Alla ricerca della verità ambientale: compagnie aeree sotto accusa

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Dopo l’adesione di Altroconsumo alla campagna dell’Organizzazione europea dei consumatori (Beuc), di cui fa parte, e le segnalazioni inviate assieme ad altre 22 organizzazioni Ue, le autorità hanno avviato un procedimento nei confronti di 20 compagnie aeree per presunte pratiche di greenwashing. Infatti, queste compagnie tendono a proporre biglietti con sovrapprezzo per finanziare l’uso di carburanti sostenibili, viaggi a CO2 compensata e voli a “emissioni nette zero” per finanziare la riforestazione.

Le strategie di comunicazione delle compagnie aeree, volte a presentarsi come aziende attente all’ambiente, possono suscitare interrogativi sul loro reale impatto ambientale. Alcune informazioni fornite sui siti web potrebbero risultare fuorvianti e carenti di basi scientifiche solide.

L’invito ai consumatori a contribuire finanziariamente alla lotta contro la crisi climatica è una pratica ormai consolidata, ma è importante mantenere un certo distacco e riflettere sulle implicazioni di tali contributi dichiara Altroconsumo dove nel suo sito si leggeChiedere un contributo ai consumatori per sostenere la causa della lotta alla crisi climatica è una pratica ormai consolidata messa in atto da diverse compagnie, ma è anche un modo per riversare la responsabilità dell’impatto ambientale sul singolo consumatore, così che i vetttori riescano a ribaltare a proprio favore una situazione di scomodo. All’utente finale arriva il messaggio fuorviante che in questo modo le compagnie aeree possano davvero avere un ruolo attivo nella protezione dell’ambiente. In realtà, invece, non solo continuano a guadagnare e a inquinare, ma attraverso queste strategie possono anche passare come aziende attente all’ambiente, motivo per cui gli utenti continuano a sceglierle in una sorta di loop continuo. Non dimentichiamo, infine, che le compagnie guadagnano anche dai soldi delle persone che decidono di dare il proprio contributo acquistando le compensazioni proposte in fase di prenotazione.” È fondamentale comprendere che, mentre le compagnie aeree potrebbero offrire opzioni di compensazione delle emissioni di CO2, l’efficacia di tali iniziative nell’affrontare il cambiamento climatico potrebbe essere soggetta a dibattito“.

Inoltre, la mancanza di una strategia comune tra i Governi dopo l’accordo di Parigi ha portato le compagnie a investire in progetti per controbilanciare le emissioni dei loro voli. Tuttavia, l’efficacia di tali progetti nel ridurre effettivamente l’impatto ambientale dell’aviazione rimane oggetto di discussione come dichiara Altroconsumo:

Le compensazioni ambientali, inoltre, vengono utilizzate dalle compagnie come scusa per rimandare il problema ed evitare di ridurre effettivamente le emissioni: in questo modo si giustifica la possibilità di continuare a inquinare, con la scusante che si stanno compensando le emissioni. Il dato di fatto è che, attraverso queste iniziative, le compagnie non riescono a mitigare il danno provocato sull’ambiente dai viaggi aerei. Per parlare di una reale compensazione ambientale, queste iniziative dovrebbero rispettare alcuni criteri specifici, per esempio essere permanenti (quindi adeguata agli impatti negativi, ricordando che il tempo di persistenza dei gas può durare anche decine d’anni) e preventive“.

Le richieste di Altroconsumo e l’avvio del procedimento

Queste pratiche sono diffuse in tutta l’Unione europea e riguardano in maniera trasversale compagnie aeree di bandiera e low cost. In seguito alle segnalazioni di Altroconsumo all’Autorità garante della concorrenza e del mercato nell’ambito di una campagna del Beuc, l’Organizzazione europea dei consumatori di cui fa parte, assieme ad altre 22 organizzazioni europee, ora sembra che qualcosa inizia a muoversi. l CPC network ha aperto un procedimento nei confronti di 20 compagnie aeree (che avranno 30 giorni di tempo per rispondere) per pratiche di greenwashing.

Altroconsumo chiede che vengano messe in atto misure specifiche a tutela dei viaggiatori.

  1. Le compagnie aeree non dovrebbero utilizzare queste diciture per ingannare i consumatori con affermazioni che strizzano l’occhio al marketing attraverso claim che riguardano la sostenibilità.
  2. I viaggiatori devono essere informati in maniera chiara riguardo gli investimenti delle compagnie in progetti di protezione dell’ambiente che non possono essere presentati come compensativi o neutralizzanti rispetto alle emissioni dei voli. Le compagnie devono inoltre dire in tutta trasparenza che volare non è sostenibile e non lo sarà ancora nel breve termine
  3. L’uso di slogan legati alla sostenibilità nel settore aereo deve essere monitorato, le autorità di vigilanza dovrebbero prevedere sanzioni in caso di utilizzo continuativo di questo tipo di comunicazioni e, di conseguenza, le compagnie dovrebbero restituire ai consumatori gli importi versati ingiustamente.
  4. Il pagamento di quote extra per tariffe “green” deve essere regolamentato: nel caso di slogan riconosciuti come ingannevoli, le compagnie dovrebbero rimborsare i consumatori per queste voci aggiuntive.

Articolo completo al seguente link https://www.altroconsumo.it/vita-privata-famiglia/viaggi-tempo-libero/news/voli-aerei-emissioni-co2

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