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ToggleAssicurazione sanitaria per Giappone: in arrivo l’obbligo per chi entra nel Paese, con novità rilevanti per business traveller e aziende
In Giappone si fa sempre più concreta l’ipotesi di introdurre l’obbligo di un’assicurazione sanitaria per tutti i viaggiatori internazionali, inclusi quelli che si spostano per lavoro. La notizia, rilanciata da fonti governative e anticipata da testate come Asahi Shimbun, è parte di un pacchetto di proposte che il Ministero della Salute giapponese sta valutando per fronteggiare una situazione ormai difficile da ignorare: l’aumento significativo di casi in cui le strutture sanitarie nipponiche non riescono a recuperare i costi delle cure prestate a turisti e visitatori temporanei.
Non si tratta di un fenomeno marginale. I dati parlano chiaro: quasi un terzo degli ospedali giapponesi ha avuto problemi nel farsi rimborsare le spese sanitarie da pazienti stranieri. Questo squilibrio rischia di mettere sotto pressione un sistema sanitario già impegnato a garantire prestazioni di qualità alla popolazione residente, con costi sempre più elevati anche a causa dell’invecchiamento demografico. Le ricadute di una tale misura non lascerà indifferente chi organizza viaggi di lavoro in Giappone.
Perché il Giappone vuole introdurre questo obbligo sanitario
L’obiettivo delle autorità giapponesi è duplice. Da una parte, vogliono tutelare il sistema sanitario nazionale da abusi, morosità e inefficienze nella riscossione delle spese. Dall’altra, le autorità puntano a rendere più sicuro e organizzato l’accesso al Paese, prevenendo situazioni di emergenza in cui il viaggiatore si trovi senza copertura sanitaria e senza supporto. La proposta prevede che ogni viaggiatore, prima ancora di imbarcarsi verso il Giappone, dimostri di avere una polizza assicurativa attiva, valida per tutto il soggiorno e in grado di coprire cure, ricoveri, farmaci e, se necessario, rimpatrio.
Il provvedimento sarebbe allineato a quanto già adottato da altri Paesi che hanno a cuore il controllo e la sostenibilità dei propri sistemi sanitari. Nella zona Schengen, ad esempio, i viaggiatori provenienti da Paesi extra-UE sono già tenuti a dimostrare di avere una copertura sanitaria adeguata. Lo stesso avviene negli Emirati Arabi Uniti e in Turchia. Non si tratta quindi di un’eccezione, ma di una misura che il Giappone sta valutando con l’intento di uniformarsi agli standard globali più rigorosi in materia di ingressi internazionali.
Conseguenze dell’assicurazione sanitaria per Giappone per i viaggiatori d’affari
Per chi si reca in Giappone per motivi di lavoro, questo cambiamento rappresenta un nuovo vincolo normativo da gestire con attenzione, che coinvolge sia il viaggiatore stesso sia le aziende che ne organizzano la trasferta. Se l’assicurazione sanitaria obbligatoria diventerà realtà, come tutto lascia intendere, sarà necessario verificare la presenza della polizza ancor prima di programmare il viaggio. Non si potrà più contare sulla possibilità di stipularla all’arrivo o improvvisare una copertura last minute: i controlli saranno verosimilmente effettuati già in fase di check-in o di rilascio del visto, con il rischio concreto di venire respinti alla frontiera in caso di documentazione assente o non conforme.
Per le aziende, questo significa dover integrare nuovi protocolli nei processi di travel management. La stipula dell’assicurazione non potrà essere lasciata alla discrezione del dipendente o dell’agente di viaggio: diventerà parte integrante del piano di trasferta, alla stregua della prenotazione del volo o della sistemazione alberghiera. Inoltre, sarà necessario assicurarsi che la polizza selezionata sia effettivamente conforme ai requisiti richiesti dal governo giapponese, evitando prodotti standardizzati con massimali troppo bassi o esclusioni che potrebbero rivelarsi problematiche.
Esistono già best practise internazionali?
La scelta del Giappone di muoversi in questa direzione non è affatto isolata. Sempre più Paesi stanno adottando strumenti di controllo che rendano l’accesso al proprio territorio subordinato alla stipula di un’assicurazione sanitaria. È una tendenza che riflette la crescente attenzione alla sostenibilità economica e organizzativa dei sistemi di welfare, soprattutto in contesti a forte attrattività turistica e con una presenza significativa di lavoratori temporanei e visitatori business.
Anche la pandemia da Covid-19 ha accelerato la riflessione: le situazioni di emergenza sanitaria globale hanno mostrato con forza quanto sia indispensabile che ogni viaggiatore disponga di copertura sanitaria personale e affidabile, sia per evitare costi imprevedibili sia per poter accedere a cure tempestive.
Il Giappone ha già introdotto negli ultimi anni misure più severe per chi ha precedenti di morosità sanitaria. Secondo quanto riportato dai media locali, alcuni viaggiatori si sono visti negare il visto a causa di spese mediche non saldate durante precedenti soggiorni. Questo lascia intendere che la direzione intrapresa sia irreversibile: in futuro, viaggiare senza assicurazione sanitaria in Giappone sarà non solo rischioso, ma potenzialmente impossibile.
Assicurazione sanitaria in Giappone: le misure da prendere subito
In attesa che la normativa venga ufficialmente approvata e pubblicata, è consigliabile che le aziende inizino fin da ora a rivedere le proprie travel policy. Inserire l’obbligo di copertura sanitaria tra i documenti richiesti per le trasferte in Giappone è un passo utile per non farsi cogliere impreparati. Allo stesso tempo, è fondamentale istruire i dipendenti sui criteri con cui scegliere una polizza adeguata: non basta acquistare un’assicurazione qualsiasi, ma bisogna valutare attentamente massimali, franchigie, estensione territoriale, presenza di assistenza multilingue e possibilità di rimpatrio sanitario.
Per i travel manager, sarà utile confrontarsi con i provider assicurativi e aggiornare i contratti quadro in uso, in modo da offrire pacchetti realmente conformi alla nuova normativa e integrabili nei sistemi di prenotazione aziendali. Una comunicazione chiara e tempestiva ai team HR e ai dipendenti che si recano regolarmente in Asia sarà infine indispensabile per evitare disguidi, ritardi e — nella peggiore delle ipotesi — respingimenti alla frontiera.
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Photo credit: Timo Volz