Gestione rimborsi e voucher: richiesto nuovo intervento a ENAC

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Le Associazioni del Turismo Organizzato hanno presentato all’ENAC il quadro delle maggiori criticità in essere con le compagnie aeree nella gestione di rimborsi e voucher, che coinvolgono migliaia di Agenzie di Viaggi e Tour Operator.
È stato richiesto un nuovo intervento dell’Ente di Controllo – come già fatto in passato – nei confronti delle compagnie aeree, in particolare low cost, che rifiutano i rimborsi e che stanno adottando politiche che si ripercuotono in modo negativo sui diritti dei viaggiatori. E’ stato inoltre fatto presente che molti vettori, pur operando regolarmente, non hanno ancora riattivato le ordinarie procedure di rimborso attraverso GDS per eventuali tariffe rimborsabili.
Si è anche sottolineata la necessità di accelerare la definizione di migliaia di rimborsi che i vettori hanno imposto di gestire tramite RAA – Refund Application/Authority – tutt’oggi in sospeso dopo oltre un anno dalla richiesta. A questo si aggiungono le fortissime preoccupazioni su come affrontare la problematica dei voucher prossimi alla scadenza in base all’art. 88-bis, per come modificato dall’art. 182 Legge 77/2020.

L’ENAC ha espresso la propria disponibilità nel collaborare con le Associazioni del comparto e ha confermato che interverrà nuovamente per richiamare le compagnie aeree al rispetto delle norme vigenti, con particolare riferimento all’applicazione del regolamento UE 261/2004 in materia di diritti dei passeggeri del trasporto aereo, ricordando che se un biglietto aereo è stato pagato dall’Agente di Viaggio o dal Tour Operator, per legge, dovrà essere rimborsato ai medesimi soggetti, mentre per la parte sanzionatoria è prevista anche la richiesta di intervento dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato.

L’incontro è stato anche l’occasione per condividere con il Direttore Generale Enac, Alessio Quaranta, la necessità e l’urgenza di far ripartire in sicurezza i viaggi tramite la possibilità di ampliare il numero di voli Covid Free – come previsto nel DPCM del 2 marzo 2021 – e attraverso l’adozione di specifici protocolli o strumenti tra cui il passaporto sanitario digitale. A tal proposito è stata condivisa la necessità e l’opportunità di intraprendere, nell’ambito delle rispettive competenze, azioni comuni di sensibilizzazione a livello istituzionale, sia sul piano nazionale sia europeo.

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