Trasferirsi a vivere in Cambogia e aprire un’attività: la storia di Francesca

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La storia di Francesca Ramello, nata a Fossano (provincia di Cuneo) 43 anni fa e oggi una felice imprenditrice e expats in Cambogia.  Noi di Travel for business l’abbiamo intervistata per voi. Una storia affascinante, che spiega passo dopo passo come Francesca abbia maturato la voglia e la determinazione di trasferirsi in Cambogia e come si apre un’attività di grande successo!

“Sono nata in una famiglia speciale che mi ha insegnato ad essere libera e felice delle piccole cose, ad amare la natura e rispettare le culture differenti.

Fin da piccola ho amato disegnare e creare usando la fantasia, all’età di 14 anni ho iniziato ad avvicinarmi all’arte e alla pittura, ho frequentato il Liceo Artistico e presto ho iniziato a partecipare alle prime esposizioni di arte contemporanea nazionali e in seguito internazionali.

L’arte presto è divenuta indispensabile nella mia vita ed ho espresso la mia vena creativa in diversi campi, per un periodo ho lavorato, in gran parte dell’Italia, come decoratrice per la Pernot Richard company, e in seguito ho aperto la mia ditta di interior design. Ho vissuto un periodo di circa 2 anni in Irlanda dove ho disegnato l’estetica di ristoranti e case private e partecipato ad alcune esposizioni personali.

Ho sempre amato viaggiare ed esplorare nuovi paesi dai quali assorbivo nuove ispirazioni.

Prima di arrivare in Cambogia ho vissuto un periodo in India (paese che ho viaggiato fin dal 1998) esponendo il mio lavoro artistico in New Delhi e Kolkata.

La Cambogia è stata la scelta più bizzarra e avventata che ho fatto in vita mia, ma non la rimpiango affatto.

Quando vivevo a Delhi ho conosciuto in una piccola Dhaba (tipici ristoranti locali) il mio attuale compagno di nome Taka, anche lui viveva li lavorando come fotografo. Ci siamo innamorati subito e abbiamo scoperto di avere sogni simili tra i quali il desiderio di aprire una Guest House.

La decisione di aprire una Guest House in Cambogia, dal sogno alla realtà

Taka è di origini giapponesi, ha vissuto per un periodo molto lungo in Spagna, le nostre esperienze a contatto con culture differenti ci hanno dato l’ambizione di credere che non sarebbe stato difficile avere a che fare con clienti provenienti da tutto il mondo.

L’India non e’ un paese semplice, aprire un attività per uno straniero è piuttosto complicato e si è sottoposti a troppi rischi.

Tornata a casa, per finire un progetto di interior design, mia mamma mi suggerisce la Cambogia, dove lo straniero può aprire un business a proprio nome  senza il bisogno di avere un partner locale. Ciò dimezza notevolmente i rischi di possibili imbrogli. Io, in quel periodo, ne sapevo ben poco della Cambogia, non era mai stato un paese che avesse attratto il mio interesse, ma ho deciso di andare in esplorazione, in ogni caso sia io che Taka avevamo bisogno di una vacanza.

Io e Taka ci siamo incontrati a Bangkok nel marzo 2014 e siamo entrati in Cambogia l’inizio di Aprile 2014, senza minimamente immaginare che il nostro sogno sarebbe diventato realtà.

Ci siamo diretti subito sulla costa, nella zona chiamata Sihanoukville province, da poco divenuta conosciuta per le sue belle spiagge e le isole tropicali.

Oggi abbiamo una Guest House con 27 camere e 5 appartamenti a un minuto di cammino dalle spiagge di Occheauteal, che porta il nome della cagnetta travata qui ( e che è stata uno dei motivi finali per cui abbiamo deciso di fermarci) Chochi Garden Guest House.

Abbiamo lavorato 6 intensi mesi per rinnovarla, quando l’abbiamo acquistata era fatiscente, gestita da un signore anziano olandese con seri problemi di alcool e che da tempo l”aveva abbandonata a sé stessa. Le piante al limite della sopravvivenza, il giardino ridotto ad una discarica le camere un vero tugurio, ma dietro a tutto questo io e Taka abbiamo visto il suo fascino e con tanto impegno abbiamo creato quello che ora viene considerato un piccolo paradiso immerso nelle piante tropicali, alberi da frutta e coloratissime buganvillee.

Le abbiamo cambiato il nome e il volto, prima era un ricettacolo di tossici e prostitute, abbiamo messo regole e selezioniamo I nostri clienti. Visto il paese in cui mi trovo dove, purtroppo c’è molta prostituzione, ho dovuto mettere un cartello all’ingresso con una grossa scritta “NO Prostitution”.

I nostri clienti sono per lo più coppie, sani viaggiatori, persone di una certa età che hanno voglia di trascorrere l’inverno al caldo (per questo abbiamo a disposizione 5 appartamenti completamente arredati). All’inizio non è stato semplice selezionare la clientela ma in poco tempo, grazie al passaparola, alle recensioni e alla comparsa sulla Lonely Planet della nostra Guest House segnata con un cuoricino o una stellina, la Guest House e’ diventata esattamente quello che desideravamo.

