Come cambia il modello di mobilità degli italiani

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Il nuovo Rapporto sulla mobilità degli italiani di Isfort descrive i risultati principali e come cambia il modello di mobilità degli italiani. Il rapporto è stato presentato nel corso di una conferenza al Cnel.

Innanzitutto il report indica una forte ripresa della domanda e anche della distanza media pro-capite percorsa giornalmente dall’insieme cittadini che passa dai 14,7 km del 2020 ai 20 km del primo semestre dell’anno in corso (+36,1%), un dato non più così lontano da quello del 2029 (24,1 km).

Sul piano della lunga percorrenza anche la lunghezza media degli spostamenti è cresciuta del +17,2% tra il 2019 e la prima parte del 2022, passando da 8,7 km a 10,2 km, valore quasi in linea con quello del 2019; Mentre per la quota delle percorrenze di medio raggio (10-50km) è passata dal 16,6% del 2019 al 20,2% del primo semestre 2022, attestandosi un paio di punti sotto la soglia pre-Covid. Allo stesso tempo i viaggi di lunga distanza, superiori a 50 km, sono passati dall’1,8% al 2,2%.

Interessante notare come la dinamica di rafforzamento della componente di medio e lungo raggio della domanda, la scala locale di prossimità resta dominante nel modello di mobilità degli italiani. Infatti, gli spostamenti più brevi (fino a 2 km) pesano per quasi il 30% del totale e quelli di scala urbana (2-10km) quasi per il 50%; complessivamente dunque, all’uscita dall’emergenza sanitaria, il 77,6% delle percorrenze si esaurisce nel perimetro dei 10 km, un dato sostanzialmente in linea con quello di inizio millennio.

Minori gli spostamenti a piedi e più viaggi in bicicletta

Una nota di attenzione è rivolta agli spostamenti a piedi dove il dato scende nel 2021 al 22,7%, oltre 6 punti in meno rispetto al 2020, e nel 2022 scende ulteriormente al 19,7%, sotto la soglia pre-Covid. La causa è da ricercare nella carenza del rafforzamento di politiche adeguate.

Gli spostamenti in bicicletta e con soluzioni di micromobilità (monopattini elettrici ecc.) incrementano invece il proprio peso (dal 3,3% del 2019 al 4,7% del primo semestre 2022); associando questo aumento alla crescita contestuale proporzionalmente molto forte, della moto (dal 2,6% del 2019 al 4,7% del 2022) si può dire che la soluzione delle “due ruote” (motorizzate, elettriche o non-motorizzate), sta diventando un’opzione più robusta nelle scelte modali degli italiani.

La rivincita dell’auto che ritorna ad essere il mezzo preferito dagli italiani per gli spostamenti

La propensione al cambio modale dei cittadini, intesa come desiderio di utilizzare di meno l’auto a beneficio dei mezzi pubblici e della bicicletta, che normalmente si attesta su livelli alti mostra tuttavia un trend discendente dall’inizio della pandemia. Ad esempio per i mezzi pubblici il saldo tra quanti vorrebbero usarli di più e quanti vorrebbero usarli di meno è sceso dal +27,3% del 2019 al +11,4% del 2022. Migliore la tenuta della bicicletta: il medesimo saldo, che è il più alto tra i diversi mezzi di trasporto, ha registrato un’impennata al +39,8% nel 2020 per poi scendere poco sopra il 30% nel biennio successivo. La propensione al cambio modale perde dunque “presa”, soprattutto con riferimento ai mezzi pubblici ad ulteriore conferma che la vicenda Covid ha inciso sull’appeal della mobilità collettiva.

Altro elemento interessante riguarda Il parco autovetture che è continuato a crescere nel 2021; le auto circolanti sono appena sotto i 40 milioni (39,8 circa 100mila in più rispetto al 2019) con un tasso di motorizzazione salito a 67,2 veicoli ogni 100 abitanti (66,6 nel 2020). Tra le grandi città il tasso di motorizzazione raggiunge il livello record di 77,3 a Catania (in riduzione di -0,4 punti rispetto al 2020) e scende sotto il 50% solo a Venezia, Genova e Milano; inoltre nel 2021 è in riduzione marginale a Firenze, Bari e Catania, in riduzione sensibile solo a Torino (-3,6 punti). Le immatricolazioni di nuove auto relative ai primi 8 mesi dell’anno sono invece scese del -20% rispetto allo stesso periodo 2020 e cresciute del +4% nel confronto con il 2019. Il tasso di motorizzazione dell’Italia resta tra i più alti in Europa; nel 2019 tra i maggiori Paesi europei il tasso di motorizzazione è inferiore a quello italiano di circa 10 punti in Francia, 15 in Spagna e 9 punti in Germania. L’età media delle auto è aumentata a 12,2 anni dagli 11,8 anni del 2020

TPL inadeguato

Sotto il profilo qualitativo il Trasporto Pubblico Locale (TPL ) soffre un ritardo strutturale nel processo di ringiovanimento del parco mezzi, ritardo che genera cattiva qualità del servizio per il passeggero (bus e treni con bassi standard nel comfort di viaggio), impatti ambientali molto significativi e costi di gestione più alti per gli operatori. Il parco autobus adibito a servizio TPL ammonta a settembre 2022 a quasi 50.000 veicoli di cui il 14,6% non assicurato (presumibilmente non circolante). L’87,1% dei bus assicurati e alimentato a gasolio, il 9% a metano/GPL/GNL e il restante 3,9% circa sono autobus ibridi e a zero emissioni o con altre alimentazioni a basse emissioni. L’età media degli autobus per il TPL è in Italia di circa tre anni superiore alla media europea.

Inoltre la rigidità dei sistemi tariffari del trasporto pubblico locale, con prezzi amministrati che non seguono principi economici di aggiornamento, toglie alle imprese uno spazio vitale di manovra per un’offerta diversificata dei servizi e per recuperare risorse per gli investimenti (e infatti le tariffe del TPL sono in Italia decisamente più basse rispetto ai principali Paesi europei); allo stesso tempo sono ancora poco diffusi sistemi di bigliettazione integrata che ampliano il ventaglio di facilities per i potenziali clienti e quindi rafforzano l’attrattività della domanda.

Anche sul piano della Sicurezza gli indici di soddisfazione per i diversi mezzi di trasporto hanno registrato nel 2021, come del resto nel 2020, una generale e pronunciata diminuzione, associata ad un ulteriore allargamento della forbice tra i mezzi individuali e i mezzi collettivi: i punteggi medi si autobus, pullman e treno regionale sono scesi sotto la sufficienza, quello della metropolitana a 6,4, tiene meglio il treno di media e lunga percorrenza a 6,8.

Incidenti stradali

Gli incidenti stradali e i suoi effetti di lesività interessano soprattutto le auto (65,1% di sinistri, 53,3% di morti) e i motocicli (17,5% di feriti, ben 27,5% di morti). Non marginale il peso della bicicletta (muscolare ed elettrica) che è stata coinvolta nell’anno in circa 17mila incidenti con oltre 16mila feriti e 225 morti. Quanto ai monopattini elettrici la pericolosità del mezzo si va consolidando: oltre 2.000 incidenti con 2.107 feriti e 10 morti. Infine, i pedoni deceduti sono stati 471, pari al 16,4% del totale (in diminuzione dal 17,1% del 2020 e dal 16,8% del 2019).

In questo generale contesto il report di Isfort vuole sollecitare l’Italia ad una urgente azione sugli aspetti caratterizzanti della mobilità sostenibile.

Il rapporto completo è disponibile sul sito di Isfort

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