Workation: tra work e vacation, il nuovo trend dell’hospitality

Workation

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Cos’è la Workation, il nuovo trend che unisce lavoro e svago. Scopri perché è la soluzione per un futuro sostenibile e dov’è già possibile praticarlo.

L’emergenza pandemica ha messo alla prova le aziende, costringendole a ricorrere massicciamente a modalità lavorative insolite o completamente inedite. Stiamo ovviamente parlando dello smart working che, insieme a difficoltà, complicazioni e nuove esigenze di regolamentazione, ha anche aperto la frontiera ad un nuovo modo di concepire il lavoro. Infatti la collaborazione da remoto ha fatto rendere conto datori di lavoro e dipendenti che è necessario ripensare gli spazi lavorativi; inoltre ha aperto gli occhi su come sia possibile conciliare armonicamente vita professionale e vita privata, tanto da aver dato il via ad una nuova concezione che sta prendendo piede anche in Italia: la cosiddetta “workation“. Scopriamo di cosa si tratta e perché è così promettente non solamente per le singole aziende.

Cos’è la “workation“?

Workation” è un termine che nasce dalla fusione di due parole inglesi molto comuni: “work” e “vacation“. Questa nuova tendenza vuole infatti coniugare il dovere al piacere, promuovendo luoghi di villeggiatura in cui conciliare i momenti di lavoro con quelli di vacanza e svago. Si tratta di una visione all’avanguardia che però sta già cambiando la vita di moltissime persone. La possibilità di poter lavorare da qualsiasi luogo al mondo (ovviamente dove le infrastrutture consentano di tenersi in costante contatto con l’azienda), l’opportunità di rispettare l’orario di ufficio o semplicemente di rispettare una scadenza di consegna, permettono di gestire meglio il proprio tempo con performance migliori per l’umore e quindi per il raggiungimento degli obiettivi aziendali. 

Ovviamente questo nuovo trend del settore travel 2022 è un’arma a doppio taglio, la cui lama va accuratamente messa in sicurezza. Fuor di metafora, stiamo dicendo che molti lavoratori hanno stigmatizzato un’esperienza negativa legata allo smart working che va sicuramente considerata anche nell’ottica della workation. Infatti molti dipendenti hanno dichiarato che il lavoro da remoto ha fatto saltare i confini tra orario lavorativo e tempo libero, costringendo paradossalmente a lavorare quotidianamente anche più del dovuto. È facilmente intuibile come questo sentimento negativo rispetto allo smart working porti le persone a vedere nelle vacanze un momento in cui staccare davvero dal lavoro e alle quali dedicare il 100% del tempo a disposizione. Ovviamente l’ultima cosa che salta in mente è portare con sé pc e smartphone aziendali! Ma d’altronde si comincia ad intravedere una luce in fondo al tunnel della pandemia ed è naturale, almeno per il 2022, desiderare un po’ di spensieratezza e vivere finalmente le vacanze serene che sogniamo ormai da due anni.

La tendenza alla workation sarà quindi probabilmente un trend di più lungo periodo, al quale i lavoratori più diffidenti si avvicineranno probabilmente con il tempo? D’altro canto è necessario stabilire dei confini e regolamentare nella maniera più chiara possibile i termini di collaborazione in workation con l’azienda, in modo da poter vivere con serenità questa futura modalità lavorativa.

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Tavola rotonda “Fenomeno “bleisure” e “workation”: tra nuove esigenze di chi viaggia, le travel policy e la sostenibilità”

Che differenza c’è tra “smart working” e “workation”?

Grazie al passaggio intermedio dello smart working si sta lentamente scardinando la convinzione secondo la quale lavorare da casa sia meno produttivo, non si guarda più con sospetto alla possibilità dei collaboratori di alternare il tempo destinato al lavoro a quello dedicato alla famiglia o alle proprie passioni. Anzi, mettere i dipendenti nelle migliori condizioni di serenità li spinge ad essere maggiormente propositivi e produttivi. 

La differenza con l’ormai comune smart working è che la workation può essere gestita interamente dalla persona, da qualunque luogo che sia mare o montagna, città o campagna, Italia o estero. Sicuramente il lavoro da remoto che abbiamo imparato a conoscere da due anni a questa parte ha fatto da apripista ad una concezione meno sedentaria e stringente del lavoro, facendo comprendere l’importanza del benessere psicofisico dei dipendenti e   la migliore resa professionale nel momento in cui la concentrazione e le ore di intenso lavoro vengono alternate a momenti di svago e relax, ancor meglio se in scenografie da sogno!

Dove praticare la “workation“?

Sempre più località turistiche stanno scoprendo questa nuova vocazione, anche in Italia.  

Apripista di questa nuova tendenza, o forse dovremmo dire stile di vita, sono tate le Isole Canarie in Spagna. Non solo influencer e blogger: anche i semplici impiegati possono ritagliarsi qui un post al sole alternando call ad aperitivi e tuffi in mare. Non mancano poi in Giappone alcune strutture e iniziative che sfruttano la workation per rianimare zone rurali destinate all’abbandono.

Proprio in questo senso anche in Italia comincia a prendere piede la possibilità di far rivivere piccoli borghi con lavoratori da remoto alla ricerca di un po’ di pace o che semplicemente hanno sempre sognato di vivere in campagna ma costretti ad andare ogni giorno in ufficio. Nuvola è ad esempio una neonata piattaforma dedicata alle vacanze di prossimità, destinata a smartworkers e nomadi digitali. Masserie, trulli, cascine e casali in collina si offrono ad ospitare gli ospiti assicurando ovviamente connessione e postazioni lavorative. Be.Long in Toscana è un’altra piattaforma patrocinata dal Comune di Firenze che offre appartamenti in affitto sul territorio, a disposizione di imprese che vogliono accrescere il benessere e l’energia positiva dei propri dipendenti. Be.Long mette inoltre a disposizione diversi benefit legati a convenzioni con musei o servizi di mobility sharing. Non mancano poi iniziative in Brianza come l’Oasi Galbusera Bianca nel Parco della Valle del Curone, o sull’Isola di Albarella sul Delta del Po. Che sia una forma di welfare o un modo per decongestionare il traffico quotidiano verso la sede lavorativa, la tendenza della workation sarà una soluzione illuminata nell’ottica della sostenibilità, sia ambientale che sociale. Ovviamente la condizione è che il tutto sia rigidamente regolamentato per scongiurare fraintendimenti tra lavoratori e datore di lavoro. 

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