Business in Vietnam tra il conflitto commerciale Usa – Cina

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Ricordate, la tempesta è una buona opportunità per il pino e per il cipresso per mostrare la loro forza e la loro stabilità” Ho Chi Minh
Il Vietnam sarà uno dei Paesi beneficiari favoriti tra il conflitto commerciale Usa – Cina con l’aumento della dislocazione cinese. La situazione politico – economica andrà maggiormente ad affermare che sarà ancora più facile fare business in Vietnam che in Cina, rispetto la Cina stessa.

Stando alle stime dell’EIU (Economist Intelligence Unit) l’economia del Vietnam proseguirà la sua liberalizzazione già avviata da anni, promuovendo il commercio internazionale e la ristrutturazione delle imprese statali.

Il conflitto dei dazi Usa – Cina

Il Presidente degli Usa Donald Trump nelle ultime sue dichiarazioni minaccia l’aumento delle tariffe sull’export cinese fino al 25%, imponendo questa linea da settembre: uno scenario di un conflitto commerciale che pone in ostaggio l’economia globale e destabilizzazione dei mercati mondiali.

La risposta da parte di Pechino con il portavoce del ministero degli Esteri Hua Chunying è sopraggiunta subito dopo: “Prenderemo le necessarie contromisure se gli Stati Uniti faranno scattare i provvedimenti. Non accetteremo alcuna massima pressione o ricatto”.

Gli Stati Uniti hanno fatto emergere i primi dati dell’importazione Usa dalla Cina, con una diminuzione del 12% e del 19% per l’export, nel primo semestre del 2019, destituendo al colosso asiatico per la prima volta dal 2005 il primato di partner commerciale, superato dal Messico e dal Canada.

La preoccupazione di molte aziende è trovare il modo per ammortizzare i costi, se non addirittura trasferirli ai consumatori.  Adesso la domanda che ci si pone e che tutti si stanno chiedendo è: “Il conflitto dei dazi Usa – Cina non andrà a penalizzare le aziende americane?” Non dobbiamo dimenticare che la Cina fu la prima ad iniziare una politica economica di protezionismo con tasse doganali molto elevate.
Gli Stati Uniti si stanno già affrettando a ristabilire catene di produzione, attività lavorativa, forniture nei propri stabilimenti e in altri Paesi dell’Est Asiatico. Le aziende americane devono “immediatamente iniziare a cercare alternative alla Cina, incluso riportare a casa le loro società e produrre negli Stati Uniti”, così afferma Donald Trump in uno dei suoi ultimi twitt, intimando a tutte le società di spedizione incluse Amazon, FedEx, Ups e le Poste americane “di rifiutare tutte le consegne di fentanyl dalla Cina”.

La truffa del conflitto commerciale Usa – Cina

 L’aumento delle tariffe sull’export cinese imposto dagli Stati Uniti, ha fatto emergere i primi tentativi di truffa da parte di alcune aziende esportatrici cinesi, per raggirare le tariffe elevate oltre il confine statunitense.

Il governo vietnamita dopo diverse ispezioni ha accertato false etichette “Made in Vietnam”, prodotte dalle società cinesi in diversi settori tra cui quello tessile, agricolo e meccanico. Il membro del comitato economico dell’Assemblea nazionale del Vietnam, Do Van Sinh, ha sottolineato la sua posizione: “Il Vietnam è preoccupato che possa essere punito dagli Stati Uniti per aver permesso che prodotti cinesi etichettati in modo errato attraversino i confini degli Stati Uniti”.

La situazione ha messo subito in allerta il governo del Vietnam che ha implementato maggiori controlli doganali e severe sanzioni legate alle frodi commerciali, dichiarando che alcuni esportatori cinesi avevano illecitamente deviato le spedizioni verso il Vietnam, destinate al mercato statunitense per evitare le tasse americane.

Gli accordi commerciali per produrre in Vietnam

Il Vietnam si sta muovendo per fare strada a nuovi investitori e diventare il primo produttore di smartphone, videogiochi, giocattoli e gadget di qualità. La multinazionale Apple ha già ipotizzato uno spostamento dal 15% al 30% della produzione dalla Cina all’India e sta valutando la produzione degli AirPods in Vietnam; Dell e HP all’avanguardia nel settore informatico puntano al Vietnam, Taiwan e Filippine. Discorso più semplice per la multinazionale sudcoreana Samsung che dopo gli ultimi attriti commerciali con il boicottaggio di prodotti da parte della Cina, andrà a consolidare la sua produzione in Vietnam; basti pensare all’ultimo ampliamento dello stabilimento di Yen Phong, dove vengono prodotti display per dispositivi elettronici. Il percorso sarà comunque difficile, i tempi di conversione richiedono stabilità ed affidabilità, considerando che l’economia e la popolazione vietnamita è di gran lunga inferiore a quella cinese.

Dopotutto dietro il conflitto commerciale Usa – Cina si cela la guerra delle multinazionali operanti nel settore dell’innovazione tecnologica, che con la nascita del 5G mettono in discussione temi importanti: la protezione dei dati, la sicurezza nazionale e la salvaguardia della tecnologia Made in Usa.

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