Giovedì 3 Febbraio 22. Notizie dal fronte. Disfatta per le armate di Mark Zuckerberg lungo tutto l’arco del fronte con fuga di utenti, di capitali e di risorse.
Meta segna in un solo giorno il più grande calo della capitalizzazione di mercato nella storia delle corporate USA: -26%, questo significa che sono stati bruciati 252 miliardi di dollari di capitalizzazione.
Secondo quando riportato anche dal The New York Times, già mercoledì le avvisaglie di quanto sarebbe successo rannuvolavano l’orizzonte, in occasione della pubblicazione da parte di Meta del report sui guadagni che rendeva evidenti le 3 aree di crisi:
- Deciso rallentamento nella crescita di Facebook
- Privacy più stringente
- Costi della transizione verso il Metaverso
Dopo la pubblicazione del report Zuckerberg ha dichiarato agli investitori: ”Anche se la direzione è chiara, sembra che il nostro percorso da fare non sia perfettamente definito”.
Sommario
ToggleFuga dei teenagers da Facebook
1. Già a marzo 2021, una ricerca interna a Facebook, destinata al CPO (Chief Product Officer), evidenziava negli USA una fuga dei teenagers (13-17 anni) e giovani adulti (18-29 anni) dalla piattaforma sui 3 indicatori di performance chiave (KPI) monitorati: meno tempo speso giornalmente su Facebook, minore produzione di contenuti, minore utilizzo della funzione di messaggistica.
Da tempo si rincorrevano le voci che Facebook fosse percepito come un social “vecchio” e che avesse difficoltà a competere con altre piattaforme sui Millenials e Generazione Z e quantunque negli ultimi 3 anni abbia continuato ad aggiungere quasi 600 milioni di utenti attivi mensili, il momento sembra arrivato.
Apple sempre più privato
2. La nuova visione di Apple di un web “più privato” e quindi la maggiore capacità di controllo da parte degli utenti sui tracciamenti così cari ai marketer potrebbe costare -10 miliardi di dollari di vendite perse al gruppo di Mark Zucherberg, sempre secondo le dichiarazioni rilasciate da Meta.
Una rilevazione di Flurry pubblicata lo scorso dicembre evidenziava che solo il 24% degli utilizzatori IPhone a livello mondiale aveva acconsentito ad essere tracciato dalla pubblicità.
Nello stesso periodo alcune piattaforme social concorrenti di Facebook non hanno subito lo stesso impatto, secondo quanto riportato dal The New York Times:
- Snapchat. Nell’ultimo trimestre 2021 ha messo a segno un risultato oltre le aspettative degli analisti. +20% utenti attivi giornalieri; +42% crescita anno-su-anno.
- Pinterest. +20% dei ricavi
- Twitter. Ha un modello di business che si basa maggiormente su pubblicità di grandi eventi (esempio Olimpiadi) e inserzioni di Marchi che puntano alla costruzione della brand awareness, per cui ha dichiarato di aver subito un impatto minimo dalle nuove regole Apple sulla privacy.
Anche Google ha annunciato il mese scorso novità che sconvolgeranno il mondo della pubblicità: Chrome, il web browser più diffuso e più usato al mondo, introdurrà una nuova funzione che potrebbe eventualmente eliminare i tradizionali meccanismi di tracciamento.
Zucherberg ha dichiarato che i cambiamenti di Apple e le nuove normative sulla privacy in Europa rappresentano “una chiara tendenza in cui sono disponibili meno dati per pubblicare annunci personalizzati”.
La dimensione Meta
3. La divisione Reality Labs di Meta, che si occupa della progettazione-lancio-vendita dei supporti hardware (esempio occhiali per realtà virtuali), ha generato perdite per più di 10 miliardi di dollari per la sua costituzione nel 2021 ed ha eroso dell’8% gli utili dell’ultimo trimestre, disattendendo le previsioni degli analisti di Wall Street.
Questi prodotti sono ritenuti fondamentali da Zuckerberg nella sua visione del Metaverso: un internet di nuova generazione dove le persone condivideranno mondi ed esperienze virtuali su diverse piattaforme software e hardware, dando inoltre l’opportunità a Meta di conquistare una minore dipendenza da Apple, così da lungo tempo agognata.
IL METAVERSO, questo mix di realtà aumentata, avatar, universi paralleli, video-games, criptovalute e abiti virtuali indossabili, è il nuovo campo di battaglia!
Nello cyberspazio, oltre a Nazioni ed eserciti veri, si scontrano nuovi e vecchi attori del mercato e della comunicazione.
“Niente di nuovo sotto il sole” potremmo dire da quando alla fine dello scorso millennio qualsiasi tipo di attività non solo business è via via andata verso un modello a Rete del Valore; ma ora all’interno della Rete del valore del Metaverso si stanno ridefinendo i pesi e ridisegnando le alleanze.
