La Mobilità urbana, lo sviluppo tecnologico e l’evoluzione dei servizi

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La Mobilità urbana è un fattore imprescindibile nello sviluppo di un Paese.

Potremmo addirittura utilizzarlo come un indicatore fondamentale del benessere della popolazione e dell’organizzazione della società e il suo livello di sviluppo. Basta osservare il traffico in una metropoli di un Paese emergente in Asia o in Africa e confrontarlo con l’organizzazione della mobilità di una Città degli Stati Uniti o del nord Europa ed appare evidente quanto affermato.

Purtroppo, l’Italia non si colloca certo nei primi posti della classifica Europea in fatto di progetti di Mobilità e organizzazione dei servizi. Anzi, i problemi finanziari di molte aziende di Trasporto Pubblico, la scarsa organizzazione e lo sviluppo negli ultimi anni di progetti coerenti con i piani urbanistici sommati alle mancate decisioni politiche sulla progettazione e la costruzione delle indispensabili opere infrastrutturali, contrastano con la crescente domanda di mobilità dei cittadini e lo sviluppo economico del Paese.

Il trend in crescita indica una nuova tendenza all’urbanizzazione

Tutto questo, nonostante siano in grande crescita i numeri che indicano una nuova tendenza all’urbanizzazione, si parla che circa l’80% della popolazione nel 2050 vivrà nei centri urbani. Nonostante siano notevolmente aumentati gli spostamenti e i viaggi delle persone e che, anche il traffico merci nei prossimi anni sarà di molto superiore agli attuali livelli.

Sono mancate e, continuano a non essere fatte corrette scelte Governative di ampio respiro che possano portare evidenti risvolti positivi a medio termine. Condizioni, quelle attuali nelle nostre aree urbane, che di fatto già oggi fanno registrare il costante aumento di emissioni inquinanti, la congestione del traffico con conseguenti maggiori costi economici e sanitari per gli Italiani e per l’economia generale delle imprese.

Tuttavia, lo sviluppo tecnologico e l’evoluzione digitale sono fattori trainanti e contribuiscono alla creazione di nuovi modelli di veicoli, nuove autovetture sempre più connesse a guida autonoma ed elettriche. Questo sviluppo è accompagnato da ingenti investimenti da parte delle case automobilistiche: 5miliardi FCA, 47 Miliardi il gruppo Volkswaghen Audi, le quali credono fortemente in questa evoluzione che porterà sulle strade maggiore sicurezza e minori emissioni inquinanti.

L’evoluzione tecnologica porta alla nascita di nuovi modelli di business

L’evoluzione tecnologica ha anche portato alla nascita di nuovi modelli di business legati ai servizi di mobilità, come il car sharing (Car to Go, Enjoy); il car pooling (Bla Bla car, Moovit) e diverse piattaforme di ride sharing (Uber, MayTaxi, Flixbus). Questi servizi saranno sempre più in futuro utilizzati dalle persone, al momento però, fatto salvo alcuni casi, sono poco integrati con il sistema di Trasporto Pubblico Locale, ferroviario e con l’auto privata. Mancano stazioni di interscambio modale, parcheggi e una normativa coerente alle mutate condizioni del mercato e all’organizzazione dei servizi stessi.

La norma che disciplina Taxi e NCC non risponde ai bisogni degli utenti

La recente vicenda che ha visto la protesta degli NCC da una parte e i Taxi dall’altra ne è la dimostrazione. La norma varata a fine anno dal Governo continua a mantenere una differenziazione tra i due servizi ormai superata dall’evoluzione tecnologica e dall’uso quotidiano da parte degli utenti. Infatti, proporre oggi una differenza all’accesso del servizio tra taxi e noleggi che poteva forse funzionare settata anni fa è anacronistico.

Al tempo i taxi presenti nelle città dovevano servire una maggiore domanda e strettamente urbana e i noleggi distribuiti sull’intero territorio nazionale una domanda debole ed extraurbana. Oggi gli uni e gli altri lavorano sullo stesso territorio e devono poter rispondere senza alcun vincolo e in regime di libera concorrenza alle richieste degli utenti che liberamente in base alle proprie esigenze del momento devono poter avere il servizio più adeguato. Costringere ad improbabili rientri in rimessa gli NCC e alla prestazione limitata territorialmente quando la stessa da anni non è rispettata né da questi né dai Taxi ha ormai poco senso.

Sarebbe stato meglio pensare a come integrare le nuove forme di servizio con quelle più tradizionali e consentire la crescita e lo sviluppo di entrambi tenendo maggiormente in considerazione i bisogni dell’utenza e dei cittadini per dare certezze agli operatori e respiro futuro alla norma.

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