Solo il 5% degli italiani è felice al lavoro: perché anche le trasferte sono diventate fonte di stress

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Secondo l’Osservatorio HR Innovation di BVA DOXA (2024), soltanto il 9% degli italiani dichiara di stare bene al lavoro e appena il 5% si dice felice. Dati che raccontano un malessere diffuso e che pesano anche sul mondo dei viaggi aziendali, dove le trasferte – un tempo considerate opportunità di crescita e carriera – vengono oggi spesso vissute come motivo di fatica e di stress.

Chi viaggia per lavoro lo sa: non sono solo i chilometri a pesare. Ritardi, check-in complicati, alberghi deludenti, fusi orari, riunioni serrate. Ogni esperienza negativa si imprime nella memoria e tende a ripetersi. La mente crea collegamenti: quella compagnia aerea uguale ansia, quell’hotel uguale disagio. Così, alla trasferta successiva, lo stress si riattiva ancora prima di partire. Sono gli automatismi tossici degli schemi mentali, che trasformano il ricordo in un’anticipazione negativa.

Per questo molte aziende hanno provato a intervenire. Accanto ai benefit tradizionali – palestre, ticket pasto, assicurazioni integrative – sono nate travel policy più attente al carico di lavoro dei dipendenti. Si scelgono strutture che non offrono solo un letto, ma anche servizi di benessere, spazi per rigenerarsi, ambienti adatti a conciliare concentrazione e recupero. Un passo avanti importante, ma non ancora sufficiente.

Il vero benessere, infatti, non nasce soltanto da ciò che l’azienda mette a disposizione. Nasce dal mindset.

Allenare la mente a gestire pensieri ed emozioni significa ridisegnare quei processi cognitivi che altrimenti ci trascinano in loop negativi. Significa trasformare esperienze impegnative, come una trasferta faticosa, in occasioni di resilienza.

È in questa prospettiva che opera Positive Mindway: un progetto che unisce psicologia positiva, neuroplasticità e intelligenza emotiva, con l’obiettivo di trasformare processi disfunzionali in schemi positivi, così da generare nuovi scenari di vita e lavoro capaci di creare autentiche condizioni di benessere.

Credo che la vera innovazione oggi sia investire nelle persone e nella loro gestione emotiva, creando un mindset positivo capace di migliorare i processi e prevenire burnout, stress e depressione. La vera macchina del progresso resta sempre l’essere umano

Lo stress lavorativo, ricorda l’OMS, è tra le prime cause di malessere psicologico e calo di produttività. Per i travel manager questo significa una sfida duplice: garantire trasferte sicure ed efficienti e, al tempo stesso, proteggere il benessere emotivo dei collaboratori.

Positive Mindway propone un cambio di prospettiva: partire dalla psiche per generare benessere individuale e organizzativo. Perché la produttività, in questo scenario, non è un obiettivo da inseguire, ma la naturale conseguenza di persone più consapevoli e viaggi aziendali gestiti con attenzione non solo logistica, ma anche umana.

Foto AI.

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