I suggerimenti di Francesca per aprire un’attività in Cambogia e non incappare in imbrogli

Quando 3 anni fa siamo arrivati a Sihanoukville e abbiamo intrapreso la nostra ricerca per trovare il business adatto alle nostre esigenza pensavamo che trovare una buona real estate sarebbe stato facile invece abbiamo trascorso circa quattro mesi per riuscire ad avere delle blande informazioni. Tutti volevano venderci qualcosa e spesso erano imbrogli.

Bisogna fare molta attenzione ai documenti dei terreni, esistono terre del governo date in concessione a dei locali i quali molto spesso non hanno diritto di subaffittare (oppure si prendono diritto di subaffittare senza spiegare quali possano essere esattamente I rischi), mostrano dei ridicoli contratti scritti in lingua Cambogiana, promettendo affitti a lungo termine, ho visto più di una persona pagare notevoli somme per dei business e perdere tutto l’investimento in pochi giorni. Bisogna agire con molta cautela, senza fretta e con molta diffidenza, inizialmente è frustrante perché’ con il passare dei giorni ci si trova sempre più confusi, con sempre più timore di imbattersi in un imbroglio. Ci sono anche molti expats che cercano di attirare gli investitori presentandosi come consulenti, agenzie immobiliari etc. ma è bene diffidare anche di quest’ultimi e, usando un buon istinto, avvicinarsi alle persone che, avendo già un attività, possono dare consigli utili o agli stranieri che hanno buona reputazione e/o licenze per lavorare come real estate.

Nella capitale ci sono Notai governativi che possono controllare i contratti, certificarli e garantirli.

Una volta stipulato il contratto, fare le licenze per l’attività, la nostra oltretutto non e’ una company, e’ una passeggiata. Fatti tutti i documenti si può’ iniziare a lavorare.

Noi purtroppo, sebbene abbiamo fatto l’impossibile per assicurarci che il nostro business avesse tutte le carte in regola e fosse sicuro, abbiamo avuto la disgrazia di firmare un contratto (grazie a Dio con Hard title) con dei proprietari terrieri poco affidabili e poco onesti.

Un brutto imprevisto….

Dopo aver rinnovato e dopo soli 4 mesi dall’apertura, hanno cercato di buttarci fuori. Abbiamo subito intimidazioni per circa 2 mesi, abbiamo dovuto chiedere protezione all’Ambasciata Giapponese e alla polizia di immigrazione. Abbiamo temuto molto non solo per il nostro business ma anche per la nostra incolumità, la vita ha poco valore qui quando c’è di mezzo il denaro. Sono stati giorni terribili, in un paese dove l’aiuto e’ poco, fidarsi è’ difficile, le leggi, seppure esistono, vengono applicate secondo l’umore del giorno (e secondo chi paga di più)

Con l’aiuto di un avvocato abbiamo chiesto al tribunale di proteggere il nostro contratto, abbiamo avuto la garanzia di avere un contratto legale ma i problemi non sono finiti. I nostri proprietari terrieri ci hanno portato in tribunale dicendo che il nostro contratto doveva essere cancellato dicendo che al momento della stipulazione loro non erano capaci di intendere e volere e altre stranezze. In quei giorni, siccome ho iniziato a soffrire di insonnia, la notte mi sono studiata tutte le leggi Cambogiane (le leggi di questo paese sono una copia di quelle francesi e giapponesi) riguardanti il mio caso, ho dovuto farlo per riuscire a non farmi imbrogliare dal nostro avvocato. Alla fine, dopo aver speso una consistente somma di denaro per avvocati, traduzioni e traduttori (Tutti i documenti qui sono in lingua locale, in tribunale si parla solo Khmer e bisogna aver un traduttore fidato per essere sicuri che traduca il vero e non si sia accordato con la controparte), polizia, viaggi a Phnom Penh per parlare con le Ambasciate, abbiamo vinto alla prima corte. Le spese legali non ci sono mai state rimborsate, i danni morali che, dopo un anno di calvario in tribunale sono stati enormi, ridicoli e i problemi comunque a tutt’oggi non finiti. Siamo ancora sotto ricatto, con un appello alla seconda corte, i proprietari spariti, e, sebbene invio innumerevoli lettere per chiedere di incontrarci, non si sono più fatti vivi.

Aprire un’attività in Cambogia è una cosa seria

Avere un’attività di questa portata qui non è semplice: io e il mio compagno, per garantire pulizia, sicurezza ed efficienza, lavoriamo circa 14 ore al giorno sebbene abbiamo parecchie persone come personale. Trovare un buon team di lavoratori è un’impresa al limite dell’impossibile, non bisogna mai lasciarli soli e controllare quotidianamente il loro lavoro. Spesso non si presentano al lavoro o spariscono e non si vedono più. Bisogna essere pronti a ricoprire tutti i ruoli, dalla donna delle pulizie alla cuoca, dal receptionist al security guard.

