Rimborso spesa forfettario 2025 per aziende e professionisti

rimborso spesa forfettario

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Rimborso spesa forfettario 2025: come funziona, limiti di esenzione, novità fiscali e vantaggi per aziende, dipendenti e professionisti

Il rimborso spesa forfettario è una delle modalità più semplici per gestire le trasferte di dipendenti, collaboratori e professionisti. Si basa sull’erogazione di un importo fisso giornaliero, stabilito dal datore di lavoro o dal contratto collettivo, senza la necessità di raccogliere e conservare i giustificativi di ogni singola spesa. Questa formula consente di snellire i processi amministrativi e ridurre la burocrazia, rendendo più rapide le procedure di rimborso. Nel 2025, con l’introduzione di alcune novità fiscali, questa modalità di gestione delle spese diventa ancora più interessante, soprattutto per le aziende che vogliono avere un budget trasferte chiaro e facilmente pianificabile.

Cos’è il rimborso spese forfettario

Come già detto, il rimborso spese forfettario consiste nell’erogazione di una somma giornaliera predeterminata al lavoratore in trasferta, indipendentemente dai costi effettivamente sostenuti per vitto, alloggio e spese accessorie. È una modalità alternativa al rimborso analitico, che invece richiede di presentare ricevute e fatture come note spese, e al rimborso misto, che combina le due formule. Grazie al forfettario, chi parte per lavoro riceve un’indennità stabilita in anticipo, che semplifica la gestione sia per il dipendente sia per l’azienda, riducendo il rischio di errori e contestazioni. Si tratta di una soluzione molto utilizzata quando le trasferte sono frequenti e di breve durata, poiché evita di dover giustificare ogni spesa.

Differenze rispetto alle spese documentate

La principale differenza tra rimborso spese forfettario e rimborso analitico riguarda la documentazione. Nel rimborso analitico, ogni spesa deve essere giustificata da fatture, ricevute o scontrini, che vanno poi conservati dall’azienda per eventuali controlli fiscali. Nel caso del rimborso forfettario, invece, viene stabilita una cifra fissa per ogni giorno di trasferta e non è necessario presentare alcun giustificativo. Tuttavia, è sempre importante registrare la data, il luogo e il motivo della missione lavorativa per dimostrare che la trasferta è stata effettuata per ragioni aziendali. Questa distinzione permette di comprendere perché il rimborso forfettario sia più semplice da gestire, ma anche perché, in alcuni casi, potrebbe risultare meno conveniente rispetto al rimborso analitico.

Normativa di riferimento e limiti di esenzione

Il Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR) stabilisce i limiti entro i quali il rimborso spese forfettario non concorre alla formazione del reddito e non è soggetto a tassazione. Nel 2025, le soglie restano fissate a 46,48 euro al giorno per le trasferte in Italia e 77,47 euro al giorno per quelle all’estero. Entro questi importi, le somme erogate sono esenti da IRPEF e contributi previdenziali. Se però l’indennità supera tali limiti, la parte eccedente diventa imponibile e deve essere inclusa nella busta paga o nella dichiarazione dei redditi. È quindi fondamentale per le aziende definire con precisione gli importi riconosciuti, evitando di creare problematiche fiscali sia per sé stesse sia per i propri dipendenti.

Rimborsi spesa forfettari 2025 solo se tracciabili

Dal 1° gennaio 2025 è entrato in vigore una novità importante: i rimborsi analitici sono deducibili per l’azienda solo se pagati con strumenti tracciabilicome bonifici, carte di credito o altri metodi elettronici. Questa misura punta a contrastare l’evasione fiscale e a garantire maggiore trasparenza nei pagamenti. Il rimborso spese forfettario, invece, non è soggetto a questa limitazione, perché non richiede la presentazione dei giustificativi. Ciò lo rende una soluzione ancora più sicura e pratica per le imprese, soprattutto in contesti dove le trasferte sono frequenti e il monitoraggio delle spese può diventare complesso. Tuttavia, resta sempre consigliabile conservare un ordine di missione o un documento interno che giustifichi lo spostamento.

Vantaggi e limiti delle spese forfettarie

Il principale vantaggio del rimborso spese forfettario è la semplicità di gestione: niente ricevute da raccogliere, niente archivi complicati e tempi di rimborso molto più rapidi. Per le aziende, inoltre, consente di avere un budget trasferte chiaro e prevedibile, con costi calcolati in anticipo. Tuttavia, questa modalità presenta anche dei limiti. L’indennità giornaliera potrebbe non coprire interamente le spese effettive sostenute dal lavoratore, soprattutto in città costose o per trasferte lunghe. Inoltre, il rimborso forfettario non comprende le spese di trasporto, che devono essere rimborsate separatamente. È importante quindi valutare caso per caso quale formula sia più conveniente, tenendo conto delle esigenze dell’azienda e del dipendente.

Rimborso spese forfettario per professionisti e forfettari

Il rimborso forfettario riguarda anche i liberi professionisti, ma con regole specifiche. Se un professionista sostiene spese per conto di un cliente, le somme ricevute possono essere escluse dal reddito imponibile solo se sono documentate e intestate direttamente al cliente. Diverso è il caso delle spese sostenute per l’attività professionale, come viaggi, pernottamenti e pasti: in questo caso, i rimborsi ricevuti concorrono alla formazione del reddito. Dal 2025, inoltre, ci sono importanti novità: i rimborsi analitici addebitati al cliente non rientrano più nel calcolo della base imponibile per chi adotta il regime ordinario. Per i contribuenti in regime forfettario, invece, l’esclusione non si applica ancora, e le spese rimborsate continuano a essere considerate compensi.

Gestione pratica e documentazione necessaria

Anche se il rimborso forfettario non richiede di presentare scontrini o fatture, è comunque importante documentare la trasferta. Nella nota spese o nell’ordine di missione devono essere indicati i dati del lavoratore o del professionista, la data e il luogo della trasferta, il motivo dell’incarico e l’importo giornaliero corrisposto. Per i professionisti, quando si tratta di rimborsi analitici, ogni spesa deve essere giustificata con ricevute e pagata con strumenti tracciabili. Inoltre, per chi aderisce al regime forfettario, è obbligatorio compilare il quadro RS del Modello Redditi PF, indicando le spese sostenute nell’anno. Una gestione accurata evita contestazioni fiscali e consente di applicare correttamente i benefici previsti dalla normativa.

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Photo credit: Leeloo The First

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