Prospettive del Mercato dei Viaggi 2026: dinamiche economiche, rischi e trasformazioni del business travel

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Il 2026 si profila come un anno di contrasti, nel quale il settore dei viaggi d’affari si troverà a navigare tra una crescita economica globale in rallentamento, tensioni geopolitiche irrisolte e dinamiche di prezzo profondamente divergenti fra regioni e segmenti. È quanto emerge dal Travel Market Report 2026 Outlook pubblicato da BCD Travel nel novembre 2025 , un’analisi che si inserisce in un quadro macroeconomico già delineato dagli aggiornamenti previsionali di Oxford Economics La combinazione di queste due prospettive permette di tracciare un quadro articolato, in cui l’andamento dei costi di viaggio e la gestione del rischio diventano elementi centrali della pianificazione aziendale.

Secondo Oxford Economics, il prossimo anno segnerà la crescita globale più debole dal 2009 — escludendo l’eccezionale recessione pandemica del 2020 — con un Pil mondiale che dovrebbe attestarsi al 2,6%. Una progressione così modesta è il risultato di molteplici fattori: la perdita di slancio dell’economia statunitense, le condizioni finanziarie ancora restrittive in numerosi mercati e la persistente incertezza commerciale alimentata dalle dispute tariffarie. Su questo scenario pesa anche un’inflazione che, pur in fase di discesa, rimane ostinatamente superiore al 3%. La traiettoria dei tassi d’interesse, legata all’evoluzione dei prezzi, continuerà a influenzare la domanda di viaggi corporate, soprattutto nelle Americhe e in Europa.

Il contesto si complica ulteriormente osservando le divergenze regionali. Mentre negli Stati Uniti e in buona parte dell’Europa la priorità delle banche centrali resta il contenimento dell’inflazione, in Asia la principale preoccupazione è l’opposto: il rischio di deflazione. In Cina e Thailandia, i prezzi al consumo hanno già mostrato segnali di arretramento, un fenomeno che riflette la sovraccapacità industriale cinese e la possibile contrazione della domanda statunitense di beni asiatici. Questa dualità – inflazione resistente in Occidente, pressioni disinflazionistiche in Oriente – incide direttamente sulle dinamiche dei costi di viaggio, alimentando divergenze sempre più marcate.

Nel trasporto aereo, per esempio, il ritmo dell’inflazione prevista è sorprendentemente contenuto. BCD Travel stima per il 2026 un aumento medio globale dell’1,1% nelle tariffe aeree. Un dato che, letto superficialmente, potrebbe suggerire una stabilità rassicurante, ma che cela differenze importanti. Il Nord America, zavorrato da una domanda domestica indebolita, mostra incrementi di appena lo 0,4%, influenzando significativamente la media globale. Al contrario, Africa e Asia dovrebbero registrare aumenti più sostanziosi, rispettivamente del 2,5% e del 2%. Le tratte intercontinentali saranno le più esposte alle pressioni inflazionistiche, anche a causa delle tensioni geopolitiche che rendono alcune rotte più costose da operare: per queste, l’incremento atteso è del 2,3%, ben superiore a quello previsto per i voli regionali.

Se il trasporto aereo appare relativamente stabile, il segmento alberghiero racconta un’altra storia. Il 2026 sarà un anno di rialzi significativi nelle tariffe medie giornaliere (ADR), che secondo BCD cresceranno del 4,9% su scala globale. Le motivazioni variano da regione a regione, ma la tendenza è chiara. Nel Medio Oriente, gli incrementi saranno i più elevati a livello mondiale, con un’impennata dell’8,2% trainata dagli effetti base in mercati che stanno ancora consolidando la ripresa post-pandemica. In Turchia la crescita prevista arriva addirittura al 20%, un riflesso diretto dell’inflazione interna, che Oxford Economics stima al 24% nel 2026. In America Latina, la pressione inflazionistica e i cambiamenti normativi – come le nuove leggi sul lavoro in Colombia – spingeranno le tariffe verso aumenti medi del 6,4%. L’Europa e l’Asia si collocheranno poco sotto questi livelli, con incrementi tra il 5% e il 6%. Solo il Nord America dovrebbe registrare una crescita contenuta, pari al 2,2%, penalizzato dall’indebolimento della domanda leisure e dalla prudenza della clientela midscale.

Anche il noleggio auto, tradizionalmente più stabile, mostra segnali di tensione. BCD prevede aumenti tra il 2% e il 4%, attribuiti ai costi crescenti di acquisto e manutenzione dei veicoli, oltre che alla tendenza – ormai strutturale – delle grandi città ad aumentare sovrattasse e tariffe di parcheggio. Per i travel manager, questo significa dover riconsiderare la strategia di copertura geografica dei fornitori e, spesso, negoziare contratti più flessibili per assorbire le variazioni improvvise.

SegmentoPrevisione Media Globale di Aumento (2026)Dettagli ChiaveFonti
Tariffe Aeree (ATP)+1,1%Aumento contenuto globalmente, riflettendo l’inflazione bassa nelle Americhe, in particolare nel Nord America (solo +0,4%). Gli aumenti più marcati sono previsti in Africa (2,5%) e Asia (2,0%). La pressione maggiore si concentrerà sui viaggi intercontinentali (+2,3%).BCD
Tariffe Alberghiere (ADR)+4,9%Aumento significativo. La crescita più alta è prevista in Medio Oriente (8,2%), in gran parte a causa degli effetti base (ripresa da prezzi precedenti più bassi). L’America Latina prevede un aumento medio del 6,4%. La crescita più contenuta è attesa in Nord America e nel Pacifico sud-occidentale (rispettivamente 2,2% e 2,6%).BCD
Noleggio Auto2% – 4%I costi continueranno generalmente a salire per i clienti corporate, spinti dall’aumento dei costi di acquisto e riparazione dei veicoli, e dall’incremento di sovrattasse cittadine e tariffe di parcheggio.BCD

