Oggi si registra una crescita dei trasporti, nonostante gli attuali scenari economici e geopolitici costringano il settore a repentini cambi di strategia per adattarsi a condizioni mutevoli e, talvolta, avverse. Una tendenza che condiziona l’offerta tariffaria e la programmazione delle rotte, impattando inevitabilmente anche sul business travel. Ne ha parlato Andrea Giuricin, Ceo di TRA Consulting, nel corso di BCD Connections, l’appuntamento organizzato da BCD Travel a Milano.
Il turismo globale sta crescendo, ha spiegato Giuricin, e le performance dell’Italia sono buone. “L’anno scorso ci siamo collocati in seconda posizione sul mercato europeo, subito dopo la Spagna. Il turismo rimane uno dei principali traini dell’economia del nostro Paese: incide direttamente per circa il 6%, ma considerando l’indotto si tocca il 12-13%. Un dato particolarmente significativo, visto che la nostra economia sta crescendo meno di altri Paesi europei”.
E la crescita dei trasporti e del business travel vanno sempre più a braccetto: dopo la pandemia i viaggi di lavoro sono ripresi a pieno ritmo e oggi contribuiscono a un aumento sostenuto del traffico passeggeri. “Lo scorso anno, su questo fronte, il trasporto aereo italiano ha battuto tutti i record storici: nel 2024 abbiamo registrato 183 milioni di viaggiatori, circa 22 milioni in più rispetto al 2019”.
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ToggleCrescita dei trasporti sostenuta, dazi e conflitti permettendo
Questo dato positivo, però, apre la porta a nuove criticità: le infrastrutture aeroportuali, infatti, sono inadeguate ad assorbire un traffico così sostenuto. “Gli investimenti aeroportuali appaiono sempre più urgenti, visto che anche quest’anno si prospetta un ulteriore incremento nel numero dei passeggeri”. Il primo trimestre 2025 ha messo a segno un +8% e si prevede un trend positivo anche nel secondo quarto. Ma la cautela, in questo caso, è d’obbligo a causa dell’impatto esercitato dai dazi imposti dalla Presidenza Trump e del perdurare dei conflitti a livello globale.
Tra i risultati positivi messi a segno dal nostro Paese, ha raccontato infine Andrea Giuricin, spicca il sorpasso del mercato francese, storicamente più forte e competitivo del nostro: una performance incoraggiante messa a segno nel 2023 e consolidata anche nel 2024.
In aumento il lungo raggio
Nonostante un contesto internazionale segnato da incertezze economiche e tensioni geopolitiche, il traffico aereo sulle rotte di lungo raggio continua a crescere, offrendo nuove opportunità anche per il business travel. La crescita dei trasporti emerge chiaramente nei mercati del Medio Oriente, dell’Asia Pacifico e dell’Africa: aree in rapido sviluppo economico che attirano sempre più viaggiatori d’affari e che, con una popolazione complessiva di oltre 3,5 miliardi di persone (solo considerando India, Cina e i Paesi ASEAN), rappresentano un bacino dalle potenzialità enormemente superiori a quelle dei mercati maturi come Stati Uniti ed Europa. Per le aziende e i travel manager questo significa nuove rotte, maggiori possibilità di connessione e l’esigenza di ripensare i piani di trasferta verso queste destinazioni strategiche.

Sul fronte dei costi, dopo i forti aumenti registrati tra la seconda metà del 2022 e il 2023 — con rincari medi tra il +10% e il +20% sui biglietti aerei, che hanno inciso sui budget di viaggio — nel 2024 si osserva una relativa stabilizzazione. I prezzi hanno smesso di crescere in modo uniforme: alcune tratte, specie intercontinentali, restano sotto pressione, mentre in altri casi si registrano riduzioni o un assestamento delle tariffe. Un’evoluzione che le aziende devono monitorare attentamente per ottimizzare la gestione dei viaggi d’affari, in uno scenario in cui la domanda continua a essere sostenuta, ma i costi restano legati alle dinamiche del carburante e alla capacità produttiva dei vettori.
