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ToggleImposta di soggiorno 2026: aumenti record e nuovi scenari per i viaggi aziendali, tra Olimpiadi, Giubileo e rincari locali
Il recente decreto “Anticipi”, approvato dal Consiglio dei Ministri il 14 ottobre 2025, proroga per l’anno 2026 le misure straordinarie sull’Imposta di soggiorno, fino ad ora pensate solo in occasione del Giubileo. In pratica, i Comuni potranno mantenere l’aumento fino a +2 euro a notte (o anche di più nei territori ad alta pressione turistica) e uno sforzo rilevante è fatto sul versante della destinazione del gettito extra: il 30 % andrà direttamente allo Stato mentre il 70 % resterà nelle casse comunali, destinato a turismo, manutenzione beni culturali e servizi locali.
Per i travel manager la prospettiva va riletta con attenzione: significa che nell’ambito dei viaggi aziendali, soprattutto nelle città d’arte o sedi congressuali, bisognerà aggiornare le policy e prevedere nel budget una voce rialzata. Inoltre il fatto che parte del gettito finisca allo Stato e non solo al Comune cambia anche la dinamica di accountability: le strutture ricettive potrebbero servire solo da soggetto riscossore, con minori ricadute dirette sul territorio.
Incasso dell’imposta soggiorno da capogiro
La tassa di soggiorno è ormai diventata un pilastro delle entrate turistiche italiane: le stime più recenti parlano di 1 miliardo 186 milioni di euro incassati nel 2025, con una crescita del +15,8% rispetto all’anno precedente. Per il 2026, grazie al combinato effetto di tariffe più alte, nuovi Comuni che introdurranno il tributo e prolungamento dei periodi di applicazione, l’asticella potrebbe spingersi fino a 1 miliardo 300 milioni di euro.
Da parte delle destinazioni business questo significa un impatto concreto sul costo delle trasferte: città come Roma, Milano, Venezia, che già vedono tariffe elevate, potrebbero incrementare ulteriormente l’importo a notte. Per una trasferta di 4 notti, un aumento da 5 a 10‑12 euro a notte si traduce in un extra costo di 20‑30 euro, che su gruppi numerosi o ripetuti può diventare significativo.
Olimpiadi, Giubileo e aumenti localizzati
Un driver importante per questo evolvere della tassa è legato ad eventi‑chiave: il Giubileo 2025 e soprattutto i Giochi Olimpici e Paralimpici Milano‑Cortina 2026. Secondo la bozza del decreto, i Comuni implicati nei Giochi invernali (come in Lombardia e Veneto) avranno facoltà di elevare la tassa fino a 12‑15 euro a notte per ospite. Interessante la clausola che stabilisce che in questi casi il 50 % del maggior gettito andrà direttamente allo Stato per finanziare interventi legati agli eventi olimpici.
Dal punto di vista operativo dei travel manager, questo significa che non tutte le notti o tutte le strutture saranno interessate allo stesso modo: occorre verificare fascia, categoria ricettiva, periodo dell’evento. Inoltre è opportuno anticipare nelle policy aziendali la possibilità che in queste zone gli “extra costi” siano superiori alla media nazionale.
Da imposta di scopo a tassa generalista?
L’imposta di soggiorno era stata concepita come tributo di scopo: destinato a finanziare infrastrutture turistiche, tutela del patrimonio culturale, servizi locali. Tuttavia le associazioni denunciano che oggi sempre più una parte dei fondi viene utilizzata per esigenze ordinarie dei Comuni, o addirittura di livello statale (inclusione disabili, assistenza minori).
La ANCI critica apertamente l’operazione, definendola “soluzione tampone” che scarica sul turismo costi che non gli competono. Per i travel manager è utile tenere presente che non solo il prezzo della trasferta può aumentare, ma la qualità dei servizi offerti (trasporti locali, decoro, accoglienza) non è necessariamente garantita come contropartita.
Le principali associazioni dell’hospitality (Confindustria Alberghi, Federalberghi, Assoturismo Confesercenti) lanciano l’allarme: aumenti generalizzati della tassa di soggiorno in un contesto di domanda interna stagnante rischiano di penalizzare il turismo domestico e quello business. Le principali associazioni dell’hospitality (Confindustria Alberghi, Federalberghi, Assoturismo Confesercenti) lanciano l’allarme: aumenti generalizzati della tassa di soggiorno in un contesto di domanda interna stagnante rischiano di penalizzare il turismo domestico e quello business.
Milano chiede equità, Roma ha il primato
È emersa una forte richiesta di parità tra città turistiche. Roma può già applicare fino a 10 euro di tassa a notte, mentre per molte altre città il tetto era 5‑7 euro. Con gli incrementi previsti, Milano spera di raggiungere lo stesso livello: già oggi la città registra oltre 800 000 presenze mensili nel business travel e turismo congressuale. L’assessora al Turismo di Milano, Martina Riva, ha sottolineato che “20 milioni in più potrebbero finanziare sicurezza, decoro e trasporti” – tutti aspetti rilevanti anche per il segmento business.
Per il travel manager diventa rilevante: scegliere Milano comporta costi più elevati, ma potenzialmente servizi e reputazione analogamente superiori. Valutare alternative meno “catturate” dalla tassa può essere tattica nelle policy di spesa aziendale.
Photo credit: Francesco Ungaro











