le trovi con più frequenza. Quello che ho notato negativamente è un totale cambio di rispetto dell’ospite straniero. Sembra quasi che oggi siamo degli indesiderati”.

Ci fai degli esempi?

“Sui treni, sui bus, negli hotel spesso mi sono trovato nei posti peggiori; ogni volta che si fa un acquisto in negozio o ristorante guarda caso si sbagliano nel darci il resto, ad ogni parco, museo o palazzo c’è un prezzo di ingresso per i locali che normalmente è di poche rupie e un prezzo per gli stranieri che la maggior parte delle volte si aggira al 500/1000 % in più”

Cosa ci dici dal punto di vista del business?

“L’India la conoscevo bene, sia come turista sia come viaggiatore d’affari, ma fare affari oggi con gli indiani è sempre più complicato. I rapporti commerciali sono diventati più duri, rischi di perdere molto tempo per una trattativa che spesso non va a buon fine. E, inoltre, ho riscontrato un tema di onestà che genera dei contenziosi davvero fastidiosi. Credo che oggi, per un italiano, investire in India necessiti di molta più attenzione”.

Sebastiano, tu ti occupi di commercializzare il vino italiano anche in India. Vale ancora la pena?

“Per me l’India sta diventando un paese problematico: gli investimenti che si fanno – anche in termini di tempo – sono elevati rispetto al ritorno che si può ottenere. E non si tratta di una visione a breve o lungo termine. Le tasse sull’alcol sono ancora esagerate e questo comporta che un prodotto di medio livello venga venduto al prezzo di uno classificato “di lusso”. La burocrazia è eccessiva. Poi bisogna considerare che ogni stato ha le sue leggi che devi osservare, e inoltre molti importatori (quindi acquirenti) di vino ancora prima di iniziare ad acquistare vorrebbero ricevere del danaro. Suggerisco di fare molta attenzione ad anticipare denaro prima di aver visto o meglio ricevuto il prodotto. Infine, c’è un tema di infrastruttura di Paese, che è oggi ancora molto debole e questo impatta sulla distribuzione interna.

Sebastiano Ramello a GOA

Esistono però delle eccezioni, ad esempio GOA dove la tassazione per la vendita degli alcolici è facilitata. Goa, che si trova nel sud dell’India, è stata fino al 1961 sotto la “bandiera portoghese” ed è oggi uno Stato che attira molto turismo, e di conseguenza il consumo di alcolici.

Tuttavia, sembra che le nuove politiche potrebbero far aumentare dall’aprile 2020 le tasse sull’alcol. Se questo dovesse avvenire sarebbe un contraccolpo notevole non solo per la vendita degli alcolici ma anche per il turismo in generale.

Ci resta solo il conforto che le bevande alcoliche a Goa costeranno comunque meno rispetto al resto del Paese. Su questo articolo in rete ci sono maggiori dettagli” https://www.goaprism.com/alcohol-to-become-upto-50-percent-expensive-in-goa-from-april-2020/#.Xkphi2hKjIU

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