Su questo terreno tutti e tutto si muovono velocemente ed in maniera molto fluida.
Metaverso e Business Travel
E se la prossima frontiera della tecnologia fosse quella in cui le persone possono viaggiare e collaborare digitalmente? Lato business travel sono state diverse le riflessioni fatte lo scorso novembre 2021 su questo argomento (vedi articolo https://www.travelforbusiness.it/viaggiatori-daffari-sempre-piu-gargoyle-il-lato-imbarazzante-del-metaverso/). Forbes lo affronta dal punto di vista dell’ospitalità alberghiera ” I viaggiatori potrebbero trasformarsi in avatar digitali e camminare virtualmente attraverso la struttura dell’hotel o il resort prima del check-in” e inoltre “Un tour dell’hotel in 3D potrebbe dare agli ospiti un senso di fiducia nel processo decisionale dell’hotel e aumentare i tassi di prenotazione e conversione diretti”.
Ma se gli hotel vedono già delle opportunità, non mancano i protagonisti del settore aereo. A riportarlo è Timestravel che scrive “La principale compagnia aerea Boeing ha in programma di fare un tuffo nel Metaverso. L’azienda sta lavorando con progetti ingegneristici 3D immersivi con robot e altro ancora. Boeing sta lavorando a un nuovo ambizioso progetto in cui l’azienda sta cercando di riunire progettazione, produzione e servizi aerei in un unico ecosistema digitale”
Lusso e Metaverso
Secondo una anticipazione della ricerca condotta da Jing Daily , emerge che NFT e blockchain sono stati interpretati nella prima fase dai i Marchi globali, a partire da quelli del lusso, come strumento di lotta alla contraffazione, lasciando sfumato sullo sfondo le opportunità dell’universo parallelo; ciò si è tradotto nel fiorire di una serie di marketplace e piattaforme in competizione tra loro per attirare i marchi del lusso: da quelle più generaliste come OpenSea, Rarible e Nifty Gateway, ad una costellazione di startup specifiche per il lusso di moda e lifestyle (tra le quali Wenew, Truesy, UNXD, Bitski).
Per cui se al momento non sembra esserci ancora una piattaforma dominante nello spazio del lusso, un consolidamento delle forze in campo potrebbe arrivare più dagli sforzi dei gruppi del lusso piuttosto che delle startup esterne.
Nell’Aprile 2021 nasce Aura Blockchain Consortium una collaborazione non-profit che si sta sviluppando tra il Gruppo Prada, LVMH e Cartier ma aperta ad ogni marchio del lusso, la quale offre, dietro un pagamento per i diritti di licenza e di un canone fisso per prodotto, la possibilità di tracciare e rintracciare i prodotti con una identità digitale unica basata su un NFT. Tutti i marchi coinvolti nel consorzio contribuiscono alla governance e alla strategia blockchain.
Anche Ferrari ha deciso di allestire un dipartimento specifico focalizzato sui servizi digitali per esplorare le opportunità che possono arrivare dal Metaverso tra realtà virtuale, gioco e social media.
“NFT (non-fungible-token) e metaverso sono aree a cui dobbiamo porre attenzione” ha dichiarato Benedetto Vigna, CEO Ferrari
Ferrari ha anche siglato un accordo con la società blockchain svizzera Velas Network che vedrà la startup emettere esclusivi oggetti da collezione digitali e sponsorizzare la squadra corse della Ferrari, in particolare F1 Esport Series, il campionato ufficiale digitale dove partecipano tutti i team iscritti al FIA Formula 1 World Championship.
Una galassia di brand di lusso, fashion e lifestyle che assomma milioni di followers sulle piattaforme social, in particolare Facebook e Instagram, ed è possibile immaginare che sulla scorta delle esperienze che questi marchi andranno a maturare e con una più ampia accessibilità alle tecnologie, vi possa essere un effetto emulativo anche da parte di brand appartenenti a segmenti meno esclusivi e più accessibili (H&M si è già mossa in tal senso aprendo il primo negozio virtuale ed ha realizzato un’isola per Animal Crossing di Nintendo).
Inoltre, a gennaio Microsoft ha acquisito per 69 miliardi di dollari la casa di produzione video game Activision Blizzard; Google sta già lavorando sul metaverso da parecchi anni ed ha attivato una serie di laboratori ad hoc alla fine del 2021; altrettanto Apple ha i propri dispositivi in lavorazione.
A questo punto il nuovo fronte di contrapposizione si sviluppa almeno lungo 3 direttrici: dipendenza, decentralizzato e privacy.
Nell’area business (corporate, brand, gruppi, aziende) non vi è tanto la ricerca di una assoluta indipendenza, quanto l’obiettivo di consolidare una sostenibile non-dipendenza nella relazione diretta con il consumatore-avatar.
