Sommario
ToggleLa legge 131/2025 propone e regola lo smart working montano come leva per il ripopolamento e per la mobilità blanda
A partire dal 20 settembre 2025 è entrata in vigore la Legge 12 settembre 2025, n. 131, intitolata “Disposizioni per il riconoscimento e la promozione delle zone montane”, che introduce un pacchetto di misure volte a contrastare lo spopolamento dei territori montani e favorire il rilancio socio-economico di queste aree.Tra le novità più rilevanti, per il campo del lavoro e della mobilità, spicca l’articolo 26, che prevede un esonero contributivo per datori di lavoro che impiegano lavoratori in modalità agile (smart working) in comuni montani con meno di 5.000 abitanti, a condizione che il lavoratore trasferisca residenza/domicilio in quel comune.
La legge 131/2025 prova a trasformare lo smart working da soluzione emergenziale, nata durante la pandemia, a leva strutturale di crescita e riequilibrio territoriale. Lavorare da remoto non significa più soltanto restare a casa, ma contribuire a ridisegnare i rapporti tra città e aree interne. Alleggerire la pressione sulle metropoli e restituire vitalità ai comuni montani può diventare una sfida vincente, a patto che sia accompagnata da investimenti in connettività, servizi e politiche locali. Per imprese e mobility manager, la vera sfida sarà interpretare questa misura non come un semplice sconto contributivo, ma come un’opportunità per sperimentare nuovi modelli di lavoro diffuso e mobilità sostenibile, capaci di generare valore economico e sociale nel tempo.
Come funziona l’esonero contributivo per lo smart working montano
Il meccanismo è chiaro: i datori di lavoro che adottano lo smart working come modalità ordinaria di prestazione possono beneficiare dell’agevolazione, ma soltanto per i dipendenti con contratto a tempo indeterminato, under 41 e residenti stabilmente in un comune montano. Sul piano economico, lo sgravio è molto generoso nei primi anni e si riduce progressivamente. Nel biennio 2026-2027 l’esonero sarà totale e potrà arrivare fino a 8.000 euro all’anno per ciascun lavoratore. Nel 2028 e 2029 si scenderà al 50% con un tetto massimo di 4.000 euro, mentre nel 2030 il beneficio si limiterà al 20% con un massimo di 1.600 euro annui. I contributi vengono calcolati su base mensile e restano esclusi i premi INAIL, mentre l’aliquota pensionistica rimane invariata. La misura, inoltre, non è cumulabile con altri sgravi già in vigore per i territori montani e rientra nei limiti del regime europeo de minimis.
Un pacchetto di incentivi più ampio per uno stile di vita sano
La legge non si ferma al solo lavoro agile, ma introduce un pacchetto più articolato per favorire la permanenza e il ritorno nelle zone montane. Oltre allo sgravio contributivo, sono previsti un bonus natalità per i nuovi nati e adottati, crediti d’imposta per l’acquisto o la ristrutturazione della prima casa e incentivi dedicati ai giovani imprenditori che avviano attività in montagna. Anche il personale sanitario e scolastico beneficia di vantaggi fiscali e punteggi aggiuntivi nelle graduatorie, così da rendere più attrattive le professioni in territori con forte carenza di servizi. L’idea di fondo è che il trasferimento non sia solo una scelta dettata dal risparmio fiscale, ma un vero progetto di vita sostenuto da servizi, opportunità e comunità attive.
Opportunità per aziende e mobility manager
Per il mondo delle imprese e del Mobility Management questa novità rappresenta molto più di un’agevolazione fiscale. Significa ripensare l’organizzazione del lavoro in chiave territoriale, distribuendo parte del personale in comuni montani e riducendo i flussi pendolari verso le aree urbane. Le aziende avranno la possibilità di offrire ai propri dipendenti un miglior equilibrio vita-lavoro, attrarre giovani talenti e ridurre i costi del lavoro, almeno nei primi anni di applicazione. I mobility manager, dal canto loro, dovranno valutare quali posizioni siano davvero compatibili con lo smart working e quali lavoratori possano essere interessati a un trasferimento. Sarà fondamentale anche il supporto pratico: dalla ricerca di un alloggio alla connessione internet, dai coworking locali ai servizi scolastici e sanitari disponibili.
Benefici immediati e rischi di lungo periodo dello smart working montano
Per le aziende il vantaggio immediato è chiaro: nel 2026 e nel 2027 lo sgravio contributivo sarà totale, con un taglio netto del costo del lavoro. Ma guardando oltre, la riduzione progressiva del beneficio impone di pianificare strategie di medio e lungo periodo. Senza un adeguato radicamento nei territori e senza servizi che garantiscano una vita sostenibile, c’è il rischio che gli insediamenti restino temporanei e che, terminata la fase più vantaggiosa, l’attrattiva economica si esaurisca.
Photo credit: Siegfried Poepperl