Noi abbiamo impiegato più di un anno a trovare un personale di fiducia e abbiamo dovuto abbassare molto le aspettative.

Il sogno di un attività come la nostra ai tropici alletta molte persone che stanche delle routine quotidiane pensano che qui la vita sia fatta di giornate in spiaggia, cocktail con amici sotto le palme e molto relax ma non è esattamente così.

Dirigere una Guest House in queste zone può risultare più impegnativo di quello che si pensa. Lo staff che non lavora, la burocrazia lenta e quasi investente, le infrastrutture che non funzionano la manodopera inefficiente sono causa di stress quotidiano.

Vita personale? Beh! Non è che ho molto tempo per pensarci e mi mancano un po’ le frivolezze che noi donne tanto amiamo e le gallerie d’arte. In compenso ci sono I miei clienti che la sera al  bar con i loro  racconti mi fanno viaggiare il resto del mondo, con molti instauriamo buoni rapporti e continuiamo a sentirci anche dopo la loro partenza.

Le differenze culturali tra Cambogia e Italia

Sebbene i problemi che ho dovuto affrontare non rimpiangerò mai la scelta che ho fatto mi ha dato l’opportunità di imparare a relazionarmi ad una cultura nettamente diversa dalla nostra e di mettermi alla prova e sebbene non sia divertente di imparare come difendermi in tribunale dove tutto è incerto.

Parlare di differenze culturali tra Cambogia e Italia è quasi impossibile, direi tutte a parte l’amore per le riunioni famigliari. Nel nostro paese l’aggressività verbale e vista come segno di potere una persona che si vuole imporre alza la voce, corruga la fronte qui questo atteggiamento è quasi sinonimo di debolezza, in una discussione è sempre bene mantenere la calma. Si ride spesso. Quando una persona è imbarazzata ride e per noi a volte questo è causa di fraintendimenti, nella nostra cultura ridere di fronte ad una persona quando questa e’ arrabbiata con noi è inaccettabile. Si potrebbero elencare innumerevoli differenze ma non vorrei togliere il piacere di scoprirle da sola alla persona che un giorno verrà a visitare questo bel paese.

Il popolo cambogiano e le relazioni di business

I Cambogiani sono persone estremamente piacevoli, gentili e molto pacate nei loro modi. Io ringrazio molti locali per avermi sostenuta e aiutata durante il mio problema con i proprietari terrieri.

Ci vuole tempo per essere accettati dalle persone locali e dal villaggio. All’inizio siamo dei Barang (Stranieri) col tempo se impariamo a relazionarci nel modo giusto le relazioni diventano più strette e si gode di carinerie estreme, ma in fondo credo che sia cosi in molte altre parti del mondo. Molto dipende anche dalle aree che si frequentano. Io per esempio vivo in una zona basata molto sul turismo, dove lo straniero è immaginato come un dispensatore di dollari (in Cambogia la moneta locale è il riel ma sono comunemente usati i dollari americani). Oltretutto molti degli stranieri che si sono stabiliti qui non hanno dato dei gran buoni esempi. Prostituzione, alcool e droga attirano molta gente che ha poco da perdere nei suoi paesi, non posso quindi biasimare se la popolazione locale a volte ci manchi di rispetto.

Imparare la lingua e’ molto importante, accelera le relazioni e di conseguenza facilita anche la riuscita del proprio business, io personalmente non mi sono ancora impegnata molto ma ho comprato un dizionario Italiano-Khmer scritto da un italiano che vive qua da molti anni e sto cercando di applicarmi.

Partecipare alla vita locale, oltre ad essere molto divertente, è doveroso per potersi inserire nella loro società e imparare la loro cultura. I matrimoni sono momenti di gran festa. Io al momento ho partecipato solo al matrimonio della figlia della mia donna delle pulizie, mi emoziono ancora adesso a pensarci, è stato molto bello vedere tutto il mio staff riunito con bei vestiti e acconciature, di solito sono abituata ad incontrarli solo sul lavoro dove I ruoli sono ben distinti, io sono il “boss” e loro I lavoratori anche se col passare del tempo sta nascendo sempre più un rapporto di confidenza e affetto come se fossero la mia famiglia in Cambogia, festeggiamo il Natale e compleanni insieme e quando la stagione e’ più tranquilla (da giugno ad ottobre) condividiamo dei bei momenti di allegria.

Io non ho mai trovato molte difficoltà ad approcciarmi a culture diverse, bisogna saper osservare e mettere l’arroganza da parte, aver voglia di imparare ma anche condividere le nostre usanze.

Aprire un’impresa in Cambogia non è facilissimo, bisogna fare molte indagini di mercato, avere tempo di visitare il territorio e comprendere le difficoltà’ burocratiche, trovare persone fidate e professionali con le quali collaborare. Molto dipende da che tipo di attività si vuole aprire”

 

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