Fattori critici, rerouting, rincaro del petrolio e produzione di aeromobili
Quali sono dunque le principali criticità per l’industria aerea? Andrea Giuricin cita il rerouting, ovvero la necessità di evitare le rotte non transitabili, allungando inevitabilmente la durata dei voli. “È il caso, ad esempio, delle rotte transiberiane, che per i vettori europei, ma anche giapponesi e sudcoreani, non sono più accessibili dal 2022”. Una tendenza che incide anche sulle tariffe aeree e, dunque, sui budget aziendali destinati alle trasferte.
Oltre a questo, le compagnie aeree sono fortemente condizionate dall’incremento del prezzo del petrolio, che ha registrato un picco significativo nel 2022, dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. “Il costo del jet fuel incide per il 40% sulle voci di costo dei vettori. E condiziona negativamente anche l’andamento tariffario”.
Tra i fattori critici, infine, spicca la produzione di aeromobili da parte delle grandi case aerospaziali: “La produzione di aerei in questo momento è sotto stress – ha dichiarato Giuricin -: Boeing è stata penalizzata da problemi nella catena produttiva, mentre i difetti riscontrati nei motori Pratt & Whitney hanno costretto al fermo molti modelli di Airbus, anche della famiglia A320. Si crea, dunque, una disparità tra un’offerta inevitabilmente ridotta e una domanda in forte incremento”.
Competizione su rotaia
Il treno gioca un ruolo sempre più centrale nella mobilità dei viaggiatori d’affari, soprattutto in Italia, dove il sistema ad alta velocità è diventato un modello di riferimento anche a livello internazionale. Nonostante le criticità e i disagi occasionali, questo mercato, liberalizzato dal 2012, ha dimostrato come la concorrenza possa tradursi in benefici concreti per gli utenti. “La presenza di due operatori in competizione – ha detto Giuricin – ha portato a un incremento significativo dell’offerta e a una riduzione dei prezzi rispetto al 2011, pur a parità di infrastrutture, visto che negli ultimi tredici anni non sono stati realizzati nuovi tratti di linea”.
In altre regioni europee, però, l’utilizzo dell’aereo da parte dei business traveller rimane elevato, in assenza di valide alternative via terra. “È il caso, ad esempio, della Roma-Barcellona, dove il treno non rappresenta ancora un’opzione competitiva, o della Milano-Parigi, l’unica tratta servita da un treno ad alta velocità, ma che richiede comunque oltre sei ore di percorrenza”.
Sostenibilità: ma l’aereo quante emissioni produce?
Sul fronte della sostenibilità, tema in primo piano nelle agende delle aziende europee, il settore aereo spesso viene percepito come un grande responsabile delle emissioni, ma i dati aiutano a inquadrare meglio la realtà: “Contribuisce solo per circa il 4% alle emissioni globali di CO₂. E di questa percentuale, il 75% è generato dai voli a lungo raggio, mentre i collegamenti di corto raggio incidono appena per l’1%”. Ciò non toglie che il comparto debba continuare a innovare e investire in soluzioni più sostenibili, ma evidenzia quanto sia fondamentale ragionare sugli ordini di grandezza e sulle reali priorità d’intervento.
Obiettivo intermodalità
Il vero orizzonte per il business travel, ha concluso Andrea Giuricin, è l’intermodalità: “La crescita dei trasporti deve andare di pari passo con una mobilità integrata che sappia combinare in modo efficiente e fluido aereo, treno e altri mezzi di trasporto, per garantire ai viaggiatori d’affari itinerari più semplici, veloci e sostenibili. Un obiettivo che si lega strettamente all’incremento degli hub globali e alla necessità di unire connettività internazionale e capillarità dei collegamenti sul territorio”.
