Ridesharing nei viaggi d’affari: c’è sempre un margine di rischio

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Le app di ridesharing nei viaggi d’affari sono ormai una pratica comune. Tuttavia l’azienda deve considerare i potenziali rischi per il dipendente di cui è responsabile.

Le app di ridesharing come Uber e Lyft sono generalmente sicure e affidabili, ma potrebbe capitare il contrario. Quando ci si trova in una destinazione poco conosciuta, una delle prime questioni è decidere come spostarsi ed è innegabili che queste app hanno integrato il modo di prendere un taxi offrendo comodità, accessibilità economica e spesso un senso di sicurezza. Tuttavia, alcuni viaggiatori si interrogano sull’opportunità di usare queste app in un paese straniero o in una nuova città, soprattutto in territori sconosciuti. E quando si tratta di sicurezza e trasferte di lavoro? Come dovrebbe porsi l’azienda rispetto al ridesharing nei viaggi d’affari? D’altronde è importante riconoscere che ogni partecipante a un viaggio di ridesharing accetta un certo livello di rischio.

In generale, le app di ridesharing si sono dimostrate sicure e affidabili, soprattutto se paragonate ai taxi non contrassegnati e ad altri mezzi di trasporto che possono invece esporre i viaggiatori ad estorsioni e altri pericoli, se non addirittura violenze. Il rapporto sulla sicurezza di Uber del 2022 ha rivelato che, nonostante la felice conclusione del 99,9% dei viaggi, sono stati segnalati oltre 3.000 casi di aggressioni sessuali sulla sua piattaforma statunitense nel corso di due anni, oltre a omicidi e incidenti stradali. Si tratta certamente di una minoranza di casi, ma tanto basta per far dubitare il datore di lavoro sull’opportunità di concedere al proprio dipendente di ricorrere ad app di ridesharing durante un viaggio d’affari. Questo soprattutto quando la destinazione della trasferta è in un paese straniero o in una città ad alto rischio.

Il successo delle app di ridesharing tra vantaggi e perplessità degli utenti

L’attrattiva delle app di ridesharing come Uber e Lyft per i viaggiatori è ormai una realtà consolidata, sia per gli spostamenti quotidiani che per muoversi all’estero per lavoro o piacere. Il loro successo dipende da una serie di fattori che includono la comodità di poter prenotare un passaggio da ogni punto con pochi clic, monitorare l’arrivo dell’autista in tempo reale, conoscere in anticipo il costo della corsa e il tutto senza preoccuparsi delle barriere linguistiche. Inoltre le app forniscono informazioni dettagliate sugli autisti rilasciate da altri utenti. Queste caratteristiche sono particolarmente preziose in occasione di viaggi di lavoro, durante i quali gli utenti hanno orari irregolari o devono trasportare oggetti di valore come documenti sensibili, carte di credito aziendali o dispositivi elettronici

In questo panorama di vantaggi e comodità non manca però qualche preoccupazione. Riprendendo il dato di Uber già citato, anche se il 99,9% dei viaggi termina senza problemi di sicurezza ce ne sono alcuni che hanno avuto preoccupazioni o hanno subito aggressioni utilizzando l’app negli ultimi anni. Talvolta i viaggiatori si sono solamente sentiti a disagio a causa del comportamento degli autisti, ma comunque si tratta di situazioni da evitare. 

In viaggio, in particolare in aree a rischio elevato o in situazioni di crisi come disordini civili o azioni militari, si può avvertire la necessità di un’opzione di trasporto più sicura. Ma esistono anche motivi logistici per cui un viaggiatore potrebbe cercare un’alternativa al ridesharing, come la mancanza di connettività internet in alcune aree, l’indisponibilità del servizio in determinate località o problemi con i pagamenti virtuali sulle piattaforme di ridesharing.

Le alternative alle app di ridesharing nei viaggi d’affari

Considerando quanto detto finora ci sono diverse alternative che garantiscono gli stessi vantaggi, verso cui il datore di lavoro potrebbe spingere i propri dipendenti in trasferta parlandone anche nella travel policy. Oltre ai tradizionali taxi ed NCC, a seconda delle destinazioni, si potrebbe prendere in considerazione la ricerca e l’uso di altre compagnie disponibili in loco. Piattaforme come Grab in Asia o Gett in Israele operano a livello regionale e internazionale, ognuna con standard di sicurezza e caratteristiche che possono variare. Il consiglio è sempre quello di informarsi su queste piattaforme in anticipo per conoscere le loro peculiarità e mettersi d’accordo eventualmente con il datore di lavoro per il loro utilizzo. Alcune di queste compagnie alternative offrono vantaggi unici che possono attrarre tipi specifici di viaggiatori, ad esempio aziende di proprietà cooperativa o che offrono servizi di lusso. Tuttavia, queste app potrebbero avere meno funzionalità di sicurezza rispetto a Uber o Lyft e la disponibilità di autisti potrebbe essere limitata in alcune aree.

Per chi preferisce il controllo totale sul proprio trasporto, noleggiare un’auto e guidare da soli è un’opzione sempre in pole position. Questo dà la giusta flessibilità e garantisce il massimo della tutela. È fondamentale però conoscere fattori come le regole del traffico locale, le condizioni stradali e la disponibilità di parcheggi. È importante anche familiarizzare con le usanze di guida locali e assicurarsi di avere una copertura assicurativa adeguata.

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