Se la dimensione dei costi rappresenta una sfida crescente, quella del rischio appare ancora più delicata. BCD Travel individua sei categorie di rischio che potrebbero compromettere la sicurezza dei viaggiatori e la resilienza operativa delle aziende nel 2026. Il cambiamento climatico è ormai un elemento ricorrente, con ondate di calore, incendi e inondazioni che non risparmiano più neppure gli hub commerciali tradizionalmente considerati sicuri. Allo stesso tempo, le tensioni geopolitiche continuano a generare incertezze improvvise, come la chiusura di spazi aerei o la necessità di deviazioni costose. A complicare ulteriormente il quadro si aggiungono l’introduzione di nuove politiche di frontiera – come il sistema europeo ETIAS – e la minaccia crescente dei cyberattacchi, alimentati anche dalla sofisticazione degli strumenti di disinformazione digitale. Le malattie infettive non sono scomparse dal radar, come ha dimostrato l’epidemia di chikungunya in Cina nel 2025, mentre i grandi eventi globali, a partire dal Mondiale FIFA del 2026, promettono di mettere sotto pressione intere regioni dal punto di vista infrastrutturale.

In questo contesto complesso, la mitigazione del rischio diventa un elemento strategico e non semplicemente operativo. Le aziende più mature sul piano del travel risk management stanno già adottando sistemi di intelligence in tempo reale, strumenti di geolocalizzazione non invasivi e protocolli di comunicazione integrata tra travel management, sicurezza informatica e funzioni HR. Piani di contingenza multilivello, accesso facilitato a servizi medici e supporto psicologico per i viaggiatori abituali sono ormai parte integrante delle policy delle multinazionali più attente. Anche la gestione dei visti, tradizionalmente percepita come un’attività amministrativa, diventa oggi un tassello critico: ritardi, nuove tariffe e requisiti più stringenti impongono consulenze specialistiche e pianificazioni molto più lunghe rispetto al passato.

RischioRisposta Iniziale e Mitigazione
Condizioni Meteorologiche EstremeLe organizzazioni devono fare di più per anticipare le interruzioni associate alla volatilità meteorologica e fornire il supporto necessario ai viaggiatori coinvolti in condizioni avverse.
Tensioni RegionaliÈ fondamentale implementare un monitoraggio continuo, una pianificazione di contingenza basata su scenari e l’utilizzo di canali di comunicazione chiari per mantenere i viaggiatori informati e supportati. È cruciale mantenere la visibilità sulla posizione dei viaggiatori e garantire che possano accedere a fornitori di assistenza fidata.
Cambiamenti Politiche di FrontieraI programmi di viaggio devono collaborare con i viaggiatori per affrontare tempi di elaborazione dei visti più lunghi e l’aumento dei costi. Le interruzioni possono essere ridotte tramite la comunicazione proattiva dei requisiti e la collaborazione con specialisti di visti/immigrazione di fiducia.
Cyberattacchi / Digital DownsidesSottolineare l’importanza che i datori di lavoro mantengano protocolli di integrità forti e fonti di intelligence affidabili. È essenziale una stretta coordinazione tra i team di gestione dei viaggi e quelli di sicurezza informatica (IT).
Minacce Sanitarie e MalattieLe aziende devono integrare avvisi sanitari in tempo reale, accesso a supporto medico e servizi di evacuazione. Devono anche introdurre politiche volte a riconoscere e ridurre attivamente lo stress e il costo fisico e mentale dei viaggi frequenti sul benessere dei dipendenti.
Eventi su Larga ScalaLa chiave è pianificare in anticipo e adeguare le aspettative. Se il viaggio non può essere evitato, le aziende devono essere consapevoli delle considerazioni di sicurezza e della pressione sull’infrastruttura locale. Per mitigare i costi elevati e la limitata disponibilità, si può scegliere di riprogrammare i viaggi o selezionare luoghi alternativi per riunioni ed eventi.

Sul fronte della sostenibilità, il 2026 segnerà probabilmente un salto culturale più che quantitativo. Secondo le analisi riportate da BCD, il livello medio di maturità delle aziende nel gestire la sostenibilità del travel rimane basso — 1,4 su 5 secondo GBTA — e solo una minoranza, il 9%, applica realmente carbon fee per internalizzare l’impatto delle emissioni. Tuttavia, il crescente peso del reporting ESG e l’evoluzione delle normative europee costringeranno le imprese a dotarsi di sistemi più avanzati, capaci di misurare, prevedere e ridurre l’impatto ambientale delle trasferte. In questa prospettiva, gli ecosistemi end-to-end come quelli proposti da BCD rappresentano una risposta alla crescente richiesta di trasparenza e coerenza degli stakeholder.

Nel suo complesso, il 2026 appare dunque come un anno di transizione ad alta complessità, in cui il business travel non scompare né si ridimensiona, ma cambia profondamente. La resilienza, la capacità di lettura dei segnali macroeconomici e l’investimento in tecnologie di gestione del rischio diventeranno fattori determinanti per le aziende che intendono mantenere una mobilità efficiente senza comprometterne la sicurezza né aggravare i costi. Le imprese più reattive potranno trasformare l’incertezza in un vantaggio competitivo; quelle più lente rischiano di subirne gli effetti senza riuscire ad anticiparli. In un mondo che si muove a velocità diverse, anche il viaggio d’affari diventa un indicatore della capacità delle organizzazioni di adattarsi a un’economia globale sempre più frammentata.

Foto di Kampus Production: https://www.pexels.com/it-it/foto/persona-donna-ufficio-lavorando-8353803/

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