Quando la geopolitica ridisegna il business travel: Mark William Lowe alla Convention di AITMM

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Che cosa c’entrano guerre, crisi diplomatiche e tensioni tra Stati con i viaggi d’affari? Molto più di quanto si pensi. Oggi, organizzare una trasferta aziendale non significa solo prenotare voli e hotel, ma affrontare uno scenario globale sempre più complesso e instabile. Ne ha parlato Mark William Lowe, consulente di geopolitica e corporate risk management, nel corso della convention annuale di AITMM, Associazione italiana travel e mobility manager.

“Il mondo è molto cambiato e oggi assistiamo a una crisi globale, caratterizzata dalla presenza di molteplici conflitti. Dunque la geopolitica, intesa non solo come studio dei rapporti tra gli Stati, ma anche come un sistema di fattori territoriali, politici ed economici in costante mutamento, è uscita dai circoli accademici e dai think tank. E oggi impatta direttamente sulle attività dei travel manager” ha detto.

“Rispetto al passato, i cambiamenti di scenario sono rapidissimi. E le tensioni globali, le crisi regionali, le escalation diplomatiche possono costringere a cancellare viaggi all’ultimo momento, sconvolgere itinerari già pianificati, mettere a rischio la sicurezza dei dipendenti. Per questo le aziende devono ripensare seriamente il loro approccio al duty of care, cioè alla responsabilità di prendersi cura e proteggere i propri viaggiatori”.

Occhi alle minacce informatiche

Ma quali sono le aree critiche a cui prestare attenzione? Oltre a quelle più evidenti, quali i regimi instabili, le elezioni imminenti, le sanzioni internazionali e le crisi diplomatiche, meritano attenzione anche le minacce ibride e informatiche: dagli attacchi cyber a hotel, compagnie aeree e aeroporti, fino ai sabotaggi tecnologici, alle interferenze GPS e alle campagne di disinformazione. Tutti fattori che rendono i viaggiatori d’affari obiettivi “facili” in certe aree del mondo.

Contromisure

Per concludere, Lowe ha invitato i travel manager in sala a passare all’azione, monitorando gli indicatori precoci di rischio, usando briefing aggiornati, implementando checklist e protocolli mirati per ciascuna destinazione. E ancora, collaborando con fornitori di sicurezza e intelligence certificati valutando con attenzione le questioni legali e di due diligence (ad esempio, seguendo gli standard fissati dall’ICoCA, International Code of Conduct Association). Solo in questo modo sarà possibile creare un approccio strutturato al rischio, tutelando i viaggiatori e garantendo la continuità operativa, nonostante le incertezze.

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