Roma vs Milano: due città, due stili di mobilità

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A Milano vince il trasporto pubblico, a Roma resiste l’auto. Due modelli che riflettono scelte infrastrutturali e politiche diverse

La distanza non è solo geografica. Roma e Milano rappresentano due modelli di mobilità urbana che raccontano molto anche della loro economia.
Nella capitale il motore resta quello a combustione: il 57% dei cittadini si muove in auto privata, il 7% in scooter o moto. A Milano, invece, prevale la logica integrata – metro, tram, bici. Un cambio di prospettiva che si misura nei numeri e si riflette sulla produttività urbana, sui tempi di percorrenza, persino sulla qualità della vita.

Il dato che divide

Secondo la nuova instant survey “La mobilità a Roma e a Milano”, realizzata da Areté, solo un quarto dei romani utilizza abitualmente il trasporto pubblico locale. A Milano la quota sale al 42%, e quasi otto utenti su dieci si dichiarano soddisfatti della qualità del servizio (77%, contro il 28% di Roma).
Dietro il divario si nasconde una differenza strutturale negli investimenti: Milano ha ampliato la rete metropolitana fino a 118 km complessivi, Roma resta ferma a poco più della metà. Il risultato è tangibile: tempi di spostamento più brevi, meno congestione e una maggiore attrattività per chi lavora o studia.

Efficienza e fiducia

La scelta del mezzo non è solo un fatto di abitudine ma di fiducia nel sistema. A Milano, il cittadino medio sa che un tram o una metro arriveranno in orario; a Roma, l’incertezza spinge verso l’auto. Un circolo vizioso che alimenta traffico e costi economici.
Secondo stime di settore, un automobilista romano trascorre in media 140 ore l’anno bloccato nel traffico: un impatto diretto sulla produttività e sul benessere urbano.

Mobilità dolce e condivisa: trend in formazione

Sul fronte delle alternative, Milano mostra maggiore maturità. Il 6% degli intervistati usa regolarmente bici o e-bike, percentuale che a Roma resta marginale. Anche la sharing mobility evidenzia un gap: il car sharing è adottato dal 4% dei milanesi e solo dal 2% dei romani. Tuttavia il car pooling – soluzione intermedia e più sostenibile – è conosciuto e praticato saltuariamente dal 15% dei cittadini del capoluogo lombardo e dal 17% della capitale.
Segnali timidi, ma interessanti per un settore che, secondo Areté, potrebbe crescere sensibilmente nei prossimi due anni se sostenuto da incentivi mirati e da un’infrastruttura digitale adeguata.

La questione ambientale

Oltre la metà dei cittadini intervistati si dice favorevole al bando dei diesel Euro 5: il 62% a Milano, il 52% a Roma. È un consenso che fotografa un cambio di sensibilità, ma anche un potenziale scontro economico. Le limitazioni alla circolazione implicano costi di sostituzione del parco auto stimati in oltre 1.500 euro per famiglia, senza contare l’impatto sul mercato dell’usato e sulle piccole imprese della logistica urbana.

La lettura di Areté

«La nostra survey evidenzia due modelli di mobilità contrapposti» spiega Massimo Ghenzer, presidente di Areté. “A Roma prevale l’uso dell’auto privata, anche per carenza di alternative valide, mentre a Milano si afferma una mobilità integrata e soddisfacente, dove TPL e mezzi leggeri convivono. Emerge quindi un messaggio chiaro per l’amministrazione capitolina, da anni impegnata in una graduale opera di ampliamento della rete metropolitana. Mostrano margini evidenti di crescita le forme di mobilità condivisa che, dopo anni di esperienza sul campo, stentano ancora ad affermarsi pienamente”.

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