Le opportunità immense della mia Africa: dal racconto del primo viaggio alle lezioni di business

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A 20 anni la mia migliore amica Laurence, con la quale siamo cresciute insieme a Parigi, vinse un viaggio in Senegal e andammo a fare una settimana a Saly; il ricordo non era rimasto vivido in me e non l’avevo considerata veramente «Africa».  Forse la giovane età, l’albergo europeo o il rientro anticipato a causa di Laurence che si era ferita una gamba … l’Africa e la sua magia erano passati in secondo piano. Ho fatto anche due vacanze in Tunisia, a Djerba, ma anche lì fu più una vacanza in spiaggia. E, per anni, non sono più stata tentata da questo Continente.

Nel 2009 una strana serie di coincidenze mi hanno riportata in Senegal e mi hanno fatto scoprire un’Africa diversa, appassionante e con delle opportunità immense.

Avevo firmato un contratto per rappresentare un’azienda di stampa in Francia quando incontrai nuovamente Frederic, un signore con il quale avevo già collaborato in passato. Era agosto ed ero appena arrivata a Parigi per cercare un appartamento.  Frederic e alcuni suoi partners stavano partendo per una missione in Senegal e fino qui andava tutto bene. L’altra destinazione era la Guinea Bissau, e qui mi sono sentita una vera ignorante! Mi resi conto che non sapevo neanche che questo posto esistesse e che fosse uno degli Stati africani! Dove si trovava ?

Sono sempre stata affascinata dai viaggi e questa opportunità non volevo di certo lasciarmela scappare. Così mi sono ritrovata su un aereo, con gente che conoscevo a malapena e il mio primo visto per la Guinea Bissau, in viaggio per Dakar.

Il mese di agosto non era propriamente il periodo ideale per scoprire questo continente: era il mese delle piogge ! E già! perché far semplice …

Di quel primo viaggio ho dei bellissimi ricordi anche se la pioggia battente che a volte ci sorprendeva e andava avanti per ore non assomigliava a niente di quello che avevo conosciuto. Mi ricordava un po’ i temporali estivi in Calabria o a Parigi, ma niente poteva paragonarsi a questo torrente che faceva salire l’acqua per terra trasformando le strade in fiumi.

Prima Lezione! Evitare di visitare l’Africa nel periodo delle piogge

In certe parti del mondo e in particolare in Africa sub-sahariana bisogna controllare le stagioni prima di decidere una data per viaggiare. È certamente più piacevole visitare questi paesi se non lo si fa sotto le cataratte! Inoltre l’umidità è molto forte in questi periodi e le zanzare sono molto affamate!

Verificate quindi in che periodo dovete andare e se non è proprio necessario potete evitare il periodo (http://www.senegal-online.com/climat-meteo/) che chiamano l’hivernage, cioé il periodo delle piogge che va da fine giugno a ottobre.

Il mio arrivo a Dakar

Ma torniamo al mio arrivo a Dakar di quel lontano agosto 2009. La notte era calda e mi ritrovai su una spiaggia in un ristorante dove la magia mi fece dimenticare ogni buon proposito: un letto di conchiglie fungeva da pavimento, l’oceano davanti toglieva ogni stanchezza del nostro viaggio e ricci e ostriche sono state così il mio primo pranzo in Africa !

Certo, direte voi, non ho seguito nessuna regola di buon senso, ma ero lì con delle persone del posto, che ci abitavano da molti anni e che sapevano cosa fare e cosa non fare. È stato l’inizio di un viaggio appassionante che mi ha rivelato un aspetto dell’Africa che dall’Europa non si vedeva allora e che forse ancora adesso molti oggi stentano a vedere. Un’Africa piena di opportunità!

Fu a casa di Alain, nipote di Frederic che fummo ospitati. Scoprii quindi come vivevano gli europei in questo paese. La sua attività in Senegal gli aveva dato una certa riconoscenza e ciò permise ad Alain di farci incontrare svariati personaggi e associazioni. Frederic mi aveva chiesto di lavorare con lui sui progetti che stavano preparando e di partecipare a queste riunioni per capire il funzionamento del territorio. Purtroppo, la sua visione di progettualità era troppo datata per me e non siamo riusciti a concretizzare le sue idee di progetti qui in Senegal, ma rimase in me la sensazione che era una nuova terra di Bengodi che poteva regalare alle società che intendevano approcciarsi, delle bellissime soddisfazioni.

Il nostro viaggio, di ben due settimane sulle strade senegalesi era iniziato, avevamo una piccolissima auto che a volte mi faceva pensare di non uscire dai buchi stradali pieni di acqua che incontravamo per strada e cosi abbiamo quindi girato tutto il Senegal da nord a sud.

Gli innumerevoli appuntamenti che l’amico di Frederic, Alain, gli aveva procurato mi permisero di conoscere tantissimi aspetti del funzionamento di queste popolazioni, della loro storia e la loro quotidianità.

Mi venne assolutamente naturale pensare alle differenze e alle comuni tappe che la storia italiana e africana avevano in comune. Eravamo entrambi una nazione indipendente da poco tempo, loro ancora di meno ma la crescita che stavano facendo in così pochi decenni mi colpi profondamente.

La trasformazione industriale dell’Africa

In pochi anni una cultura tribale si stava trasformando in una cultura industriale, la voglia di lavorare spingeva i giovani a studiare e creare nuove società. Dakar stava diventando una città cosmopolita e il centro di una regione che avrebbe dato nuovo impulso all’economia di questi giovanissimi stati. Non mi ero sbagliata, avevo avuto la sensazione che si stessero sviluppando velocemente e la situazione di Dakar questi ultimi anni mi ha dato ragione.

Il mio percorso in Africa è iniziato con questo viaggio e stiamo lavorando localmente per accompagnare le società che credono a questa bella avventura. 

Continua a seguirmi per scoprire le grandi opportunità dell’Africa!

 

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Comments 2

  1. Ivano Gallino says:

    Grazie Barbara, mi hai fato tornare indietro al mio viaggio in Senegal. Un ricordo indelebile, di incontri bellissimi con la popolazione, impregnata di grande umanità.

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