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ToggleUna guida chiara per chi viaggia con animali: cosa dice Ryanair, perché la compagnia resta ferma sul no e come orientarsi tra norme, eccezioni e sperimentazioni future
Ryanair animali a bordo: perché la compagnia irlandese resta ferma sul proprio divieto
Il tema ryanair animali a bordo è tornato al centro del dibattito dopo che ENAC ha introdotto linee guida che permetterebbero, almeno in teoria, di far viaggiare in cabina anche cani di taglia medio-grande. L’aspettativa è cresciuta ulteriormente dopo il volo dimostrativo di ITA Airways del 23 settembre, quando due cani oltre i dieci chili sono stati imbarcati da Milano a Roma come parte di una sperimentazione destinata a fare scuola. Ma Ryanair ha scelto di chiamarsi fuori dai cani in aereo senza esitazioni. Eddie Wilson, amministratore delegato del gruppo, ha dichiarato apertamente che permettere l’accesso dei cani in aereo Ryanair sarebbe troppo complicato dal punto di vista operativo. Le sue parole, rilasciate all’Adnkronos, raccontano una decisione che non nasce da scarso interesse verso i passeggeri, ma da un modello di business che non lascia spazio a processi lenti o procedure aggiuntive. Ryanair vive sulla rapidità di imbarco, sulla riduzione dei tempi a terra e su una gestione semplificata dei flussi: introdurre un cane in aereo Ryanair significherebbe cambiare tutto questo, con ricadute economiche e organizzative che il vettore low cost non è disposto ad affrontare.
Perché il modello Ryanair cani a bordo non si adatta a costi, rischi, procedure
A spiegare il “no” di Ryanair non basta il riferimento generico alla complessità. La compagnia teme anzitutto un rallentamento delle procedure, perché l’imbarco di un animale richiede controlli aggiuntivi, certificati, verifiche sanitarie, spazi dedicati e personale formato per gestire eventuali criticità. Sono passaggi che, nel modello ultra-essenziale del low cost, rischiano di bloccare l’ingranaggio che permette a Ryanair di mantenere tariffe basse e tempi serrati. A questo si aggiungono le sensibilità dei passeggeri: le allergie, le fobie, la convivenza in un ambiente ristretto come la cabina, la sicurezza in fase di decollo o atterraggio. Wilson lo ha riassunto con un commento eloquente: gestire la documentazione dei passeggeri è già complicato, farlo anche per gli animali supererebbe quel livello di complessità che la compagnia si è sempre impegnata a evitare. Il risultato è una posizione netta che, almeno per ora, non lascia spiragli. La battuta finale rivolta a “Fido” è l’indice di una decisione che non sembra destinata a cambiare nel breve periodo.
Cosa cambia per chi vuole viaggiare con animali: tra norme ENAC, sperimentazioni e realtà
Le linee guida ENAC hanno acceso una speranza concreta per chi viaggia con cani di taglia media o grande, ma la loro applicazione non è automatica. ENAC non obbliga le compagnie a introdurre il servizio: si limita a renderlo possibile, lasciando ai vettori la libertà di scegliere se adottarlo o meno. ITA Airways, con il suo volo sperimentale, ha mostrato la fattibilità del progetto, ma non ha ancora annunciato una data ufficiale per estenderlo a tutte le rotte. Le compagnie straniere, inclusi molti vettori europei, continuano a mantenere limiti di peso molto rigidi, spesso tra gli 8 e i 10 chili complessivi, trasportino incluso. Questo significa che, oggi, il quadro resta estremamente frammentato: chi vola in Italia può affidarsi alla buona volontà delle singole compagnie, ma chi parte o arriva dall’estero deve considerare anche le normative del Paese di destinazione, che in alcuni casi potrebbero risultare più restrittive di quelle italiane. Per i viaggiatori business accompagnati da un animale, questo crea un terreno di incertezza che richiede informazione accurata, attenzione e pianificazione anticipata.
Come orientarsi quando si vola con animali: una bussola per chi viaggia per lavoro
Se il panorama resta complesso, esistono comunque alcuni passaggi fondamentali che un viaggiatore dovrebbe considerare quando valuta un volo con il proprio animale. La prima regola è verificare con precisione la politica della compagnia sulla rotta specifica, perché anche all’interno dello stesso vettore possono esistere differenze tra Paese e Paese.
Il peso dell’animale e del trasportino deve essere calcolato con realismo, perché basta una variazione di pochi etti per cambiare il tipo di trasporto consentito. I documenti veterinari – microchip conforme agli standard ISO, vaccinazioni aggiornate, certificazioni sanitarie – devono essere pronti con largo anticipo, soprattutto se si vola fuori dall’Europa.
Alcune compagnie richiedono di prenotare il posto per l’animale con molte ore di anticipo, altre applicano tariffe variabili in base alla lunghezza della tratta. Un punto spesso ignorato riguarda i passeggeri allergici: alcune compagnie prevedono zone cuscinetto o assegnazioni particolari proprio per evitare problemi a bordo. In questo quadro, chi viaggia per lavoro deve pianificare con maggiore attenzione, perché la presenza di un animale può influire sull’orario, sul volo scelto e perfino sul vettore disponibile.
Photo credit: Kat Smith











