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ToggleL’indagine di Altroconsumo fotografa lo stato della mobilità nelle principali città italiane: l’automobile domina, mentre le alternative faticano a decollare. I cittadini chiedono investimenti strutturali nel trasporto pubblico locale.
Il dibattito sulla transizione verso una mobilità sostenibile è sempre più acceso: i dati raccolti da Altroconsumo offrono uno spaccato realistico — e per certi versi preoccupante — delle abitudini di trasporto urbano in Italia. La recente indagine condotta tra ottobre e novembre 2024 su un campione rappresentativo di residenti nelle città metropolitane di Milano, Roma e Napoli rivela che, nonostante le iniziative per incentivare mobilità condivisa e micromobilità elettrica, l’automobile resta il mezzo più utilizzato. A dimostrarlo è il fatto che l’84% dei romani, l’81% dei milanesi e il 77% dei napoletani la utilizzano almeno una volta a settimana.
Emerge però una crescente insoddisfazione, che si traduce in una richiesta chiara: rafforzare il trasporto pubblico locale. Secondo Federico Cavallo, Responsabile Public Affairs & Public Relations di Altroconsumo, “è una condizione che si ritrova in tutta Italia da Nord a Sud e che, come Paese, non possiamo più permetterci”.
Auto indispensabile, ma sempre meno desiderata
Nonostante il dominio dell’auto privata, circa la metà degli intervistati afferma di voler ridurne l’uso. Il desiderio è più marcato a Roma (54%), seguita da Napoli (50%) e Milano (48%). Tuttavia, la percezione di non avere alternative praticabili frena il cambiamento: il 46% dei romani, il 43% dei napoletani e il 36% dei milanesi lamentano l’assenza di opzioni concrete per spostarsi senza auto.
Le distanze quotidiane percorse dagli abitanti delle tre metropoli sono un indicatore importante del fenomeno: Roma guida con 27 km giornalieri a persona, seguita da Milano (23 km) e Napoli (19 km). La capitale detiene anche il primato per il tempo impiegato negli spostamenti urbani: ben 67 minuti al giorno, contro i 56 di Milano e i 52 di Napoli.

Trasporto pubblico: Milano guida, ma non basta
Milano si distingue per l’utilizzo e il livello di soddisfazione legato ai mezzi pubblici. Il 76% dei cittadini utilizza regolarmente autobus, tram e metropolitane, a fronte del 70% di Roma e del 58% di Napoli. Anche la soddisfazione generale della mobilità urbana vede Milano al primo posto, ma con un modesto 5,4 su 10, seguita da Napoli (4,5) e Roma (4,2). Seppur superiore, il voto del capoluogo lombardo resta sotto la sufficienza, segno di un sistema che necessita ancora di ampi margini di miglioramento.
Tra le cause principali del basso gradimento del trasporto pubblico spiccano la bassa frequenza delle corse, la scarsa puntualità e l’assenza di fermate accessibili. Tuttavia, se questi aspetti fossero migliorati, la propensione ad abbandonare l’auto crescerebbe sensibilmente: lo dichiara il 55% degli automobilisti romani, il 47% dei napoletani e il 39% dei milanesi.
Micromobilità e sharing: potenziale ancora inespresso
Un altro fronte critico riguarda la mobilità alternativa. Le infrastrutture per biciclette, monopattini e servizi in sharing non sono sufficientemente sviluppate per rappresentare un’opzione competitiva. Solo le infrastrutture pedonali di Milano ottengono un punteggio superiore alla sufficienza (5,6 su 10); tutti gli altri indicatori restano sotto il livello accettabile.
L’offerta di car sharing, bike sharing, scooter sharing e la presenza di colonnine per la ricarica elettrica risultano carenti in tutte e tre le città. Anche i servizi di taxi e NCC soffrono di inefficienze strutturali. Più di un terzo degli intervistati afferma che una riduzione degli spazi destinati al parcheggio privato li indurrebbe a lasciare più spesso l’auto a casa (45% Napoli, 38% Roma, 35% Milano), ma senza un’alternativa valida, la transizione rimane difficile.
La posizione di Altroconsumo: servono politiche pubbliche coraggiose
“La dipendenza dall’auto privata non è una scelta, ma una necessità”, commenta ancora Federico Cavallo. “La congestione urbana, l’inquinamento atmosferico, l’aumento dei costi per i cittadini sono problemi che richiedono interventi strutturali”. L’associazione chiede investimenti significativi nel trasporto pubblico locale, la creazione di parcheggi di interscambio e lo sviluppo di un ecosistema integrato che comprenda mobilità dolce, micromobilità elettrica e infrastrutture dedicate.
La proposta è chiara: un sistema accessibile, capillare e sostenibile, che metta al centro le esigenze dei cittadini. Solo così sarà possibile invertire la tendenza e ridurre l’impatto negativo della mobilità urbana sul benessere collettivo e sull’ambiente.
Verso un futuro integrato: l’urgenza della transizione
La fotografia scattata da Altroconsumo mostra una mobilità urbana ancora sbilanciata sull’automobile, ma allo stesso tempo pronta per un cambio di paradigma, purché ci siano le condizioni strutturali per farlo. Le città italiane sono chiamate a rispondere con piani di mobilità sostenibile che siano realmente attuabili e integrati, anche attraverso fondi pubblici e partenariati con operatori privati.
Le esperienze internazionali dimostrano che dove si investe in trasporto pubblico efficiente e mobilità alternativa, il cittadino è disposto a cambiare le proprie abitudini. In Italia, la transizione è solo all’inizio, ma i dati confermano una domanda crescente di cambiamento.
La mobilità è una questione di equità e sviluppo
La mobilità urbana, oltre a essere una sfida infrastrutturale, è sempre più una questione sociale ed economica. Accesso ai servizi, sostenibilità ambientale e qualità della vita sono temi interconnessi. Se l’Italia intende costruire città moderne, vivibili e competitive, la mobilità dovrà essere al centro delle politiche pubbliche. I dati di Altroconsumo offrono una bussola preziosa per orientare le scelte future, e il messaggio dei cittadini è inequivocabile: è tempo di cambiare marcia.