Permesso ZTL con auto aziendale: come ottenerlo?

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Guida pratica ai documenti, limitazioni e casi particolari per entrare nelle zone a traffico limitato con un permesso ZTL

Se hai un’auto aziendale e ti muovi spesso in città, sai bene che la ZTL può diventare un ostacolo più che una semplificazione; soprattutto se la sede è proprio nel cuore di una zona a traffico limitato. I disagi non sono solo multe o varchi elettronici, da evitare come mine vaganti, ma vere e proprie limitazioni che impattano sulla tua mobilità quotidiana e – se sei mobility o fleet manager – sulla gestione dell’intera flotta.

Eppure accedere in ZTL con un’auto aziendale è possibile, a patto di conoscere le regole, i documenti richiesti e le eccezioni concesse dalle singole amministrazioni. In questa guida pratica cerchiamo di fare chiarezza: chi può richiedere il permesso ZTL, per quali veicoli, quanto costa e quanto dura. E soprattutto quali sono le soluzioni concrete per conciliare esigenze aziendali e sostenibilità.

Che cos’è il permesso ZTL?

Il permesso ZTL (Zona a Traffico Limitato) è un’autorizzazione rilasciata dai Comuni per permettere la circolazione di veicoli in aree della città dove il traffico è regolamentato, solitamente per motivi ambientali, di congestione o per tutelare zone pedonali e centri storici. Ogni Comune ha la sua ZTL, con orari, categorie di veicoli ammessi e regole diverse: a Roma non è come a Milano, e Torino ha criteri diversi da Bologna.

Il permesso è indispensabile per chi deve accedere con l’auto in queste aree per motivi lavorativi, consegne, appuntamenti o attività legate alla mobilità professionale. Anche le auto aziendali possono accedere, ma serve fare richiesta formale e allegare la documentazione necessaria, in base al tipo di veicolo e alla motivazione d’ingresso. Non basta la targa aziendale: serve chiarezza sulla proprietà, sulla finalità dell’ingresso e – in molti casi – anche sulla sostenibilità ambientale del mezzo.

Che auto possono circolare nella ZTL?

La risposta varia da città a città, ma una regola di fondo esiste: più l’auto è sostenibile, più probabilità ha di ottenere l’accesso. Le auto elettriche e ibride plug-in hanno spesso accesso libero o agevolato. I veicoli Euro 6 possono ottenere permessi, mentre quelli a benzina o diesel di vecchia generazione (Euro 3, 4 o inferiori) sono sempre più esclusi, salvo deroghe specifiche.

Per le auto aziendali, il requisito ambientale è spesso combinato con quello funzionale: l’accesso può essere concesso solo in orari specifici, o per tragitti dimostrabili con documentazione (contratti, appuntamenti, ordini di lavoro). Se il veicolo è intestato all’azienda, occorre specificare anche l’utilizzatore abituale, soprattutto nei casi di flotte condivise.

Chi può avere il permesso ZTL?

Il permesso ZTL può essere richiesto da persone fisiche, da imprese, professionisti, enti e ovviamente anche dalle aziende. In caso di veicoli aziendali, la richiesta deve essere presentata dalla società o dal legale rappresentante, con specifica del nominativo del dipendente che utilizza il veicolo.

È importante sapere che in molte città è possibile registrare un veicolo aziendale a uso promiscuo, anche se non intestato direttamente al dipendente. Tuttavia, servirà allegare una dichiarazione dell’azienda che autorizza il lavoratore all’utilizzo del mezzo per finalità legate alla mobilità casa-lavoro o a missioni di servizio. Questo aspetto va seguito con attenzione dai mobility e fleet manager, perché un errore formale può tradursi in sanzioni automatiche.

Quanti permessi ZTL si possono avere?

Non esiste un numero fisso, ma in genere le amministrazioni locali pongono limiti. Un’azienda può registrare più veicoli, ma per ogni permesso va motivato l’utilizzo. Alcuni Comuni pongono tetti massimi (ad esempio tre veicoli per ogni sede operativa) oppure distinguono tra permessi “fissi” e “temporanei”, validi per esigenze occasionali.

Per i fleet manager è utile pianificare una strategia razionale: stabilire quali mezzi accedono in ZTL regolarmente, quali solo in caso di emergenza, e valutare l’uso di pass giornalieri quando si tratta di accessi sporadici. Attenzione anche al turnover del personale: se un’auto cambia utilizzatore, il permesso va aggiornato con i nuovi dati.

Quanto costa il permesso ZTL?

Anche in questo caso non esiste una tariffa unica. I costi variano a seconda del Comune, della categoria del veicolo e della durata del permesso. In media si va dai 100 ai 400 euro annui, ma possono esserci riduzioni per i veicoli a basse emissioni o per gli usi documentati come strettamente professionali.

Alcune amministrazioni applicano una distinzione netta tra auto private e aziendali: in certi casi i veicoli aziendali pagano di più, in altri possono accedere a tariffe agevolate se inseriti in un piano mobilità aziendale (es. PSCL). Per questo motivo, è importante che mobility manager e responsabili HR lavorino insieme per centralizzare le richieste e ottenere le migliori condizioni possibili.

Quanto dura il permesso ZTL?

La durata del permesso varia da un minimo di pochi giorni fino a un anno. I permessi annuali sono la regola per i veicoli usati quotidianamente, ma è possibile ottenere anche permessi temporanei per esigenze specifiche, come interventi tecnici, eventi o trasferte brevi.

Attenzione alla scadenza: in molte città il rinnovo non è automatico. Serve rifare la richiesta e, in alcuni casi, produrre nuova documentazione. Per chi gestisce flotte, è utile dotarsi di un sistema di reminder o un calendario condiviso che eviti dimenticanze

Quali sono i riferimenti normativi per il permesso ZTL?

La regolamentazione delle ZTL è competenza dei singoli Comuni, ma si inserisce in un quadro normativo nazionale che ha come obiettivo la riduzione del traffico e dell’inquinamento nelle aree urbane. Il riferimento principale è l’articolo 7 del Codice della Strada, che consente ai sindaci di limitare o vietare la circolazione in determinate zone urbane per motivi legati alla sicurezza, alla tutela ambientale e alla qualità della vita.

A livello operativo, le linee guida sono stabilite nei Piani Urbani della Mobilità Sostenibile (PUMS) e nei Piani di Azione per l’Energia Sostenibile e il Clima (PAESC), che ogni Comune deve redigere secondo le indicazioni della Legge 2/2018 e del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza). Le ZTL, infatti, sono strumenti fondamentali per il raggiungimento degli obiettivi di mobilità sostenibile previsti anche dall’Agenda 2030.

Per quanto riguarda le flotte aziendali, rientrano nelle disposizioni legate al Piano Spostamenti Casa-Lavoro (PSCL)obbligatorio per le aziende con più di 100 dipendenti in Comuni con oltre 50.000 abitanti (come previsto dal D.M. 179/2021). In questo contesto, il permesso ZTL può essere integrato in una strategia di mobilità aziendale più ampia, incentivata anche da benefit fiscali legati all’utilizzo di veicoli elettrici o condivisi.

Infine, ogni Comune pubblica sul proprio sito istituzionale il Regolamento ZTL, con indicazioni dettagliate su categorie ammesse, procedure, modulistica, costi e validità del permesso. È fondamentale consultare queste fonti per evitare errori e garantire la piena conformità alle norme locali.

Photo credit: Gizem Ş

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