Nasce Sa-Fe, il certificato di conformità al protocollo volontario di mitigazione del rischio contagio per il settore Hospitality.

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Siamo ormai nel pieno della Fase2, amministrazioni locali e associazioni di categoria forniscono sempre più istruzioni e consigli per la riapertura degli spazi volti alla fruizione pubblica che permettano di mettere in sicurezza sia i dipendenti che i clienti.  I protocolli pubblicati ad oggi sono dettagliati e tecnicamente ineccepibili ma mancano tutti di considerare l’aspetto psicologico, e quindi il metodo che consenta di comunicare la sicurezza di un luogo al cliente finale.

Anche le linee guida pubblicate il 31 marzo dal WHO (World Health Organization) dedicate al settore Hospitality non bastano a dare fiducia ai viaggiatori, siano essi per piacere o per affari. Lo spettro di un ritorno del contagio rimane sempre alto.

Aspettative e criteri di scelta di locali e strutture ricettive

Da un recente studio di TradeLab-Metrica Ricerche su cosa prevedono di fare gli italiani dopo il coronavirus riguardo ai loro consumi fuori casa, l’82% degli intervistati dichiara che tornerà a frequentare i locali solamente quando ci sarà totale sicurezza, contro un 18% che lo farà subito, appena concesso dalla normativa.

Il sondaggio evidenzia che l’aspetto che più di tutti darà sicurezza nella scelta di quali locali frequentare sarà il poco affollamento all’interno (75%), poi la pulizia, il rispetto delle norme, la distanza tra i tavoli, l’assenza del buffet ed infine il personale.

Un altro elemento importante è il criterio di scelta di un locale piuttosto che un altro: il 45% degli intervistati infatti andrà in locali gestiti da persone di cui si fida e che conosce personalmente, il 25% in locali che ha già frequentato, il 20% sarà disposto ad andare in posti nuovi purché rispettino le norme di sicurezza mentre il 10% non crede che riprenderà presto a consumare fuori casa.

La situazione non è migliore per quanto riguarda le vacanze e le strutture ricettive, con un 70% che si divide più o meno equamente tra chi molto probabilmente andrà in vacanza (se sarà permesso), chi valuterà in base ai livelli di sicurezza garantiti e chi valuterà in base alle possibilità economiche. La stragrande maggioranza comunque viaggerà in Italia, cercando di evitare il più possibile le grandi strutture.

Cosa potrebbe incentivare una ripresa più rapida? Lo abbiamo chiesto ad Antonio Asquino, ideatore di Sa-Fe e CEO di GPA Works

Bisogna assolutamente agire e far leva sull’aspetto psicologico dei consumatori, dare loro fiducia e i mezzi per tornare a vivere con tranquillità. Oggi più che mai la salute deve essere intesa come bene collettivo la cui salvaguardia è diritto e dovere di ciascuno. Inoltre, dobbiamo rimettere a fuoco la nostra idea di felicità, che deve essere intesa sia come il diritto di ciascun cittadino a riacquistare progressivamente la libertà nel rispetto della collettività, sia come possibilità dell’albergatore/ristoratore di rilanciare la propria attività attraverso un percorso fatto di scelte strategiche che infondano fiducia e sicurezza.

Non a caso Sa-Fe coniuga i due elementi cardine dell’ospitalità: Salute e Felicità (da qui il nostro acronimo).

Ci spiega che cos’è esattamente Sa-Fe e come funziona?

Sa-Fe è una certificazione di conformità ad un protocollo volontario di mitigazione del rischio contagio che nasce per hotel, ristoranti, SPA e aree fitness e presto si estenderà a scuole, uffici, negozi, RSA
È uno strumento che non attesta soltanto il rispetto e l’attuazione delle normative vigenti ma anche l’impegno dei gestori delle strutture a fare proprie le raccomandazioni di istituzioni sovranazionali  (esempio Organizzazione Mondiale della Sanità), istituzioni nazionali (Istituto Superiore di Sanità), associazioni di categoria (esempio Federalberghi) o aziende private specialistiche.

