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ToggleCome cambierà la distribuzione nelle città europee grazie al nuovo progetto di micromobility urbana di Amazon, già presente in diverse città italiane
La trasformazione della logistica urbana passa ormai da soluzioni leggere, elettriche e distribuite in modo capillare sul territorio. Amazon sta imprimendo una forte accelerazione a questo processo, introducendo modelli operativi che combinano hub cittadini, mezzi leggeri a emissioni zero e un ripensamento completo delle consegne rapide. L’azienda sta così delineando un nuovo paradigma di distribuzione che riduce l’impatto del trasporto merci nei centri abitati grazie ad una nuova micromobility urbana e anticipa un assetto urbano in cui traffico e rumore non saranno più protagonisti.
Una rete urbana costruita intorno alla micromobilità
Il cuore della strategia di Amazon è rappresentato dalla diffusione di nodi logistici completamente dedicati ai mezzi leggeri. Si tratta di centri urbani di piccole dimensioni, progettati per supportare cargo bike elettriche, scooter da carico e altri veicoli compatti pensati per muoversi agevolmente nei quartieri più congestionati. Queste strutture consentono di spostare una parte significativa del traffico merci dai mezzi tradizionali a sistemi più agili e meno invasivi, riducendo ingombri, emissioni e livelli di rumore. Dal 2022 sono attivi hub in diverse città italiane, tra cui Milano, Bologna, Roma, Napoli, Trento, Genova e Firenze, con un’espansione che ha raggiunto anche Verona. In alcune di queste realtà la copertura dell’intera ZTL viene oggi garantita esclusivamente con veicoli leggeri e completamente elettrici, mentre Firenze è diventata un laboratorio nazionale per l’utilizzo strutturale delle cargo bike a pedalata assistita.
L’integrazione tra consegne rapide e mezzi leggeri
La novità più rilevante riguarda però l’inserimento della micromobilità nei servizi a consegna immediata. Il modello Same Day, tradizionalmente legato a mezzi più veloci e strutturati, viene ora sostenuto da cargo scooter elettrici e cargo bike, rendendo possibile la copertura in poche ore anche nelle zone più complesse delle metropoli. Milano è stata la prima città europea in cui la consegna in giornata è stata affidata in modo sistematico ai mezzi leggeri, dimostrando che questa tecnologia è compatibile con ritmi intensi e finestre temporali ristrette. A Roma l’intera rete Same Day dell’area centrale è già stata convertita all’elettrico, mentre Genova ha esteso la stessa metodologia alle aree a traffico limitato. Napol, Bologna e Trento stanno seguendo lo stesso percorso, confermando un modello che in prospettiva diventerà la norma. In Europa, la rete di micromobilità del gruppo è ormai composta da decine di hub distribuiti in oltre quarantacinque città, segno di un progetto maturo e non più sperimentale.
Una flotta elettrica in espansione
Parallelamente allo sviluppo della micromobilità, Amazon ha avviato una massiccia elettrificazione delle flotte più tradizionali. In Italia sono entrati in servizio centinaia di nuovi van elettrici destinati ai partner che gestiscono la distribuzione dell’ultimo miglio, parte di un investimento europeo che coinvolge migliaia di veicoli. Questi mezzi permettono di garantire continuità distributiva anche nei percorsi extraurbani o in quelle zone dove cargo bike e scooter non sono sufficienti, mantenendo comunque una logica di trasporto priva di emissioni allo scarico.
Tutte queste iniziative sono racchiuse in un programma di decarbonizzazione avviato nel 2022, che prevede un investimento complessivo di un miliardo di euro destinato a riprogettare l’intera rete di trasporto dei partner di consegna europei. L’obiettivo dichiarato è quello di ridurre drasticamente — e progressivamente — la dipendenza dai mezzi endotermici in tutte le fasi della distribuzione urbana. L’integrazione tra hub a ridosso dei centri storici, veicoli leggeri e flotta elettrica costituisce la nuova infrastruttura su cui Amazon costruirà i suoi servizi nei prossimi anni.
Implicazioni per il settore della distribuzione urbana
Le scelte di Amazon hanno inevitabili ricadute sull’intero sistema logistico, perché anticipano un modello che altre aziende saranno costrette ad adottare in tempi brevi. Le aree a traffico limitato stanno diventando sempre più restrittive e il margine per i mezzi tradizionali si riduce di anno in anno. Il risultato è un ecosistema urbano che richiede veicoli più piccoli, facilmente gestibili e compatibili con le normative ambientali. Le reti di distribuzione tenderanno quindi a frammentarsi in centri di dimensioni ridotte, collocati più vicino ai luoghi di consegna, trasformando radicalmente la mappa del cosiddetto ultimo miglio.
In questo scenario, biciclette da carico, scooter elettrici e altri mezzi di micromobilità smettono di essere strumenti di prova e diventano componenti stabili delle flotte aziendali. Allo stesso tempo, la trasformazione non riguarda soltanto i veicoli: la gestione richiederà software dedicati alle tratte lente, sistemi digitali per monitorare flotte estremamente eterogenee e strumenti in grado di prevedere i flussi di consegna all’interno di microhub cittadini.
Il modello che Amazon sta costruendo rappresenta un nuovo parametro per tutto il settore della logistica urbana. Le aziende che si allineeranno per tempo potranno integrarsi meglio con le regole urbane emergenti e offrire servizi più efficienti, silenziosi e sostenibili. Chi, invece, continuerà a puntare esclusivamente su mezzi tradizionali rischierà di trovarsi rapidamente fuori mercato, soprattutto nelle città dove le politiche ambientali stanno diventando sempre più strutturate.
Photo credit: cottonbro studio











