Auto sempre più connesse costringono i Governi a correre ai ripari

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Abbiamo già ampiamente illustrato nel nostro portale gli scenari della futura mobilità, con prodotti e servizi sempre più interconnessi ed integrati, sia come sistemi di pagamento, sia per una fruizione più facile ed immediata.  Ogni giorno nascono nuove app per la gestione del car o del bike sharing o per prenotare un autonoleggio o un taxi, con l’intento di offrire all’utente un una customer experience sempre più immediata, comoda e vicina alle sue esigenze.

In particolare le automobili diventano di giorno in giorno più smart:  fungono da hub informativi, che forniscono al passeggero news, dati, info pubblicitarie, creando una vera e propria comunicazione bi-direzionale.  Sono macchine connesse in grado di comunicare con i nostri device (tablet e smartphone), per segnalare problematiche o necessità di manutenzione, suggerire percorsi alternativi in caso di traffico, sempre più a guida autonoma e con intelligenza artificiale.

Se tutto ciò da un lato semplifica la nostra vita, dall’altro genera dei potenziali rischi legati alla nostra sicurezza.  Come evidenziato anche da un recente articolo del Sole24ore le automobili sono nel mirino degli hacker e del cyber crime.  Questa preoccupazione è così forte da spingere molti governi a definire delle linee guida per la gestione della cyber security del settore automobilistico, con l’intento di rimuovere, o quantomeno ridurre, quello che al momento risulta essere il principale ostacolo allo sviluppo delle auto a guida autonoma.

In effetti ad oggi gli standard di sicurezza informatica adottati dalle principali case automobilistiche paiono non essere assolutamente in grado di far fronte ai rischi che potrebbero nascere dalla diffusione delle auto a guida autonoma o fortemente assistita.  La costante connessione potrebbe permettere attacchi da remoto, trasformandole in armi per i terroristi o in strumenti di ricatto nelle mani di hacker.

L’Ansa informa che l’Acea, l’associazione dei produttori auto Ue, ha stabilito, adottandoli all’unanimità, sei principi chiave per garantire una protezione dai cyberattacchi ai veicoli. Questi includono lo sviluppo di una cultura della cybersecurity, l’adozione di un ciclo di vita di cybersicurezza per lo sviluppo dei veicoli, la valutazione delle funzioni di sicurezza tramite fasi di test, una politica di aggiornamenti sulla sicurezza, risposta in caso di incidenti e recupero, e il miglioramento della condivisione delle informazioni tra gli attori industriali.

Quindi non abbiamo ancora una vera e propria normativa su questi temi, ma i principi guida ai quali le case automobilistiche dovranno ispirarsi, sono un primo quadro di riferimento utile per consentire di cogliere questa grande opportunità di sviluppo, senza rinunciare alla sicurezza dei passeggeri e dei loro dati.

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