Ad ogni struttura viene attribuito un punteggio da 0 a 100 sulla base di una serie di controlli e protocolli ferrei. Sa-Fe infatti svolge all’interno della struttura una due diligence focalizzata sul piano industriale e sul business plan fornendo agli imprenditori stimoli per il miglioramento organizzativo ed economico, sempre nell’ottica di rassicurare il cliente: la certificazione Sa-Fe nei suoi livelli Base, Silver, Gold e Platinum è un valido ed affidabile strumento per agevolare la scelta dei clienti.

Possiamo quindi definirlo un certificato di qualità?

In un certo senso sì anche se è un po’ riduttivo. Se Booking, Tripadvisor e molti altri assegnano certificati di eccellenza e qualità sulla base di commenti e giudizi espressi dai clienti, Sa-Fe rilascia il certificato sulla base di un’approfondita analisi condotta da professionisti (anche on site). La due diligence spazia dalle procedure di accoglienza alla preparazione del personale, ai servizi F&B, alla manutenzione degli impianti, alla tipologia di arredi e superfici presenti nella struttura…

Ad ogni voce del protocollo viene assegnato un punteggio, il cui risultato finale è un segnale importante per il cliente che capisce l’attenzione posta dall’imprenditore ed evidenzia le aree di miglioramento. Il punteggio e il certificato rilasciato sono un valido strumento di marketing che tranquillizza il cliente e sprona ad un rapido recupero della fiducia e al ritorno ad una pseudo-normalità.

Ci può parlare del gruppo di lavoro Sa-Fe?

Sa-Fe è una S.r.l. Società Benefit che garantisce la massima attenzione e professionalità perché è costituita da un gruppo di professionisti di rilievo nazionale operanti in diversi settori (consulenza aziendale, ingegneristica, tecnologia dei materiali, architettonica, fiscale, legale, istituzionale), quindi è in grado di rispondere ad un ventaglio di interrogativi ampio e variegato.

Sa-Fe ha lavorato fin dall’inizio della pandemia ad un prodotto che possa essere facilmente riconoscibile e comprensibile dal cliente finale e sia di supporto all’imprenditore guidandolo al meglio nelle scelte da intraprendere.

“La certificazione Sa-Fe è un punto di luce, – come si legge nella nostra mission – offre certezza interpretativa dove c’è dubbio, porta fiducia dove c’è paura, traccia strade di possibilità dove serve il rinnovamento, premia l’impegno dove si accettano nuove sfide”. Sa-Fe nasce in vista della ripresa dal Covid-19 ma sarà valida anche oltre questa contingenza, con protocolli sempre attuali studiati con la stessa professionalità.

Non crede che in questo momento gravare gli imprenditori con ulteriori costi sia poco producente?

E’ assolutamente il contrario. Gli ideatori di Sa-Fe hanno pensato soprattutto agli imprenditori. Molti infatti si stanno interrogando sul se e come riaprire, i ristoratori in particolare sono quelli più gravati dalle misure da attuare e si ritrovano a fare i conti con un terzo dei coperti e gli stessi costi fissi. Per rispondere agli interrogativi e fornire un supporto serio e professionale Sa-Fe offre anche un servizio di consulenza volto ad ottimizzare la gestione e a fornire strategie a livello di offerta e comunicazione. La sfida che attende gli imprenditori si chiama flessibilità e innovazione. Sarà fondamentale ripensare e ridisegnare l’intero modello di business per capire come mantenere la struttura redditizia poiché le restrizioni attuali dureranno per un numero di mesi ancora non quantificabile. Non le nascondo affatto che non mi sorprenderei se il modello di business adottato andasse anche oltre l’emergenza Covid-19 e diventasse un nuovo modo di concepire e fruire la ristorazione e l’ospitalità in generale.

I professionisti del progetto Sa-Fe

Alberto Apostoli, Studio Apostoli
Antonio Asquino, ACE
Stefano Ballerini, BBS-pro
Massimiliano Cecconi, GPA
Marco Ciccone, GPA works
Mirco Gheller, CD10
Matteo Mantovani, Currie & Brown
Leonardo Masi, Giovannelli & Associati
Giovanni Olmi, GPA works
Ottone Puopolo, Gokto Hospitality

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