Il futuro dell’automobile passa da persone, educazione e sicurezza

Condividi

Non solo tecnologia e transizione ecologica. Il futuro dell’automobile e della mobilità passa anche – e forse soprattutto – dalle persone, dalla cultura della sicurezza e dall’inclusione. È questa la direzione tracciata da #FORUMAutoMotive, il movimento di opinione fondato dal giornalista Pierluigi Bonora, che ha celebrato il suo decennale con un evento denso di testimonianze e riflessioni sul tema: “Automotive, quale futuro – Reagire con decisione: basta parole!”

Un appuntamento che, tra voci del mondo medico, associazioni, esperti di sicurezza e rappresentanti delle istituzioni, ha posto al centro un messaggio chiaro: la mobilità del futuro non può esistere senza un impegno concreto su educazione e responsabilità.

Un premio al cuore della mobilità

La mattinata si è aperta con la consegna del Premio “Cuore & Motori” a Vanni Oddera, pro rider di freestyle motocross e ideatore della Mototerapia – un progetto che porta le acrobazie su due ruote negli ospedali, trasformandole in strumenti di riabilitazione emotiva.
“È stato il primo a far entrare la moto negli ospedali – si legge nella motivazione – aiutando tanti bambini a superare la barriera tra la malattia e la libertà dei sogni.”

Il riconoscimento, accompagnato da un videomessaggio del Ministro per la Disabilità Alessandra Locatelli, ha aperto una discussione ampia sull’inclusione attraverso la mobilità.
Medici, genitori e terapisti hanno raccontato esperienze dirette di come la mototerapia e altri progetti di riabilitazione abbiano migliorato la qualità di vita dei pazienti, integrandosi alle cure mediche tradizionali.

Tra le testimonianze, quella di Cinzia Pellegatta, madre di un bambino con sindrome di Down, e di Guido Pellegrini, Direttore di Pediatria e Neonatologia dell’ASST Nord Milano, che ha sottolineato “l’impatto profondo e immediato di queste esperienze sulla fiducia e l’autostima dei ragazzi”.

Sicurezza stradale: la vera emergenza italiana

Il dibattito si è poi spostato su un tema cruciale: la sicurezza stradale. I dati ISTAT parlano chiaro: 3.030 vittime nel 2024, di cui 830 motociclisti, 470 pedoni e 185 ciclisti. Numeri che raccontano un’emergenza strutturale, aggravata da comportamenti scorretti e da una scarsa cultura della convivenza tra diverse forme di mobilità.

Carlotta Gallo, dirigente della Polizia Stradale per la Lombardia, ha denunciato “l’insofferenza crescente verso le regole del Codice della Strada”, sottolineando la necessità di educare soprattutto i giovani e i lavoratori, anche con nuovi linguaggi e strumenti digitali.

Un concetto ripreso da Pietro Meda, vicepresidente vicario dell’Automobile Club Milano: “Le nostre città hanno bisogno di una regia chiara. Servono regole condivise, non interventi isolati. Le piste ciclabili o i mezzi di micromobilità non sono un problema in sé: lo diventano quando mancano pianificazione e formazione.”

Tecnologia, educazione e rispetto: le chiavi per invertire la rotta

Molti relatori hanno evidenziato la necessità di una strategia integrata di prevenzione, che coinvolga scuole, aziende e istituzioni.
Toni Purcaro, presidente di Dekra Italia, ha ricordato il ruolo della formazione: “Gli incidenti accadono perché vengono ignorate le regole più elementari. Portiamo i ragazzi nei nostri centri di revisione per far vedere loro i rischi reali. Solo toccando con mano si cambia mentalità.”

Anche Lucia Vecere, responsabile sicurezza dell’ACI, ha posto l’accento sulla sensibilizzazione nelle scuole, dove vengono simulate situazioni di rischio per educare fin da piccoli al rispetto della strada.

Per Cesare Galbiati (UNASCA), la sfida è anche demografica: “Occorre formare non solo i giovani, ma anche gli over 65, oggi sempre più presenti su strade che ospitano nuovi attori come rider, ciclisti e monopattini.”

E se la tecnologia può essere un alleato – come ha ricordato Andrea Giaretta di DOTT, citando i sistemi di tracciamento e limitazione della velocità nei monopattini in sharing – resta il problema del vuoto normativo, ancora ancorato a modelli del passato.

Droghe e guida: la piaga invisibile

La chiusura del forum ha riportato al centro una questione drammatica: il legame tra uso di sostanze stupefacenti e incidenti mortali.
Con il giornalista Bonora ha dialogato Antonio Pignataro, Dirigente Generale della Polizia di Stato e consulente della Presidenza del Consiglio per le Politiche Antidroga, che ha tracciato un quadro allarmante: “Oltre 3.000 morti all’anno sono collegati all’uso di droghe. In più dell’80% dei reati commessi nel Paese, le sostanze stupefacenti hanno un ruolo diretto o indiretto. È un’emergenza che distrugge famiglie e genera comportamenti di rischio sulle strade.”

Secondo Pignataro, la prevenzione passa solo da educazione, controllo e fermezza normativa, accompagnate da un impegno culturale e politico costante.

Oltre il motore: un nuovo umanesimo della mobilità

#FORUMAutoMotive, nel suo decennale, ha ricordato che il futuro dell’automotive non si misura soltanto in batterie, algoritmi o guida autonoma, ma nella capacità del settore di tutelare le persone.
In un Paese dove muoversi è sinonimo di libertà, la mobilità responsabile diventa un indicatore di civiltà.

E, come ha ricordato Bonora in chiusura, “serve una nuova educazione alla mobilità. Perché dietro ogni statistica c’è una vita, e ogni vita persa sulla strada è un fallimento collettivo.”

Foto di cottonbro studio: https://www.pexels.com/it-it/foto/strada-uomini-auto-macchina-10480829/

Sull'autore

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Related Posts

Accedi alla community

Inizia anche tu a condividere idee, competenze e informazioni con gli altri professionisti del travel e della mobilità

Ultimi articoli

Consulenza

Ebook

Prossimi corsi