Il Rapporto Italiani nel Mondo 2023: un’analisi approfondita della mobilità

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In un panorama lavorativo globale in continua evoluzione, il Rapporto Italiani nel Mondo 2023 della Fondazione Migrantes offre una panoramica dettagliata della mobilità giovanile e previdenziale degli italiani.

L’analisi, basata su dati ufficiali e interviste a esperti e attori del settore, rivela sfide significative che l’Italia deve affrontare in materia di lavoro, istruzione e sviluppo. Tuttavia, il focus si sposta quando si analizzano le percezioni dei lavoratori italiani, particolarmente rilevanti in un contesto di incertezza post-pandemica. L’Italia, con la sua fragilità occupazionale e una problematica giovanile di grande rilevanza, si trova di fronte a sfide significative.

La situazione occupazionale in Italia e in Europa

Mentre l’Europa vede una crescente propensione al cambiamento lavorativo, gli italiani si sentono imprigionati nelle loro carriere. Solo l’18% ritiene di poter influire sul proprio destino professionale, un dato allarmante che riflette una mancanza di coinvolgimento e una diffusa insoddisfazione. La situazione peggiora tra i giovani, con quasi la metà dei ragazzi tra i 18 e i 34 anni che sperimenta segnali di deprivazione, soprattutto nell’istruzione e nel lavoro.

Differenze retributive e opportunità di studio

L’analisi dei guadagni rivela una disparità significativa: i lavoratori italiani guadagnano circa 3.700 euro in meno della media europea, con un divario ancora più ampio rispetto ai colleghi tedeschi. Il titolo di studio emerge come un catalizzatore per migliori opportunità, specialmente nel Mezzogiorno e per le donne. Il tasso di occupazione dei laureati supera di 30 punti percentuali coloro con titoli inferiori, con un divario che si amplia a 35 punti nel Mezzogiorno, a 44 punti per le donne e quasi 50 punti per le donne del Meridione.

La nuova questione giovanile italiana ed europea

L’analisi rivela la presenza di una nuova e rilevante questione giovanile, coinvolgente su vari piani, dall’identità all’esistenza, dall’occupazione al professionismo. Nonostante se ne parli ampiamente, le azioni concrete per affrontare questa problematica sono ancora limitate, mentre i giovani, stanchi di attendere, cercano soluzioni altrove.

La Mobilità giovanile e le partenze dall’Italia

La mobilità giovanile emerge come una risposta alla mancanza di opportunità nel proprio paese. Nel 2022, i movimenti migratori interni sono in aumento, con un +4% rispetto all’anno precedente. Tuttavia, la tendenza vede il Meridione d’Italia pagarne il prezzo. Le regioni settentrionali, soprattutto Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia e Lombardia, risultano essere le più attrattive.

Il Profilo dei giovani espatriati

Il 44% delle partenze riguarda giovani tra i 18 e i 34 anni, dimostrando una crescente tendenza all’espatrio tra i giovani italiani. Nonostante un leggero decremento nelle partenze ufficiali, il numero di giovani italiani che cercano opportunità oltre i confini nazionali continua a crescere, suggerendo un cambiamento nella dinamica della mobilità italiana post-pandemica.

La crescita della comunità italiana nel Mondo

L’Italia oltre i confini nazionali conta oggi circa 6 milioni di cittadini, una crescita del +91% dal 2006. L’analisi della presenza italiana all’estero rivela una varietà di trend interessanti. Le italiane all’estero sono praticamente raddoppiate (+99,3%), con un aumento significativo di minori (+78,3%) e anziani over 65 anni (+109,8%).

Distribuzione Geografica e Profilo Demografico
Il 46,5% degli italiani residenti all’estero proviene dal Meridione, il 37,8% dal Settentrione e il 15,8% dal Centro. La Sicilia emerge come la regione d’origine più numerosa, seguita da Lombardia, Campania, Veneto e Lazio. Le italiane all’estero sono in costante aumento, rappresentando il 58,2% degli iscritti all’AIRE.

La Mobilità Previdenziale degli Anziani Italiani
Dopo una temporanea interruzione dovuta alla pandemia, la mobilità previdenziale degli anziani italiani mostra segni di ripresa. Le iscrizioni all’AIRE per espatrio degli over 65 anni aumentano del +17,8% per chi ha 65-74 anni, +15,1% per 75-84 anni e +5,3% per gli over ottantacinquenni.

Il diritto ad emigrare, sintesi delle conclusioni del rapporto

Il diritto di migrare e di restare si intrecciano nella storia contemporanea come diritti fondamentali legati alla libertà individuale. In un mondo segnato da conflitti, la libertà diventa sempre più individuale, conquistata talvolta a discapito degli altri.

La mobilità degli italiani riflette una tendenza più legata alla necessità che alla libertà di scelta. Tuttavia, il diritto di partire non dovrebbe escludere il diritto di restare o di ritornare nella propria terra.

Un approccio di accoglienza, tutela e integrazione dei migranti può costituire la premessa per un ritorno positivo nei paesi di origine. Contrariamente ai respingimenti, questa prospettiva non solo salvaguarda i diritti fondamentali ma contribuisce anche a ricostruire storie di libertà e sviluppo.

Il diritto di restare, migrare e ritornare rappresenta un unico dilemma esistenziale per il migrante, richiedendo un’accoglienza pronta a riconoscere e valorizzare il cambiamento che la migrazione inevitabilmente comporta.

La migrazione deve diventare un diritto veramente libero, un impegno collettivo sia per individui che istituzioni, inclusa la Chiesa. L’Europa, con la sua storia, è chiamata a unire anziché dividere, accogliere anziché respingere, ricostruendo l’anima che ha ispirato i padri fondatori.

(Il Rapporto Italiani nel Mondo giunge, nel 2023, alla diciottesima edizione.)

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