Non possiamo quindi non prevedere che eredità storica, valore del brand, visione, capacità manageriale e organizzativa, disponibilità economica, cioè tutto quanto è così dannatamente materiale si trasponi in “potenza di fuoco” sul campo virtuale per determinarne le sorti.
Il Metaverso non esiste ancora ma già le aziende investono e spendono miliardi di dollari per testare e conquistare posizioni.
- Republic Realm, investitore e sviluppatore attivo nell’ecosistema immobiliare del metaverso, ha pagato l’equivalente di 3,8 milioni di euro per un appezzamento di terreno virtuale in The Sandbox. (Forbes, 22.12.2021)
- Avatar e influencer virtuali aprono la strada alla personificazione del brand nel metaverso; il brand attraverso le tecnologie abilitanti potrà quindi realizzare esperienze condivise seduto accanto (virtualmente) al proprio pubblico e possibilmente non solo in uno spazio vincolato di terze parti. Si stima che nel 2022 le aziende sosterranno una spesa complessiva di 15 miliardi di dollari per l’influencer marketing, con una crescente quota assorbita dagli influencer virtuali che si calcola siano già oltre 150.
- Morgan Stanley stima che entro il 2030 la domanda di marchi del lusso nel metaverso possa raggiungere i 50 miliardi di dollari ed il gruppo Kering è quello più attivo dallo scorso anno con strategie diversificate e complementari tra i suoi top brand: l’uscita dai social di Bottega Veneta per puntare su un rapporto più phygital ed un utilizzo dei social mediato da un maggiore coinvolgimento degli influencer; la partecipazione di Gucci con il suo film “Aria” all’asta di Christie’s Prof Of Sovereignty e la collaborazione con Roblox , piattaforma di gioco, in occasione del suo 100esimo anniversario; l’accordo di Balenciaga con il colosso del gaming Epic Games per la progettazione di abiti virtuali (skin) che i giocatori possono acquistare in un negozio (virtuale!) del marchio.
Una delle parole chiave del metaverso è decentralizzato: uno regno immersivo multidimensionale senza confini, persistente, interoperabile e condiviso (cit. NetworkDigitale360).
La visione del metarverso dovrebbe essere quindi centrata sull’individuo e sulla possibilità di condurre più vite parallele esplorando identità multiple in compagnia di altri avatar, personificazioni di intelligenze artificiali, bot, agenti virtuali; una evoluzione del cyberspazio ma che dell’attuale Internet eredita le problematiche di controllo, sicurezza, governance e soprattutto di legame forte con la realtà vera: Bloomerg Intelligence ha stimato opportunità di mercato nel metaverso per 800 miliardi di dollari entro il 2024.
In questo contesto, dove il mondo fisico e quello virtuale si influenzeranno costantemente a vicenda ed in modo ubiquitario, il concetto di spazio (cyberspazio) si prenderà la rivincita su quello di tempo; generando fuga dalla realtà specie nei contesti caratterizzati da disuguaglianze strutturali e socio economiche; esposizione ad un continuo monitoraggio e compromissione della sicurezza dei dati.
La privacy è redditizia.
Apple, infatti, ha fatto della privacy un passaggio chiave del proprio marketing, in particolare per IPhone, dando la possibilità ai clienti di rinunciare al tracciamento e fornendo gli strumenti per renderlo più difficoltoso sul proprio browser, Safari; anche se dati in forma aggregata e anonima continuano ad essere condivisi con applicativi social e marketer.
Dopo aver registrato un profitto record di 34,6 miliardi per il 4° trimestre 2021, l’utile netto di Apple per i 12 mesi terminanti a dicembre ’21 è salito a 100,6 miliardi di dollari.
Già agli albori dello scorso anno, Euromonitor International aveva individuato il trend in forte crescita dei consumatori “Inquieti e Ribelli”.
Consumatori disillusi; connessi alla Rete a partire dal 2020, con lo scoppiare della pandemia, in maniera così intensa e costante come non era mai successo prima; segnati da una pervasiva sfiducia nei media e nei contenuti online; traditi dalla condivisione dei propri dati per ricevere offerte personalizzate e mirate.
Questi consumatori si aspettano fatti e pretendono che i Marchi agiscano.
Link alle fonti
https://www.statista.com/chart/26742/apples-trailing-twelve-months-profit/
https://forbes.it/2022/01/24/influencer-virtuali-personificazione-ultima-rivoluzione-branding/
https://forbes.it/2022/01/05/hm-metaverso-apre-primo-negozio-virtuale/
https://www.flurry.com/blog/att-opt-in-rate-monthly-updates/
https://www.statista.com/chart/5380/facebook-user-engagement/
https://www.statista.com/chart/26151/teenage-exodus-from-facebook/