Tagli alle infrastrutture: cosa dice la Manovra

tagli alle infrastrutture

Condividi

Manovra 2026: i tagli alle infrastrutture per metropolitane, ciclovie e mobilità sostenibile

Le bozze della Legge di Bilancio 2026 confermano un’impostazione prudente sul piano delle infrastrutture, con una serie di riduzioni delle risorse destinate a opere per la mobilità urbana e sostenibile. L’importo complessivo dei tagli alle infrastrutture ammonta a oltre 520 milioni di euro distribuiti su tre anni, e riguarda interventi considerati chiave per lo sviluppo di città più moderne, connesse e resilienti. Il rischio, secondo numerosi osservatori, è quello di rallentare l’attuazione di politiche territoriali legate alla transizione ecologica e alla riduzione delle emissioni.

Metropolitane a rischio: Roma, Milano e Napoli in prima linea

Tra i settori più penalizzati spiccano i progetti di trasporto su ferro nelle tre principali aree metropolitane del Paese. A Roma, la linea C subisce una decurtazione di 50 milioni di euro, cifra che rischia di compromettere cantieri simbolici come quello di piazza Venezia, cruciale per ridisegnare la rete del trasporto urbano della Capitale. A Milano, si prevede una riduzione di 15 milioni di euro destinati alla linea M4, con conseguenze dirette sul prolungamento verso l’aeroporto di Linate e sui collegamenti con i quartieri in espansione. Napoli, infine, deve fare i conti con un taglio analogo – sempre pari a 15 milioni – destinato ai progetti di trasporto rapido nella zona di Afragola e all’ammodernamento dei convogli destinati al trasporto pendolare.

Mentre le amministrazioni locali chiedono risorse certe per pianificare lavori, forniture e servizi, parte della maggioranza politica parla di semplici “riprogrammazioni”. Tuttavia, la rimodulazione dei tempi, se non accompagnata da rifinanziamenti concreti, rischia di determinare blocchi operativi, con impatti negativi sulla mobilità quotidiana di milioni di cittadini.

Ciclovie urbane e mobilità sostenibile: una frenata simbolica

Il taglio non riguarda solo i grandi progetti metropolitani. Anche le infrastrutture leggere, fondamentali per la sostenibilità urbana, subiscono una battuta d’arresto. Il Fondo per la Mobilità Sostenibile viene ridotto di 13 milioni di euro, mentre le ciclovie urbane vedono azzerate risorse per 2 milioni, proprio nel momento in cui numerosi comuni stanno puntando sulla bicicletta come alternativa concreta all’auto privata. Si tratta di cifre che, pur relativamente contenute, hanno un valore simbolico importante: le ciclovie, insieme al potenziamento del trasporto pubblico locale, rappresentano strumenti chiave per accompagnare le città italiane verso gli obiettivi climatici europei.

Opere stradali e territoriali: le conseguenze di scelte contabili

Anche alcune infrastrutture stradali strategiche a livello nazionale vengono ridimensionate nei finanziamenti previsti. Tra queste, l’autostrada Tirrenica subisce una riduzione di 80 milioni di euro, la strada statale 106 Jonica viene tagliata per quasi 50 milioni, mentre 50 milioni in meno colpiscono la strada statale 4 Salaria. Anche la Cispadana, importante asse di collegamento tra Emilia e Veneto, vede un taglio di 10 milioni. Infine, per quanto riguarda le Olimpiadi Invernali del 2026, le tabelle indicano un definanziamento pari a 1 milione di euro per gli interventi nelle regioni Lombardia, Veneto, Trento e Bolzano.

Si tratta, nel complesso, di riduzioni che riflettono la necessità di coprire altri capitoli di spesa, ma che sollevano interrogativi sulla tenuta degli impegni già assunti con territori e amministrazioni locali.

Sindaci in allarme: risorse insufficienti per i servizi essenziali

Anche i rappresentanti dei comuni si dicono preoccupati. L’ANCI, pur riconoscendo alcuni elementi positivi nella manovra, ha espresso forti dubbi sulla capacità delle amministrazioni di garantire servizi fondamentali se non verranno destinate risorse aggiuntive. Le criticità più gravi riguardano nidi, trasporto pubblico locale, edilizia popolare e sicurezza urbana. I sindaci hanno chiesto un incontro urgente con il Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, per valutare correttivi e possibili rifinanziamenti. Secondo molti, l’attuale scenario rischia di compromettere la pianificazione delle città in settori nevralgici, come la mobilità quotidiana.

Una transizione sostenibile a rischio rallentamento

Nel complesso, il quadro delineato dalla manovra 2026 – almeno nella sua formulazione attuale – evidenzia unafrenata nel processo di trasformazione delle città italiane in chiave sostenibile. Mentre l’Unione Europea accelera sugli obiettivi del Green Deal, e le principali capitali europee investono con decisione su infrastrutture pubbliche e trasporto condiviso, l’Italia sembra dover rallentare per ragioni di bilancio. Il dibattito è destinato a intensificarsi nei prossimi mesi, e il confronto parlamentare potrebbe modificare l’impianto attuale. Resta il fatto che la mobilità urbana è oggi una delle chiavi per la competitività e la qualità della vita nei territori, e richiede una visione di lungo periodo che tenga conto delle esigenze ambientali, sociali e infrastrutturali in modo integrato.

Photo credit: Kelly

Sull'autore

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Related Posts

Accedi alla community

Inizia anche tu a condividere idee, competenze e informazioni con gli altri professionisti del travel e della mobilità

Ultimi articoli

Consulenza

Ebook

Prossimi corsi