l’AI agentica ridisegnerà il futuro del business travel

AI agentica

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Il mondo del business travel è da sempre un laboratorio di innovazione. Dai primi biglietti elettronici alle app di expense management, chi viaggia per lavoro ha anticipato molte delle tendenze poi diffuse nel turismo di massa. Oggi, la nuova rivoluzione ha un nome preciso: AI agentica, una forma di intelligenza artificiale capace non solo di assistere, ma di agire autonomamente, prendendo decisioni in tempo reale al posto dell’utente. Non si parla più solo di chatbot o di supporti digitali, ma di sistemi in grado di gestire, integrare e semplificare l’intera esperienza di viaggio. Secondo McKinsey, è un passaggio destinato a cambiare profondamente il modo in cui si pianifica, si prenota e si vive ogni spostamento aziendale, aprendo la strada a un ecosistema in cui dati, algoritmi e persone cooperano in modo fluido.

Dal caos dei dati alla fluidità dei sistemi

L’obiettivo dell’AI agentica è ambizioso: creare un sistema connesso e intelligente, dove tutte le informazioni — voli, hotel, policy, spese, preferenze personali — si parlino tra loro. Finora, uno dei limiti strutturali del settore è stato la frammentazione dei dati: un viaggiatore può interagire con oltre 100 piattaforme diverse in un anno, e un’unica azienda può avere dati sullo stesso cliente sparsi in una dozzina di sistemi non compatibili.
Proprio qui entra in gioco la nuova AI, capace di agire come “collante digitale” tra strumenti che non dialogano. Come ha dichiarato Marilyn Markham, vicepresidente AI & Automation Strategy di American Express GBT, “gli operatori finiscono spesso per fare da middleware umano tra sistemi che non comunicano. L’obiettivo è liberarli da questo ruolo, per concentrarsi sui clienti”.
McKinsey stima che, nei prossimi tre anni, l’adozione dell’AI agentica potrà portare alle aziende del travel un risparmio medio del 6% sui costi operativi e un incremento analogo dei ricavi, grazie a efficienza, personalizzazione e automazione intelligente.

Se nel mondo finanziario o manifatturiero l’AI è ormai componente strutturale dei processi decisionali, nel travel la curva di maturità è ancora in fase di ascesa. Solo 2% dei travel executive intervistati da McKinsey dichiara di aver già implementato soluzioni di AI agentica su larga scala, ma l’80% prevede di farlo nei prossimi 3-5 anni. Le potenzialità sono enormi anche nelle operazioni interne: dal predictive maintenance (capace di ridurre del 30% i tempi di inattività delle camere d’hotel) al menu engineering che ottimizza acquisti e pricing, fino alla gestione autonoma del personale di housekeeping, con tagli fino al 25% delle ore lavorative. Non è solo un cambio di tecnologia, ma un cambio di cultura aziendale: l’AI non sostituirà il valore umano, ma lo amplificherà, permettendo ai professionisti di concentrarsi sulle decisioni strategiche e sul benessere del cliente.

Un viaggio senza attriti per il 70% dei viaggiatori

Immaginiamo un viaggiatore d’affari che deve partire da Milano per Londra, ma riceve all’ultimo momento un aggiornamento: la riunione è stata anticipata di due ore. L’assistente AI intercetta il cambiamento nel calendario, riprogramma il volo, informa l’hotel, modifica la prenotazione del transfer e aggiorna in tempo reale la nota spese. Secondo McKinsey, il 70% dei viaggiatori si dichiara pronto a utilizzare un assistente digitale in grado di gestire l’intero viaggio end-to-end, mentre oltre il 60% sceglierebbe un fornitore che offra un servizio AI integrato rispetto a uno tradizionale.
Un caso emblematico è SkyLink, startup che utilizza un assistente AI per semplificare le prenotazioni aziendali: basta scrivere un messaggio in chat per ricevere un itinerario conforme alle policy, con voli, hotel e costi già ottimizzati. “Il sistema valuta migliaia di opzioni in millisecondi”, spiega il fondatore Atyab Bhatti. Un esempio concreto di come la tecnologia stia passando dalla reazione all’azione.

L’AI come alleata della sostenibilità e del welfare

Oltre ai vantaggi economici, l’AI agentica apre nuove prospettive in termini di sostenibilità e benessere dei lavoratori. Automatizzare significa ridurre sprechi di tempo, energia e risorse, ma anche migliorare la qualità della vita dei dipendenti in trasferta. Le soluzioni più evolute potranno suggerire itinerari meno impattanti, combinazioni intermodali e perfino monitorare lo stato di stress del viaggiatore, proponendo alternative in base a parametri biometrici o feedback emotivi. Come ha osservato Breno Helfstein Moura, Head of Hospitality di Palantir, “le mansioni ordinarie saranno svolte in modo automatico, lasciando agli esseri umani più tempo per le attività straordinarie, quelle che mettono al centro la relazione e l’empatia”. Un approccio che si allinea perfettamente agli obiettivi ESG delle aziende e alle strategie di mobility management sostenibile, integrando innovazione e responsabilità.

Photo credit: Jason Sherrod

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