Il linguaggio del mobility manager: come presentare i risultati alla direzione

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Dalla CO₂ al ROI: quale deve essere il linguaggio del mobility manager per rendere la mobilità sostenibile?

Lo sappiamo tutti: il mobility manager ha un compito delicatissimo. Deve gestire gli spostamenti dei dipendenti in modo sostenibile, efficiente e conforme alle normative, ma anche convincere chi sta ai piani alti – direzione, amministrazione, HR – che tutto questo non è solo un obbligo o una bella idea green. È valore concreto per l’azienda. Il punto è proprio questo: non basta fare un buon lavoro, bisogna anche saperlo raccontare, con numeri, esempi e parole che risuonino nelle stanze dove si prendono le decisioni. Quindi il linguaggio del mobility manager è essenziale per tradurre ciò che fa – riduzione di traffico, incentivi per il bike to work, navette, survey, dati CO₂ – in qualcosa che suoni familiare a chi guarda costi, produttività e reputazione.
In altre parole, se sei un mobility manager, parla di ROI, di saving, di engagement, di employer branding, altrimenti rischi di essere percepito come “quello delle biciclette”. E sarebbe un peccato.

Partiamo allora da una domanda concreta: come si presenta davvero un buon report di mobility management? Cosa deve contenere e, soprattutto, come si costruisce un linguaggio efficace per chi decide i budget?

Report di mobility management per spiegare i numeri

Hai evitato 12 tonnellate di CO₂? Ottimo. Ma il direttore del personale probabilmente non sa cosa significhi, né perché dovrebbe interessargli. Quindi contestualizza. Spiega che l’equivalente è quello di 1.200 viaggi in auto evitati, oppure che equivale a 24 voli Roma-Milano in meno. E ancora meglio: calcola il risparmio energetico o di carburante. Se riesci, fai anche un passaggio ulteriore: stima l’impatto in termini economici. Ad esempio: “Grazie all’introduzione del carpooling incentivato, abbiamo ridotto i costi chilometrici complessivi di 18.000 euro annui”.

Usa grafici semplici, ben leggibili. Le famose “torte” possono funzionare, se accompagnate da una narrazione chiara. Evita le sigle tecniche, a meno che tu non le spieghi al volo: PUMS, PSCL, KPI? Sì, ma rendili umani. Un grafico che mostra l’aumento dei dipendenti che hanno scelto la bici per andare al lavoro è più potente di mille righe di testo.

Storytelling del mobility manager

Ogni report efficace racconta una storia con un prima, un dopo e un perché. Ad esempio, se prima avevamo il 70% dei dipendenti che veniva al lavoro in auto privata, oggi siamo al 50%, con un 30% che usa trasporto pubblico, bike sharing o navette. Perché: abbiamo introdotto incentivi, una comunicazione interna più chiara, un’app di carpooling aziendale e una survey più efficace. Raccontare un dato così importante, conferendogli la giusta rilevanza, è un valore prezioso per dare il giusto merito al tuo lavoro e dimostrare che una mobilità più sostenibile è possibile. Mostra che sei stato strategico, che hai pianificato, che hai misurato. Le aziende amano sentire storie di cambiamento. Vogliono sapere non solo cosa è successo, ma come ci sei arrivato.
Se possibile, metti anche una citazione o un feedback interno: “Mi sento più motivato a venire in ufficio da quando uso il servizio navetta. Risparmio tempo e non devo cercare parcheggio ogni mattina”. È una frase vera, concreta, che comunica molto più di un grafico.

ROI, risparmi e reputazione: ecco la triade vincente

Tre parole chiave che devi sempre tenere a mente: Return on Investment, saving e reputation. Sono i tre pilastri su cui costruire il tuo racconto.

ROI: se hai speso 10.000 euro per avviare un servizio di bike to work incentivato, mostra quanto ha reso. Magari ha migliorato la puntualità, ha ridotto l’assenteismo o ha aumentato la soddisfazione interna (misurata con un’indagine). Stima, se puoi, anche un valore economico.

Risparmi: non aver paura di essere concreto. Il carpooling ha ridotto il numero di chilometri rimborsati? Le navette collettive hanno permesso di tagliare i buoni carburante? Ogni euro risparmiato è un punto per te.

Reputazione: qui entra in gioco la comunicazione. Se l’azienda ha pubblicato il proprio impegno in termini di mobilità sostenibile nel bilancio di sostenibilità, se è entrata in una rete nazionale di imprese green o ha ricevuto menzioni stampa per il suo piano spostamenti, fallo sapere. È capitale reputazionale. Fa bene all’azienda e dimostra che il tuo lavoro ha impatto anche fuori dai cancelli.

Il report annuale del mobility management: non solo dati, ma visione chiara e strategica

Una volta l’anno – di solito tra gennaio e marzo – arriva il momento del check-up: il momento in cui il mobility manager deve tirare le somme.
Qui il rischio è di cadere nel classico report “ammasso di dati”. Tabelle, numeri, paragrafi copiaincollati dalle survey. Evita. Un buon check-up annuale è una sintesi strategica, non una cronaca operativa. Un documento efficace deve contenere:

  • un quadro iniziale comparato (com’era la mobilità l’anno prima, com’è oggi);
  • le azioni fatte e i risultati ottenuti (possibilmente collegati ai costi/benefici);
  • gli obiettivi raggiunti e quelli mancati (spiegando perché);
  • una proposta chiara per l’anno successivo (con priorità e budget stimati).

Non limitarti a elencare quello che hai fatto: proponi una visione. Mostra che hai le idee chiare sul futuro.
Vuoi puntare su un accordo con il TPL locale? Hai identificato uno snodo critico nei flussi casa-lavoro? Hai analizzato il potenziale del MaaS per la tua sede? Spiegalo. Concretamente.

Infine, un consiglio che vale più di ogni dashboard: non dimenticare la dimensione umana.
Dietro ogni spostamento c’è una persona. Dietro ogni scelta, un equilibrio tra lavoro e vita privata, tra comodità e responsabilità.
Un mobility manager efficace è anche un comunicatore empatico. Sa quando essere tecnico e quando coinvolgere.

Nel tuo report, inserisci anche le voci dei dipendenti. Un piccolo sondaggio qualitativo, due righe di testimonianza, una frase che racconti un cambiamento vero.
Perché, alla fine, se riesci a mostrare che la mobilità sostenibile migliora davvero la vita delle persone, nessuna direzione resterà indifferente.

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Photo credi: Rebrand Cities

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