Le frodi sui sistemi di pagamento dei viaggi d’affari aumentano

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La spesa per i viaggi a livello mondiale ha raggiunto 1,6 trilioni di dollari nel 2017: uno dei settori più grandi a livello mondiale e in rapida crescita se si considera che ha raggiunto il 10,2 percento del PIL globale. Sono i dati del rapporto Deloitte ” 2018 travel and hospitality industry outlook” in cui ha indicato che negli ultimi due decenni, il numero di partenze per viaggii internazionali attraverso il il globo è più che raddoppiato, da approssimativamente
600 milioni a 1,3 miliardi.

Ma dove ci sono soldi…ci possono essere anche guai e crimini, sopratutto se si considera la natura specifica delle transazioni. Insomma, il settore dei viaggi è un enorme bersaglio per le frodi, come lo evidenzia una recente
ricerca, “Fraud in Travel Payments” che rileva che le aree più colpite riguardano le frodi sui pagamenti,  le violazioni informatiche delle piattaforme di prenotazione on line e le relative credenziali di sicurezza per i pagamenti.

Attacchi che costano ben 21 miliardi di dollari all’anno, con una previsione di crescita del 20% entro il 2020.

Cosa fare per frenare il fenomeno delle frodi durante i viaggi di lavoro?

Lo studio indica diversi suggerimenti, molti dei quali affrontati anche da Travel for business in occasione dell’evento dello scorso dicembre 2017 (vedi articolo).

Un particolare accenno viene rivolta alla formazione e allo sviluppo della collaborazione tra i dipendenti. Quest’ultimi, se ben educati nelle logiche di business travel, possono riconoscere i segnali di pericolo ed evitare di cadere prede di attacchi, specialmente quando si tratta di sistemi integrati e evoluti di phishing,  email fasulle che sembrano provenire da fonti attendibili.

Il ruolo del Travel Manager

In queste dinamiche è fondamentale il ruolo del Travel e Mobility Manager, capace di effettuare un controllo completo di tutto il processo di viaggio, assicurando che la segnalazione venga prontamente analizzata e stabilendo una serie di regole ben precise come ad esempio  il numero di transazioni rifiutate consentite per ogni carta di pagamento, il tempo minimo dal momento della prenotazione all’utilizzo del servizio di viaggio, oppure l’identificazione degli acquisti di terze parti a rischio elevato e le revisioni manuali delle prenotazioni a rischio.

Il ruolo degli Intermediari

Anche gli intermediari devono attivarsi per contrastare questo fenomeno e tutelare sempre più i loro clienti. Infatti, per loro i vantaggi includono i benefici finanziari quali minori perdite dirette e minori costi indiretti derivanti da frodi, e si possono estendere a benefici più ampi derivanti dal mantenere i clienti protetti.
Le OTA (on line Travel Agency) , ad esempio, secondo il rapporto di Enett, hanno subito frodi per 21 miliardi di dollari nel corso del 2017 e le perdite sono state pari a 6 miliardi di dollari.
Gli agenti di viaggio online, in particolare, tendono ad avere una vasta gamma di fornitori, con grandi OTA che tipicamente elencano centinaia di migliaia di proprietà, centinaia di compagnie aeree e dozzine di altri fornitori in molti paesi e giurisdizioni. La gestione di un ampio set di fornitori globali comporta un aumento del rischio di frodi nei pagamenti B2B, con rischi finanziari e non finanziari per le OTA.

Le frodi più a rischio per il viaggiatore d’affari

Sono stati riconosciuti dallo studio 3 i rischi di frodi più elevati:

  1. Conosciuta come ” frode con carta non presente”. Un truffatore utilizza i dati di pagamento rubati, come informazioni sulle carte di credito, acquisti di beni o servizi e li utilizza o li vende ad altri .
  2. Include due sottotipi: frode dell’acquisizione dell’account e frodi di apertura dell’account. I truffatori che utilizzano l’acquisizione di account cercano informazioni personali per assumere il controllo di un account che è in grado di effettuare prenotazioni o pagamenti, mentre la frode di apertura dell’account si riferisce alla creazione di un nuovo account con un nuovo profilo. Le vittime finanziarie di questa frode possono essere intermediari di viaggio in cui l’account è con l’intermediario.
  3. La terza frode si verifica dopo che un viaggiatore ha utilizzato i dati di pagamento e ha consumato il servizio di viaggio acquistato, quindi innesca un chargeback contro l’intermediario di viaggio o il fornitore di viaggi. Gli intermediari o i fornitori di viaggi potrebbero avere difficoltà a dimostrare che il pagamento originale era legittimo o potrebbe non essere in grado di contestare il chargeback e diventare vittime finanziarie delle frodi di chargeback.

Altri rischi riguardano il pagamenti B2B, o sistemi sofisticati attraverso l’utilizzo dei social media e i relativi progressi tecnologici. Così come frodi durante i pernottamenti in albergo, prenotazioni presso hotel falsi e così via…

Suggerisco di leggere lo studio completo, perché si possano comprendere bene quali saranno le pratiche che ogni travel manager dovrà mettere in atto per tutelare le presone in viaggio, il business in viaggio e naturalmente la propria azienda.

Studio scaricabile dal seguente link : 

https://www.enett.com/insights?utm_source=tnooz&utm_medium=article&utm_campaign=iptk_fraud&utm_content=textlink

 

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